Il Duomo d'Asti, anche conosciuto come Cattedrale di Santa Maria Assunta, è una delle più grandi chiese del Piemonte, massima espressione del Gotico in regione. La sua è una storia assai antica che comincia prima del Mille, con picco estetico, struttura di base dello spettacolo odierno, a cavaliere tra fine Duecento e primi decenni del secolo successivo. Si cominciò dal ricostruire il campanile, a partire dal 1266, ad opera di Jacopo Ghigo. A ruota tutta la chiesa, con un progetto per il tempo ardito e imponente.
Più o meno nello stesso periodo, nei lontani territori della Bassa Sassonia, la città di Hamelin era vittima di una terribile carestia, provocata pare dai roditori, che avevano distrutto il raccolto di cereali. Per questo molti giovani dovettero emigrare dalla regione, partecipando alla colonizzazione dell’est, dove speravano di trovare migliori condizioni di vita, seguendo l’appello lanciato da Ladislao IV d’Ungheria, il cui vasto regno si estendeva dall’attuale Croazia fino ai Carpazi. Desideroso di popolarlo, promise ai sassoni l’esenzione dal pagamento delle tasse e dal servizio militare. Proposta diffusa per i villaggi da un reclutatore a cavallo, vestito in abiti sgargianti, che radunava la gente in piazza al suono del suo fischietto. Da fischietto a piffero è un attimo. Ecco allora che la favola ottocentesca dei fratelli Grimm, quella del pifferaio magico che prima si porta via i topi e poi, non pagato, i giovani, trova un signor supporto storico.
Tornando ad Asti, oggi mi faccio pifferaio reclutatore, con le melodie di organi e organisti, per attirare un po’ tutti in Cattedrale, se poi cogliessero l’invito anche tanti giovani, evviva!
Invito a scoprire l’estetica di un posto, bellissimo, nell’occasione dei quattro concerti del festival organistico internazionale Notte d’organo. Occasione unica di visita serale della splendida chiesa e di valorizzazione dei suoi due grandiosi strumenti musicali: un Liborio Grisanti, grande maestro napoletano, del 1768, e uno dei fratelli Serassi di Bergamo, realizzato nel 1844.
Il primo concerto, del danese Vibeke Astner è andato, era ieri sera, ma venerdì prossimo sarà Roberto Padoin a proporre brani di Händel, Bach, Tinazzoli, Valeri, Moretti e Petrali. E poi Il francese Christian Bacheley, il 18 agosto, e il 25 Enrico Zanovello. Non perdeteveli.