Comincio citando quel grande di Tomaso Montanari, storico dell’arte, accademico e saggista, vero specialista di Barocco, a cui ha dedicato un gran numero di gustosi saggi e libri. Condivido troppo la sua convinzione che chi si occupa dell’arte debba fare entrare le opere nella vita intellettuale ed emotiva di chi si occupa di tutt’altro e la sua certezza che l’arte non debba essere un fatto privato, ma pubblico. ll suo portare il patrimonio artistico a segno visibile di sovranità e uguaglianza dei cittadini, perché ciascuno di noi ne è egualmente proprietario, è emozionante al pari del patrimonio stesso.
Patrimonio artistico che è attorno a noi, spesso incompreso e snobbato a favore del grande nome, promosso dal privato con logiche di mercato che non possono certo creare uguaglianza e crescita culturale diffusa nel proporla a pagamento. E che pagamento! La soluzione però c’è ed è aprirci davvero alla conoscenza della nostra città e del territorio in cui abbiamo la fortuna di vivere, per rimettere in connessione passato e presente, per tornare ad essere orgogliosi astigiani. Scoperta e conoscenza delle tante espressioni artistiche d’alto valore, estetico ed emozionale, a disposizione di tutti. Espressioni da importanti autori che hanno trovato casa anche in molte chiese di Asti. Volti del sacro che sono diventati ricerca e immagini fotografiche, portate, intorno a fine gennaio, a imperdibile mostra nei sontuosi e storici spazi dell'ex chiesa di San Giovanni, sede del Museo Diocesano. Mostra studiata e prodotta dagli amici, tanto appassionati di fotografia, della Polisportiva CRAsti. Mostra di cui avremo spazio e tempo per parlarne, parlarne e parlarne.
Qualcuno però ne parlerà già tra pochi giorni, conquistato dell’evento e dalla nuova evidenza della bellezza che ci circonda. Ne parlerà ampiamente il nuovo numero di Astigiani, rivista trimestrale di storia e storie, che all’esposizione ha dedicato anche la copertina del suo quarantacinquesimo impegno editoriale. Splendida copertina, tratta dalla pala di Gandolfino Roreto, l’Adorazione dei Magi, custodita in Collegiata di San Secondo. Copertina e tema di mostra dominante emersi da ieri nel loro promuovere l’usuale appuntamento di presentazione, previsto il 16 dicembre al refettorio del Seminario. Appuntamento dove, da sempre, l’uguaglianza è all’ordine del giorno, aperto a tutti.