Ho appena finito di leggere Il Giappone a colori di Laura Imai Messina. Leggere è un’aggettivazione assai riduttiva rispetto alla realtà degli accadimenti: libro aspirato, scolato, consumato. L’autrice romana, vive e insegna italiano a Tokyo e, nonostante la giovane età, ha già pubblicato diversi libri di successo che, grazie a un’evidente raffinatezza di stile e d’analisi, ne fanno una voce inconfondibile nel panorama letterario italiano odierno.
È il primo suo libro che mi capita tra le mani e dubito di resistere, perché poi dovrei, al non leggere quanto prima tutti gli altri. Vi racconta, in modo unico ed emozionante, come in Giappone tutto possieda un suo colore.
Indaco di montagna, marrone vento d'inverno, bianco cielo con luna. Nomi di colori che sono preziosi piccoli haiku. Poesia e concreta testimonianza della particolare profondità che differenzia la cultura giapponese dalle altre, dalla nostra.
Non a caso in nessun paese al mondo esistono tanti colori come lì. Colori con nomi come color nubi d’Oriente, color sguardo furtivo alla brocca o color vaghezza.
Di che colore sia la vaghezza, ve lo lascio scoprire letto il libro, ma il concetto mi piace e conforta nel mettere in luce la varietà di differenze impercettibili che trasformano un colore d’inesperienza in quello della saggezza, un colore della nascita in quello della morte.
L’assenza di verità assolute nell’universo cromatico è per noi una metafora illuminante, per i giapponesi, come chiarisce Laura, dimostrazione del talento di ogni oggetto, di ogni stato d’animo. Talento che diventa colore distintivo a seconda dell’elemento, del momento e del luogo con cui si mescola.
Tutta questa varietà in Giappone trova infiniti nomi che, appena finito il libro, ho provato ad ambientare in un territorio diverso, il nostro, cadendo però in banalità gastronomiche e botaniche, assenti della poetica trovata in lettura. I nostri colori sono aggettivi, non sostantivi, caratteri, non essenze, ma l’idea mi piace e giuro di applicarmi nelle prossime settimane per tornare a giocarci a breve.
Chi altro volesse essere della partita, si faccia vivo su info@lavocediasti.it con la sua cromia astigiana. Metti mai che messi assieme i colori di molti ne esca qualcosa di bello e nuovo.