Viviamo in un posto bellissimo | 13 luglio 2024, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo dove il Nirvana si trova in cantina

Puntata sul museo L’Anima del Vino della Cantina Sociale Barbera dei Sei Castelli di Castelnuovo Calcea, con in mostra l’arte di 17 antichi ceppi di vite

Museo L'Anima del Vino alla Cantina Sociale Barbera dei Sei Castelli di Castenuovo Calcea

Museo L'Anima del Vino alla Cantina Sociale Barbera dei Sei Castelli di Castenuovo Calcea

 

Lo scorso 30 giugno ha inaugurato in regione Opessina a Castelnuovo Calcea il Centro Enoturistico della Cantina Sociale Barbera dei Sei Castelli, nata nel 1960, come me, oggi forte di 260 soci viticoltori, 800 ettari vitati, in gran parte a Barbera, su un territorio con sei castelli in altrettanti Comuni: Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Moasca, Calosso, San Marzano Oliveto e Costigliole d’Asti. 

Centro Enoturistico arricchito dall’esposizione stabile di ceppi di vite centenari, modellati dalla natura e dal tempo, diventati sculture grazie alla costanza e alla visione di Ezio Ferraris, artista di Agliano Terme. Il giovedì successivo ne ho scritto sull’altra mia rubrica, Vacanze Astigiane, portando a itinerario borghi, castelli, Cantina, vini e museo. Lunedì scorso, invitato da Ezio, ho visitato L’Anima del Vino.

Spazio importante, a raccontare, benissimo, una storia importante. Storia di un cavolo di insettino, la filossera, flagello della viticoltura europea che ha cambiato la storia della vite e del vino dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri. Insettino infame, a mordere e masticare le sensibili radici delle viti fino a produrre vistose galle e gravi disorganizzazioni dei tessuti radicali. Sofferenza nascosta sotto terra fino a che qualcuno non ne scopre le valenze estetiche, la bellezza del dolore, della mutazione, della morte. Ezio scopre quel fascino ancora ragazzino in una cascina di Agliano Terme, cominciando una ricerca che dura da più di quarant’anni. Ricerca che lo ha portato a toccare e studiare migliaia e migliaia di antichi ceppi, selezionando quelli più espressivi, spiriti delle vigne che sono stati portati ad altro, per ricordare.

Nel Museo ne sono esposti diciassette, a lato de La numero uno, la composizione Nirvana: 32 ceppi da una vigna piantata a Moasca nel 1921 ed estirpata nel 2010. E poi L’alieno, Homo hominis lupus (quo curris), Fardello, Triceratopo e Unicorno, da un ceppo di Agliano Terme, che risale al 1931. 

E ancora: Fringuello, battito d’ali lungo più di settant’anni da una vigna piantata nel 1919 a San Marzano Oliveto ed estirpata nel 1993, Cane infernale, ceppo estirpato ad Agliano Terme e che risale alla fine dell’800, La coppia felice, incontro tra due ceppi di Barbera estirpati a Calosso. Albero parlante, Viandante dell’Astesana, Piccolo dinosauro, da un ceppo di Barbera piantato nel 1926 ad Agliano Terme, L’arciere, da uno messo a dimora a Calosso tra il 1929 e il 1931, La ballerina, da Moasca, Il cigno, da un ceppo di Barbera piantato nel 1918, e Uomo elefante, ceppo proveniente da Castelnuovo Calcea.

Diciassette opere da studiare nei particolari, da mirare e rimirare facendo proprie forme e spiriti, ancor meglio se aiutati da un bel calice, sempre ve ne possa bastare uno, di Barbera d’Asti “Il Risveglio del ceppo”, vino dagli alti valori in un posto veramente speciale, da visitare quanto prima.

Davide Palazzetti

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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