Visitare un castello e ammirare una mostra d’arte non è certo così eccezionale. Avere tre mostre da scegliere in tre castelli, così diversi tra loro e in fondo a due passi uno dall’altro, è invece eccezionale. E dove volete possa succedere una tale eccezionalità? Domanda inutile. Nell’Astigiano, what else!
Il primo castello con mostra, spero lo abbiate già girato in lungo e in largo, castello di Costigliole d’Asti. Girato in lungo e in largo nelle varie occasioni espositive di alto livello che da un paio d’anni arricchiscono il suo piano nobile. La sua raffigurazione la si trova sul mitico Codex Astensis, a raccontare le origini del borgo, una delle prime ville nove Astesane. Imponente maniero a pianta quadrangolare, contornato da quattro torrioni circolari. La sua estetica si deve ad opere di ristrutturazione avvenute tra Settecento e Ottocento, quando era diviso tra due feudatari, gli Asinari e i Verasis.
Ognuno a trasformare e abbellire la propria parte, seguendo gusti e preferenze autonome. Così la parte settentrionale, quella di proprietà Asinari, è caratterizzata da architetture in stile Benedetto Alfieri, mentre la parte Verasis è un suggestivo esempio di revival neomedievale. Luogo spettacolare che da inizio agosto ospita una straordinaria rassegna d'arte internazionale: "Art sans frontières", esposizione che si propone di esplorare l'arte come mezzo per superare i limiti della fisicità materiale e dei confini geografici e culturali. Oltre centotrenta opere di artisti emergenti, accanto a capolavori di maestri storicizzati come Alessandri, Casorati e Rama. Celebrazione della diversità artistica, in scena fino al 29 settembre, con apertura sabato e domenica.
Oggi invece inaugurano due mostre in altri due castelli, imperdibili entrambi, pur nell’impossibilità di assistere ad ambedue le inaugurazioni, praticamente in contemporanea, nel tardo pomeriggio. Alle 16 apre al castello di Soglio la mostra “Linguaggi”, con le incisioni di Alessandra Parente, e alle 17 la mostra “Aligi Sassu a 360°“ al castello di Monastero Bormida. Mostre che avremo comunque possibilità di visitare con calma, ambedue in chiusura il 3 novembre.
Io oggi andrò a Soglio, perché è una vita che non ci passo, nonostante i ripetuti inviti di alcuni amici, perché non conosco ancora l’opera di Alessandra Parente, perché mi affascina da morire l’idea di un artista con casa e studio in un castello, la cui fondazione risale al XII secolo. Un tempo circondato da mura fortificate, dopo essere appartenuto a signori locali, passa nel 1285 ai Pelletta, banchieri di Asti. Nel 1710, con l’acquisto da parte della famiglia Della Valle, avviene il primo importante restauro che gli conferisce l’aspetto di residenza nobiliare quale appare oggi.
E’ arricchito da un gioiello di giardino all’italiana, ed è sede di un centro d’arte, ARIA, spettacolare spazio espositivo fondato e gestito, in alcune sale del castello, dal padrone di casa, Raffaele Iachetti, artista astigiano. Da oggi pomeriggio ospita l’esposizione di Alessandra Parente, descritta in presentazione come una babele di ritmi e frequenze emotive. Emozioni dalle sue stampe, esposte per la prima volta in Italia. Sì, per la prima volta perché Alessandra vive e lavora in Svizzera, dove ha realizzato numerose mostre incentrate sulla sua arte incisoria, contemporanea, ma realizzata con un antico torchio calcografico. Voleste essere anche voi della partita odierna, basta avvisare al 349 7906261. Numero assai utile fino al termine della mostra per visitarla, solo su prenotazione.
Domani, faro poi di tutto per essere al castello di Monastero Bormida, troppo curioso di quel 360° che è promessa non da poco nel titolo della mostra su Aligi Sassu. Castello, perché quello è, che in origine era un monastero, benedettino. Fondato da un gruppo di monaci che nel 1050 circa, da San Benigno Canavese vennero a dissodare e seminare le terre devastate dai Saraceni. I monaci edificarono la torre campanaria, una chiesa, che sorgeva dove ora c'è l'arco di congiungimento tra torre e castello, il monastero, il ponte. Poi, nel 1393, dopo che l'abate Alberto dei Guttuari concesse ampi privilegi e immunità a tutta la popolazione, i Benedettini abbandonarono il paese.
Posto bellissimo dell'Astigiano, che si schiera anche un borgo ricco di pietra, vicoli e vicoletti che riportano alla grande piazza del castello. Castello che apre le sue porte, in occasione di mostra, il sabato pomeriggio e la domenica, mattina e pomeriggio. Aperto per un evento culturale di indubbio rilievo che promette di offrire una panoramica completa sull'opera del celebre artista italiano, dalle sue rappresentazioni equestri alle opere più astratte e sperimentali.