Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone L'estro armonico, di Vivaldi, Armoniosa, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify
Incontro Marco Demaria davanti a un caffè. È lui a farsi portavoce dell'Armoniosa Ensemble per quest'intervista. Una realtà incredibile, profondamente legata al territorio astigiano, ma anche un grande orgoglio internazionale.
Marco, in cosa consiste il progetto Armoniosa e da chi è composto?
Armoniosa è un progetto astigiano al 100%; gronda astigianità in tutto. È un gruppo di musica antica, che suona con strumenti o dell'epoca in cui sono state scritte le musiche (primo Settecento) o con copie costruite attraverso i dettami di quel periodo. I musicisti sono Francesco Cerrato al violino, Stefano Cerrato al violoncello a cinque corde, Michele Barchi al clavicembalo, Daniele Ferretti all'organo e io, al violoncello di continuo.
Siete tutti astigiani?
Quattro di noi sono nati e cresciuti nell'Astigiano, mentre Michele Barchi è un astigiano d'adozione. È uno dei più importanti clavicembalisti a livello italiano, nato nel Bresciano. Una volta conosciuto il progetto Armoniosa e il nostro bellissimo territorio, ha deciso di trasferirsi vicino a Viarigi.
Come è nato tutto questo?
Il progetto è nato nel 2011 in maniera casuale. Daniele Ferretti e io siamo stati interpellati dalla Diocesi di Asti per far parte dell’Istituto Diocesano Liturgico Musicale, che voleva curare i restauri di alcuni organi e studiare l'Archivio Capitolare della Cattedrale, con oltre duemila documenti musicali dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento. Il 7 gennaio 2012 avviene il primo concerto di Armoniosa, quando in Cattedrale abbiamo eseguito le musiche dell'Archivio Capitolare della Cattedrale. Da quel giorno è nata l'idea di fare musiche con strumenti del primo Settecento. Abbiamo quindi iniziato a dotarci della giusta strumentazione ed eccoci qui!
Il nome 'Armoniosa' da dove deriva?
Anche questa è una caratteristica 100% astigiana. Il nome è nato dall’Archivio della Cattedrale. Stavamo facendo le ricerche quando, a un certo punto, abbiamo aperto un armadio, in cui c'era un faldone. L'intestazione era "Harmoniosa". Ci è subito piaciuto. L'unica modifica fatta è stata togliere l'h.
Cosa succede a questo punto della storia?
Succede che abbiamo un'importante evoluzione, che ci concede di studiare con grandissimi personaggi della musica europea. Siamo andati a Salisburgo come gruppo a studiare, abbiamo lavorato con Pinnock e tutti i più importanti esponenti della musica barocca. Dal 2014 lavoriamo quasi esclusivamente all’estero: il mercato di musica antica in Italia non è così sviluppato.
I principali paesi esteri in cui si concentra la vostra attività?
Di fatto tutta Europa, ma in particolare Austria, Germania, Svizzera, Polonia. Quest’anno siamo stati anche in Slovacchia e in Francia, ma giriamo un po' ovunque. Eseguiamo in media 10/20 concerti l’anno, abbiamo delle agenzie che ci curano, ora ci appoggiamo a una realtà di Berlino. La prossima estate faremo un tour importante e torneremo in Germania, con un concerto alla Konzerthaus di Berlino. Dallo scorso anno abbiamo attivato una collaborazione con la più importante Fondazione italiana di musica antica, ovvero la Pietà dei Turchini di Napoli: il primo Conservatorio del mondo, dove ci sono ancora gli strumenti dell’epoca. Lavoriamo in co-produzione con loro, ovvero alcune delle produzione in Italia o estere vengono co-prodotte.
Riuscite a vivere di questo? Uno degli ultimi lavori?
Attualmente tutti i membri del gruppo hanno anche un’altra attività. Purtroppo non si vive solo di musica: lavoriamo comunque tutti nell’ambito musicale come primo lavoro. Io ad esempio insegno al Liceo Musicale. Nel 2019 abbiamo aperto la nostra casa discografica, RedDress, lanciando Vivaldi L'estro armonico. Abbiamo inoltre un partenariato con la Sony, per quanto riguarda la distribuzione. Questo disco in particolare è stato recensito dalle principali riviste del mondo e, in copertina, ha Asti, con una splendida foto di Alessandro Rota.
Quando portate Asti nei vostri tour internazionali, qual è la reazione delle persone?
In generale Asti è conosciuta, soprattutto in Francia, dove ricordano molto bene i nostri prodotti. Fanno quasi tutti una battuta sul vino, sulle bollicine e sul tartufo.
Secondo voi è una città che si vuole sufficientemente bene?
Parlo personalmente. Ho scelto di vivere in questa città ma avrei avuto la possibilità di lavorare e studiare in Germania. Non ho rinunciato a questo contesto. Asti è una città che adoro, ma mi arrabbio per quanto poco sia curata. Forse si tratta proprio di volersi bene, di curarsi per essere pronti per il primo appuntamento. Abbiamo
manifestazioni che pochi conoscono ed è un peccato, dei parchi centrali in stato poco gradevole. Asti è una città ricca per essere di medie dimensioni, ricca di manifestazioni, di personaggi di rilievo vivi o morti, è fervente. Nel nostro piccolo, in Italia non ci sono città che abbiano un gruppo come il nostro se non forse Milano o Bologna. Ci siamo sempre resi disponibili per Asti, ma il nostro ultimo concerto in città e per la città risale al 2017. O meglio, nel 2022 abbiamo fatto un concerto in Cattedrale per i dieci anni dalla nostra prima esibizione.
Come se ogni giorno fosse un primo appuntamento
L'immagine che Marco mi fornisce è bellissima. L'importanza di prepararci come se andassimo sempre a un primo appuntamento. Penso che prendersi cura di sé sia il primo vero atto per poter amare un'altra persona. Se noi stessi in primis non ci amiamo abbastanza, come possiamo pensare che riescano a farlo gli altri? Un ragionamento che possiamo applicare a ogni contesto. Avere cura di sé, degli altri, di tutto. Avere cura di splendere.
Il ricordo di Massimo Cotto
Bei ricordi di esibizioni legate ad Asti?
Nel 2016 avevamo fatto un bellissimo concerto a Teatro Alfieri, portando Vivaldi. Ho dei ricordi meravigliosi. Eravamo stati chiamati da Massimo Cotto, con cui abbiamo sempre collaborato. Con Massimo lavoravamo spalla a spalla ed e stato un onore. Anche se venivamo da mondi diversi, aveva quell’intelligenza e superiorità dei grandi artisti per non essere invidioso delle cose belle che stava facendo qualcun altro. Cosa che invece ad Asti c’è.
Un consiglio ai giovani che amano il mondo della musica?
Ho la fortuna di lavorare da tre anni al Monti, al Liceo Musicale, insegno a persone che hanno già fatto una scelta coraggiosa, quella di studiare musica. Sono ragazzi stupendi, si respira una bellissima sensazione di gioia e di realizzazione. Consiglierei questa strada anche a chi non ha intenzione di fare il musicista da grande. Non sono nella posizione per consigliare nulla, in realtà: la strada è difficile, fatta di tanta disciplina e dedizione. Come e più di altre strade. Non ha nulla a che vedere con ciò che ci viene propinato: l'idea dell'artista che senza alcuna preparazione riesce a realizzarsi. La musica è un veicolo importantissimo di educazione: porta con sé tutti i migliori valori che ci sono in una società avanzata. Il senso del bello da coltivare, del limite proprio e degli altri, la disciplina. Consiglio di coltivarla a tutti i livelli, di ascolto, amatoriale di pratica, come espressione corporea, di sentimenti interiori e a livello professionale. Chi studia musica non è un genio particolare, ma una persona che ha avuto disciplina e umiltà.
E quando arriva lo sconforto, che si fa?
Tutti abbiamo avuto voglia di smettere almeno una volta. Ci siamo sentiti inadeguati, perché si deve studiare una parte che continua a non venire, ad esempio. Una grande metafora della vita. La musica fa parte dell’uomo e, purtroppo, oggi è l’unico periodo della storia in cui viene considerata un orpello, un qualcosa di non necessario. Invece lo è. Noi vogliamo offrirla ai massimi livelli possibili, con il miglior studio, contrariamente a quello che emerge oggi. I festival non sono fatti per il giardino di casa, ma per andare oltre, un biglietto da visita per chi arriva. Ognuno di noi può essere tutto, così come Asti. Ma dobbiamo esserlo davvero, dobbiamo camminare, non dobbiamo smettere di fare dei passi, perché stando fermi si muore.
Il curriculum di Armoniosa
Armoniosa nasce nel 2012 dall’esperienza artistica iniziata in seno alle attività culturali dell’Istituto Diocesano Liturgico-Musicale della Diocesi di Asti, per iniziativa dell’équipe artistica formata da Francesco e Stefano Cerrato, Marco Demaria e Daniele Ferretti. Armoniosa ha potuto coinvolgere in maniera regolare e continuativa nelle proprie attività il grande cembalista ed esperto del basso continuo Michele Barchi, che oggi fa parte stabilmente della équipe artistica del gruppo. L’ensemble si pone l’obiettivo forte di essere realtà di eccellenza in ambito internazionale, e adotta un metodo di studio e di lavoro rigoroso dal punto di vista stilistico e interpretativo. Armoniosa ha avuto incontri eccellenti con artisti di fama mondiale, quali Reinhard Goebel e Trevor Pinnock, che sono un prezioso “bagaglio” per la crescita artistica dell’Ensemble.
Armoniosa è regolarmente invitata dai più importanti Festival in Europa, e ha suonato concerti per la Mainzer Musik Sommer di Mainz (Germania, 2016), la Baltic Philharmonia Season di Gdansk (Polonia, 2016), l’Alte Musik live Festival di Berlino (Germania, 2017), le Thüringer Bachwochen di Eisenach (Germania, 2017), il Vendsyssel Festival di Hjørring (Danimarca, 2018), le Innsbrucker Festwochen der Alte Musik di Innsbruck (Austria, 2018), il Casa dei Mezzo Festival a Makrigyalos (Grecia, 2018).
Armoniosa ha un’intensa attività discografica, iniziata nel 2015, quando è stata invitata a far parte del prestigioso catalogo della casa discografica tedesca MDG, con cui ha pubblicato “La Stravaganza” op. 4 di Antonio Vivaldi e le “Triosonate per violino, violoncello e basso continuo” di Giovanni Benedetto Platti (2016).
Una nuova esperienza discografica è maturata nel 2017, con l’etichetta londinese Rubicon Classics, che ha prodotto le “Sonate per violoncello e continuo” op. 3 del violoncellista astigiano Carlo Graziani. La più importante stampa internazionale ha premiato queste incisioni con ottime recensioni.
È uscita a inizio 2019 la nuova produzione discografica di Armoniosa. Si tratta di un poderoso progetto di ricerca e studio sull’Estro Armonico op. 3 di Antonio Vivaldi, per RedDress, la nuova etichetta italiana di proprietà degli stessi musicisti.
A partire dal 2015 Armoniosa è rappresentata da E&S International (Londra) e UHMM (Berlino). Inoltre, dal 2018, Armoniosa è rappresentata da CritiClassical (Birmingham) per il mercato cinese.