Cultura e tempo libero | 23 maggio 2025, 11:46

"20 giorni a Mariupol": ad Asti il documentario premio Oscar sull'assedio russo

Giovedì 29 maggio la proiezione del film di Mstyslav Chernov con testimonianze dirette di chi ha vissuto quei terribili giorni

Un fotogramma del documentario

Un fotogramma del documentario

 L'orrore della guerra in Ucraina arriva sullo schermo astigiano con il documentario "20 giorni a Mariupol", vincitore del Premio Oscar 2024 e del Pulitzer 2023. L'appuntamento è per giovedì 29 maggio alle 21 al Foyer delle Famiglie (via Milliavacca 5), dove sarà proiettata l'opera del giornalista ucraino Mstyslav Chernov, realizzata durante l'assedio russo alla città nel 2022.

Un racconto crudo e necessario

Promosso da Europa Duemila con Ucraina Libera, San Matteo onlus e Italia Israele, l'evento offre uno sguardo senza filtri sui primi 20 giorni di occupazione. "Il documentario denuncia le atrocità commesse contro i civili con uno stile narrativo che ha conquistato i massimi riconoscimenti", spiega Luigi Florio, presidente di Europa Duemila.

Ad arricchire la serata, la testimonianza diretta di una giovane rifugiata da Mariupol, oggi ospitata in Italia, introdotta da Valeria Grytsuta della comunità ucraina astigiana.

Informazione come resistenza

Girato sotto i bombardamenti dallo stesso Chernov - corrispondente dell'Associated Press - il film mostra il coraggio dei giornalisti locali nel documentare crimini di guerra mentre la città cadeva. "Un monito contro l'indifferenza", sottolineano gli organizzatori, "e un tributo al potere della verità". Ingresso libero. Un'occasione per non dimenticare.

Redazione

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Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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