Scuola | 24 maggio 2025, 15:47

Incontro tra Cosimo, l’ergastolano del carcere di Quarto, e i ragazzi del PCTO AstiTeatro

Iniziativa ideata dall’attore Fabrizio Rizzolo per far conoscere più da vicino ai ragazzi il tema trattato nello spettacolo “Inchiostro”

Gallery di MerfePhoto

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Come si può raccontare il carcere senza averlo vissuto? È da questa domanda che è nata l’idea di un incontro speciale, promosso dall’attore astigiano Fabrizio Rizzolo, grazie alla collaborazione di Cristina Fassio, per avvicinare i giovani del laboratorio teatrale PCTO di AstiTeatro al cuore tematico del loro spettacolo, Inchiostro. Questo pomeriggio, nella sede dell’Informagiovani di Asti, i ragazzi hanno potuto dialogare con Cosimo, ergastolano del carcere ad Alta Sicurezza di Quarto.

La storia di Cosimo 

Cosimo ha ricordato il giorno in cui è entrato in carcere, l’11 gennaio 1993 – “il compleanno di mia moglie” – e ha ripercorso gli anni di detenzione, tra trasferimenti e adattamenti. Da tre anni si trova nel carcere di Alta Sicurezza di Quarto.

Per spiegare ai ragazzi cosa significhi stare in carcere è partito da un pensiero molto diretto: “Il carcere è il luogo più brutto in cui un essere vivente possa stare”. Dalla lontananza dai propri cari alle celle non sempre a norma, è molto complesso riuscire a trovare lati positivi. Tuttavia Cosimo proprio lì dentro ha riscoperto sé stesso grazie al teatro e alla scrittura creativa: “Nel 2018 ho iniziato a fare teatro. Questo è un dono che il carcere mi ha dato, insieme alle persone che mi hanno sostenuto”, riferendosi al personale di supporto ai detenuti che gli è stato accanto.

Le domande dei ragazzi: come vive un uomo in carcere? 

L’incontro è stato un’occasione preziosa per i ragazzi per porre domande dirette: “Qual è il tuo ikigai, il tuo scopo nella vita?”. Cosimo ha risposto con una riflessione tosta: “La motivazione è fatta dagli impegni che ti dai ogni giorno. Senza, in carcere sei perduto”.

Alla domanda su come sia il rapporto tra detenuti e agenti, Cosimo ha sottolineato l’importanza di “avere un rapporto di comunione con gli agenti penitenziari. Non vi nascondo che non è sempre facile, a volte nascono delle questioni”.

Non sono mancate questioni legate alle condizioni igienico-sanitarie: “Ogni detenuto ha diritto a due metri e mezzo di spazio, ma nella mia vita mi è capitato di stare in celle con altre 12 persone”. Ha affermato Cosimo: “la sanità dei detenuti è molto spesso tagliata fuori”.

Ma il messaggio più forte è stato quello sulla speranza: “Se otterrò la semilibertà, uscirò di giorno e rientrerò la sera. Poi, forse, la libertà condizionata. Tornerò a essere un uomo più libero”. Infine, ha lasciato i ragazzi con queste parole: “Voi non siete solo il futuro, ma la vera essenza del cambiamento”.

A chiudere l’incontro è stato Rizzolo, invitando i ragazzi a interiorizzare ciò che è stato riportato, affinché si possa raccontare nel modo più autentico possibile lo spettacolo Inchiostro

Lo spettacolo “Inchiostro” in anteprima ad AstiTeatro

Sarà Inchiostro ad aprire il sipario dell’anteprima di AstiTeatro, domenica 15 giugno alle 17 allo Spazio Kor, con ingresso libero. Frutto del laboratorio “Musical Factory” di Alessandria e rivisitato per i ragazzi del progetto PCTO di Asti, lo spettacolo nasce come un musical che intreccia poesia, musica e drammaturgia per raccontare una storia di carcere e riscatto

Protagonista è un detenuto coinvolto in un percorso di riabilitazione artistica basato sulla poesia. Molti sono i temi su cui riflettere: mascolinità, stigma e potere trasformativo dell’arte. 

Una sfida creativa che mette in scena il confine tra colpa e libertà, costituita da un nutrito gruppo di autori, musicisti e registi, tra cui Vittoria Licostini, Fabrizio Rizzolo, Eugenio Fea e Walter Cinquinella . Un progetto che dimostra come la parola possa tornare a essere strumento di salvezza.

Virginia Carotta

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Elisabetta Testa

Da giovane giornalista creativa, scrivo di persone dalle storie incredibili, che hanno Asti nel cuore, che ne conservano un dolce ricordo, che qui ci hanno messo radici e che, orgogliosamente, fanno conoscere la nostra città in altre terre.
Orgoglio Astigiano è la storia di un salto, personale e professionale; è un invito a riscoprire se stessi attraverso le testimonianze di chi ce l'ha fatta.
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