Green | 01 giugno 2025, 13:37

Da Asti alla Val di Fiemme: il documentario che ascolta gli alberi conquista il pubblico

Lo scienziato Alessandro Chiolerio, originario di Vigliano, il regista Paolo Ceretto e il produttore Massino Arvat hanno raccontato la genesi del documentario in una serata particolarmente partecipata

Un'immagine della serata

Un'immagine della serata

Applausi e un vivace dibattito hanno accolto venerdì sera, in Sala Pastrone, la presentazione astigiana del film documentario "Il Codice del bosco". Per la prima volta in città, l'evento ha visto la partecipazione del regista Paolo Ceretto, del produttore Massimo Arvat e dello scienziato Alessandro Chiolerio, figura centrale del documentario e originario di Vigliano d'Asti. Un legame, quello con il territorio astigiano, rafforzato dalle origini di Arvat, la cui madre era di Refrancore e il nonno era il noto pittore Massimo Quaglino.

Il documentario, diretto dallo stesso Ceretto con Alessandro Bernard, offre uno sguardo profondo sul tentativo di due scienziati di stabilire un nuovo dialogo con la natura. Alessandro Chiolerio, descritto come uno scienziato che a tratti sembra un alchimista, utilizza tecnologia e biologia per captare segnali elettrici dalle piante. Al suo fianco, l'ecologa visionaria Monica Gagliano, che con i suoi studi sulla comunicazione e l'intelligenza delle piante sfida la scienza moderna. I loro esperimenti si svolgono tra le foreste devastate prima dall'uragano Vaia e poi dall'epidemia di bostrico.

Un disastro ambientale e una nuova speranza

Tra ottobre e novembre 2018, la tempesta Vaia ha colpito duramente il nord-est italiano, abbattendo circa 14 milioni di alberi e creando terreno fertile per il bostrico. Questo minuscolo insetto, nutrendosi degli alberi caduti e attaccando anche quelli sani, complice la siccità del 2022, ha scatenato una vera e propria epidemia che minaccia intere foreste. È in questo scenario, precisamente in Val di Fiemme, a Costa Bocche (Paneveggio, TN), che Chiolerio e Gagliano si incontrano per cercare di comprendere il linguaggio del bosco.

Alessandro Chiolerio, con un percorso che lo ha portato da Torino a Pasadena con la Nasa, fino al Max Planck Institute in Germania, ha sviluppato i Cybertree, dispositivi prodotti dalla start-up sarda OpenAzienda che fondono tecnologia e biologia per rilevare i segnali elettrici delle piante. Monica Gagliano, scienziata di fama internazionale, ha invece esplorato le saggezze indigene e aperto la strada alla bioacustica delle piante, dimostrando la loro capacità di emettere "voci" e percepire suoni.

La serata astigiana ha visto la partecipazione di un folto gruppo di persone attente e partecipi. Il dibattito che ne è seguito è stato particolarmente sostenuto, con interventi e domande provenienti anche dal mondo degli agronomi. Significativa anche la presenza in sala di due scienziate del CREA di Asti, a testimonianza dell'interesse scientifico per le tematiche trattate.

"C’era un tempo in cui l’uomo guardava alla natura con rispetto e meraviglia", si legge nelle note di regia. "Oggi, invece, abbiamo smesso di ascoltare. Quello che doveva essere il resoconto lineare di un esperimento è diventata un’esperienza inattesa [...], che ci ha rivelato il vero cuore del processo scientifico: un viaggio fatto di ipotesi, errori e scoperte. [...] Oggi si parla molto di Intelligenza Artificiale, ma forse abbiamo bisogno prima di tutto di riconnetterci con un’altra intelligenza: quella della natura".

"Il Codice del bosco" è stato presentato in anteprima assoluta al 73. Trento Film Festival giovedì 1° maggio alle 18.45 e distribuito al cinema in tour a partire dal 5 maggio. Il film è prodotto da Zenit Arti Audiovisive in collaborazione con MIC e Film Commission Torino Piemonte, e distribuito in Italia da OpenDDB.

Redazione

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Elisabetta Testa

Da giovane giornalista creativa, scrivo di persone dalle storie incredibili, che hanno Asti nel cuore, che ne conservano un dolce ricordo, che qui ci hanno messo radici e che, orgogliosamente, fanno conoscere la nostra città in altre terre.
Orgoglio Astigiano è la storia di un salto, personale e professionale; è un invito a riscoprire se stessi attraverso le testimonianze di chi ce l'ha fatta.
Orgoglio Astigiano per me è sinonimo di scelta: la mia e quella degli altri.
Per questo ho voluto scrivere in prima persona ogni articolo della rubrica, convinta di riuscire a portare anche te nel mio mondo.
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