Quella odierna sarà una giornata di mobilitazione per i lavoratori di Poste Italiane. SLC CGIL e UIL Poste hanno infatti proclamato uno sciopero che coinvolgerà tutto il personale del Gruppo per l'intero orario di lavoro. La protesta nasce in risposta alla contestata riorganizzazione aziendale che, secondo i sindacati, rischia di penalizzare duramente sia i dipendenti sia la qualità dei servizi ai cittadini, con un impatto particolarmente pesante previsto per la provincia di Asti.
Al centro della vertenza, aperta nelle scorse settimane, ci sono i piani di Poste Italiane che interessano tutti i settori: dal Mercato Privati (gli sportelli), a Posta Comunicazione Logistica (i portalettere), fino a Digital Tecnology Operation (il personale che gestisce, ad esempio, i contratti per SIM e utenze energetiche). Una riorganizzazione che altre sigle sindacali hanno invece avallato sottoscrivendo un accordo specifico.
Le conseguenze più dirette per l'Astigiano, denunciano SLC CGIL e UIL Poste, si tradurranno in una significativa riduzione dell'organico. "In Provincia di Asti i tagli riguarderanno 29 portalettere", afferma Patrizia Bortolin, RSU e RLS Cgil in Poste Italiane SPA, "di cui 21 su Asti città, 4 su Canelli e 4 su Villafranca". Una decisione definita "una cura draconiana" che, secondo la sindacalista, "impatterà negativamente sui servizi erogati da Poste nella nostra Provincia che già soffre di carenze di personale, come più volte da noi denunciato". La riorganizzazione, inoltre, potrebbe coinvolgere anche il personale di Staff della RAM (Responsabile Area Mercato), con possibili cambi di sede lavorativa.
I sindacati sottolineano come i tentativi di riaprire un tavolo di trattativa con l'azienda negli ultimi mesi siano stati vani, rendendo inevitabile lo sciopero. Oltre al no ai tagli, sul tavolo ci sono altre richieste cruciali: la stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato, la trasformazione da part-time a full-time di tutti i contratti in essere e l'aumento dei premi di risultato, "anche considerando gli ottimi utili dell’azienda", precisano i sindacati.
Un'ulteriore fonte di preoccupazione per Cgil e Uil è la questione della cessione di ulteriori quote azionarie di Poste Italiane detenute dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Un'operazione vista come una "svendita in piena regola che riduce ancora di più l’influenza dello Stato in quella che è una delle sue aziende gioiello". Il timore è che una maggiore presenza privata possa portare a una progressiva riduzione degli sportelli – 120 quelli attuali nella provincia di Asti – e dei servizi universali offerti ai cittadini.
Rivolgendosi direttamente all'utenza, e in particolare ai pensionati che oggi potrebbero trovare gli uffici postali chiusi, Bortolin conclude: "Come CGIL e UIL chiediamo scusa a tutte le pensionate e a tutti i pensionati che troveranno l'Ufficio Postale chiuso, ma siamo certi che capiranno la lotta che stiamo portando avanti, nel loro interesse per garantire la fruizione dei servizi che utilizzano attualmente anche negli anni a venire".