Attualità | 11 giugno 2025, 07:03

Mariano Rabino: “Il riconoscimento Unesco ci ha resi consapevoli. Ora il vero investimento è nei giovani e nei residenti”

Il presidente dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero commenta i risultati della ricerca sugli impatti dei Paesaggi vitivinicoli Unesco: “Un patrimonio frammentato, ma vivo. Serve un turismo più lento, sostenibile e vissuto da chi ci abita. Stiamo lavorando a delle app che rivoluzioneranno la mobilità”

Archivio Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte Langhe, Roero, Monferrato Unescp (Credito Carlo Avataneo)

Archivio Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte Langhe, Roero, Monferrato Unescp (Credito Carlo Avataneo)

“Rutilante sviluppo turistico”. Mariano Rabino lo definisce così. È l’espressione che usa quando ripercorre i trent’anni di crescita del nostro territorio, concentrandosi su ciò che davvero conta oggi: “Non possiamo vivere solo di enogastronomia. Il turismo ci ha insegnato che la cultura, la mobilità sostenibile e la qualità della vita dei residenti sono la vera partita del futuro”.

Presidente dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Mariano Rabino commenta la ricerca sugli impatti economici, sociali e comunicazionali a dieci anni dall’iscrizione Unesco. Lo studio, firmato dal professor Guido Guerzoni, economista, ha evidenziato un ritorno economico di 209 milioni di euro, una copertura mediatica da 32 milioni e un dato sorprendente: il 78% degli intervistati ritiene che il valore del sito sia più riconosciuto dai turisti rispetto ai residenti.

Con lucidità, il presidente riconosce le contraddizioni. “Ci sono borghi che sembrano dimenticati, altri che brillano. Il nostro è un territorio a macchia di leopardo. Non possiamo accettare che la bellezza resti concentrata, che l’identità venga meno. Ci sono comuni in cui c'è troppa offerta, altri dove mancano ristoranti, osterie, perfino luoghi d’incontro o una proposta turistica di base.”

Ed è proprio qui che entra in gioco la tenuta sociale. “Il rischio vero è la desertificazione: commerciale, artigianale, umana. Senza luoghi di vita, senza giovani, senza imprenditoria locale, anche il turismo diventa un guscio vuoto. Eppure la domanda c’è, il potenziale è reale. Bisogna solo distribuire meglio l’offerta.”

Un esempio concreto arriva subito dopo: “Attenzione a non esagerare: una bottiglia di vino al ristorante non può costare più del pasto. Dobbiamo conservare l’anima. Ristoranti stellati sì, ma anche trattorie, osterie, locande. L’ospitalità deve essere calda, familiare, non asettica e tecnologica da remoto.”

Tra i temi importanti, quello delle locazioni turistiche: “Devono restare un’eccezione. Altrimenti rischiamo speculazioni che gonfiano i prezzi e svuotano i paesi. L’investimento da fare è un altro: convincere i giovani a restare, creare le condizioni per una nuova imprenditoria agricola e culturale, anche con l’aiuto della tecnologia e delle fondazioni.”

Rabino lancia anche un appello alla riscoperta reciproca, promuovendo un turismo interno ancora poco valorizzato: “Perché un langhetto non può passare un weekend nel Monferrato, e un monferrino nell’Alta Langa? Insegniamo a noi stessi a conoscere il nostro territorio, a viverlo. C’è chi sa meno di chi ci visita da fuori.”

Lo sguardo è anche al futuro. “Stiamo lavorando a nuove app per la mobilità sostenibile e stiamo pensando di aprire una riflessione strategica entro fine anno, per aggiornare la programmazione. La spinta del Roero a entrare nel CdA dell’ATL con un rappresentante è il segnale più bello: ci sentono uno strumento utile. Anche dal Monferrato sono arrivati segnali di soddisfazione da parte di sindaci e operatori, che oggi riconoscono il valore dell’investimento fatto anni fa nel nostro Ente. Non è tutto semplice, certo. Ma stiamo crescendo. E dobbiamo farlo insieme, con lentezza e visione.”

Centrale resterà anche la formazione. “Ci vuole preparazione per gli operatori, ma anche per i cittadini. Non si può vivere in un sito Unesco senza sapere cosa significa. Le istituzioni devono garantire qualità della vita per i residenti: è la miglior tutela anche per i turisti.”

Daniele Vaira

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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