Eventi | 11 giugno 2025, 18:04

“La Grande Storia” al Passepartout Festival: riflettori sulla leva militare con Gianni Oliva

Venerdì 13 giugno alla Biblioteca Astense si parla di generazioni in divisa, tra passato storico e nuove prospettive di difesa

“La Grande Storia” al Passepartout Festival: riflettori sulla leva militare con Gianni Oliva

Venerdì 13 giugno alle 18.30, è in programma l’evento extra di Passepartout Festival, “La Grande Storia”, con Gianni Oliva che dialogherà con Vanni Cornero e Gianfranco Imerito su “Addio mia bella addio. Soldati di leva, le generazioni in divisa”.

 L’evento, ospitato nel cortile della Biblioteca Astense, dove si parlerà del tema della chiamata alle armi. una pratica su cui, per oltre due secoli, a partire dalle rivoluzioni americana e francese, il mondo occidentale fondò i propri strumenti militari, vedendo il servizio di leva come diritto-dovere del cittadino di difendere la patria con le armi.

In Italia, ad esempio, si mantenne l’impostazione del Regno di Sardegna, con il servizio militare "di precetto", che costituì per circa 150 anni un rito di passaggio che accomunava le generazioni.

La leva obbligatoria venne sospesa all’inizio di questo secolo, a seguito della fine della Guerra Fredda e delle, ormai differenti, esigenze di difesa.

Tuttavia, con il conflitto russo-ucraino e l'instabilità di altre aree strategicamente sensibili, il discorso sulla chiamata alle armi dei cittadini è sempre più attuale.

 In questo appuntamento, infatti, si esploreranno le vicende passate e nuovi scenari legati ai soldati di leva.

Redazione

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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