La scrittura è impiattamento. Con questa immagine, Pablo Trincia ha descritto l’ultimo passo di un percorso che si sviluppa attraverso fatti, testimonianze, emozioni: ingredienti indispensabili per la nascita di un racconto.
Durante il primo appuntamento dell’Attraverso Festival a Nizza Monferrato, però, Trincia è partito dall’origine di una storia, dalla sensazione di un "innamoramento con mille incognite", un interesse fortissimo di capire, di sviscerare ogni cosa. Ma innamorarsi di una storia non basta. Dietro ogni narrazione ben riuscita c’è un lavoro che dura mesi: sei, otto, a volte di più. Ore di ricerche, verifiche, interviste. E un vincolo spesso sottovalutato: la disponibilità di protagonisti e testimoni. Senza voci vive, senza qualcuno disposto a raccontarsi, la storia resta incompleta.
Quando finalmente si riesce a convincere qualcuno a partecipare, ci si addentra in una vera e propria giungla di possibilità e incertezze: “È sempre un po’ un’incognita - ha spiegato - perché non sai mai se quella persona sarà disponibile, se avrà voglia, se non si sarà stufata. E all’improvviso ti ritrovi dentro questa giungla”.
Ma, se ogni storia nasce dal profondo interesse di chi la narra, l’obiettivo primario di quest’ultimo è costruire un "mondo dal quale le persone non vogliono più uscire, niente preamboli, subito dentro”. Trincia, così, ha iniziato ad addentrarsi nel processo di costruzione dei propri lavori, sottolineando l’importanza di comprendere come mantenere l’interesse dello spettatore.
“Catturare e mantenere l'attenzione del pubblico è una sfida. Dobbiamo lottare contro le mille distrazioni, soprattutto oggi in un mondo di internet, di social media, di messaggi, di telefonate. La gente si distrae molto più facilmente. Per questo, è essenziale creare una narrazione densa, forte in cui all'interno di ogni episodio da 40 minuti ci siano almeno 5, 6, 7 anche 8 scene diverse".
Allora entrano in gioco empatia e curiosità, pilastri della narrazione perché sottendono uno sguardo verso gli altri. La propria prospettiva sul mondo, poi, sarà ciò che rende una storia interessante: "Se il tuo sguardo non è interessante, nulla sarà interessante".
“Ma hanno tutti una storia da raccontare?”, ci si potrebbe benissimo domandare. Secondo Pablo Trincia la risposta è “Sì”, non serve avere avuto una vita avventurosa, ognuno di noi ha un racconto pronto, un vero e proprio film interiore, che spesso ha solo paura di uscire. Per questo anche le nostre storie personali sarebbero incomplete, vissute tramite versioni tramandate, non certe. Questo rende la ricerca ancora più importante e, per Pablo Trincia, un passo fondamentale è comprendere la narrazione complessa della nostra storia personale perché, scavando, chiedendo, interrogando, potremmo conoscere meglio anche noi stessi.
Questa sera l’appuntamento con Alessandro Barbero
L’appuntamento odierno vedrà protagonista lo storico e divulgatore Alessandro Barbero, pronto a raccontare lo “ius primae noctis”, dimostrando come il presunto diritto feudale di consumare la prima notte con le spose dei sudditi sia un’invenzione umanistica, nata per dipingere il Medioevo come un’epoca oscura. La scelta di Nizza non è casuale: la cittadina lega la sua fondazione a questa leggenda attraverso l’opera settecentesca dell’Abate Cordara "Il Fodero ossia il Ius sulle spose degli antichi signori".
"Pur essendo vere le violenze sulle donne medievali – spiega Barbero – lo Ius Primae Noctis non è mai esistito come diritto codificato".
Un viaggio tra rigore scientifico e divulgazione, che omaggia anche la storia locale negli 800 anni dalla fondazione di Nizza Monferrato.