Sanità | 12 settembre 2025, 09:40

Il futuro della sanità piemontese su "Futura", la trasmissione in collaborazione con Cgil Asti: promesse, criticità e territorio [VIDEO]

Confronto sul nuovo piano sociosanitario regionale con ospiti che hanno analizzato prospettive e limiti del Piano sociosanitario 2025-2030 della Regione Piemonte

Il futuro della sanità piemontese su "Futura", la trasmissione in collaborazione con Cgil Asti: promesse, criticità e territorio [VIDEO]

Il confronto che si è svolto ieri sul nostro giornale nella trasmissione “Futura, la società che vogliamo”, in collaborazione con Cgil Asti, ha posto al centro il nuovo Piano sociosanitario 2025-2030 della Regione Piemonte, documento strategico destinato a disegnare la sanità dei prossimi anni, con un’attenzione particolare all’organizzazione territoriale, alle nuove strutture e ai nodi mai risolti come personale, risorse e vera equità d’accesso.

Un piano tra consenso e dubbi, il nodo degli organici

Il dibattito vede d’accordo Claudio Lucia, presidente dell’Ordine dei medici di Asti, sull’importanza dell’impostazione generale del piano e sulla centralità attribuita alla medicina territoriale e alle squadre multiprofessionali. Lucia, riportando il parere degli ordini medici, evidenzia come il documento, pur largamente condiviso dal mondo sanitario, non possa prescindere dalla durissima realtà della carenza di personale, problema nazionale che in Piemonte e nell’Astigiano rischia di diventare drammatico anche nel breve periodo per medici e, soprattutto, infermieri. “Senza infermieri – sottolinea – non possiamo lavorare. Serve una programmazione lungimirante e una forte semplificazione delle procedure burocratiche”.

Lucia chiede inoltre un maggiore riconoscimento sul piano pratico all’area dell’Astigiano, citando il progetto per il presidio di Valle Belbo come occasione strategica di decongestionamento dell’ospedale di Asti, a patto però che vi siano risorse e organici adeguati: “Abbiamo un contenitore nuovo, efficiente, non sprechiamolo.” Tra le proposte, anche soluzioni di trasporto sociale per gli anziani, spesso restii ad affrontare lunghi spostamenti in condizioni di disagio.

Proposte da migliorare: tra iter politico e assenza di soluzioni concrete

Fabio Isnardi, consigliere regionale PD e membro della Commissione Sanità, ricostruisce l’iter del Piano, attualmente solo proposto dalla Giunta e ancora all’inizio della sua discussione in Consiglio. Sottolinea come tutte le organizzazioni professionali e sociali saranno chiamate a esprimersi: “Le associazioni, il terzo settore, i sindacati giocano un ruolo decisivo nei percorsi di audizione e nella definizione degli emendamenti”.

Isnardi mette però subito in guardia rispetto ai difetti più evidenti: “Il Piano elenca moltissime criticità, ma offre poche soluzioni concrete. Non dice come si troveranno i medici e gli infermieri necessari. Ad esempio, sulla Valle Belbo manca perfino la menzione della nuova struttura, i cui lavori dovrebbero terminare a breve, ma che rischia di restare senza funzioni reali, se non sarà valorizzata nel documento finale”.

La questione risorse e l’equità: tante intenzioni, poche certezze

Per Luca Quagliotti, segretario Cgil Asti, il nodo è la distanza tra le enunciazioni di principio e le possibilità pratiche: “Il piano parla di equità, lotta alle disuguaglianze, universalismo, ma senza risorse aggiuntive. Non è stanziato un euro in più, e il rischio è di scivolare in un nuovo piano di rientro”. Quagliotti critica la scelta di introdurre nuove figure poco valorizzate (“assistenti infermieristici” privi di riconoscimento contrattuale vero, che potrebbero abbassare la qualità dell’assistenza), invece di investire realmente su formazione e dignità professionale degli infermieri e di tutto il personale sanitario.

Valle Belbo e la verità sulla nuova struttura: “non chiamatelo ospedale”

Maurizio Carcione, portavoce del Comitato Articolo 32 Valle Belbo, invita a non alimentare illusioni sulla nuova struttura: “Non sarà un ospedale in senso classico, come la gente si aspetta. Sarà un presidio territoriale, importante ma con servizi limitati: punto di primo intervento, diagnostica strumentale fino alle 16, qualche ambulatorio specialistico e altri servizi assistenziali. Definirlo ospedale è pubblicità ingannevole. È fondamentale essere onesti e trasparenti, non creare aspettative che la realtà non potrà soddisfare”.

Carcione spiega come il Comitato continui a portare al tavolo proposte concrete, coinvolgendo associazioni, operatori sanitari e cittadini, per costruire servizi realmente rispondenti ai bisogni locali, e chiede un confronto aperto e costante con i vertici dell’Asl.

Il dibattito restituisce un quadro fatto di grandi promesse strategiche, condivisione di principi e necessità di modernizzazione, ma anche di molta incertezza sulle risorse disponibili, sulle soluzioni concrete a problemi cronici di personale e sulla reale capacità di rendere efficace la “svolta epocale” che il Piano si propone. Il territorio attende risposte vere, coinvolgimento, e soprattutto azioni che traducano le “linee guida” in diritti e servizi reali per la comunità.

Tutte le considerazioni nel video della diretta.


 

Redazione

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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