Quando vince il Palio un borgo come la Torretta, davvero si capisce cosa è la Festa.
Perché la Torretta è un borgo che fa Palio sempre nella buona (rara) e nella cattiva (spesso) sorte paliesca. E' un borgo costruito intorno ad un senso di comunità: una piazza, una chiesa, un quartiere. Quando vince la Torretta, al netto che una vittoria è una vittoria per chiunque e di questo non si discute, capisci che dietro ogni fantino e ogni cavallo c'è un popolo. Borgata periferica la Torretta, dove forse è più di altre parti c'è un senso di quartiere di appartenenza. Il rettore, Davide Penna, che nella Torretta è nato e cresciut, lì ha le radici di suo padre, l'indimenticato Giovanni che stasera è stato ricordato. Il rettore ha parlato delle campane, che hanno suonato a lungo in attesa del corteo festante di ritorno da piazza Alfieri.
Ma hanno suonato, le campane della chiesa della Nostra Signora di Lourdes per tanti altri motivi in questi anni. Alcuni belli, altri purtroppo molto meno. Stasera sono le campane della vittoria, ad accompagnare il popolo della Torretta. Il parroco Paolo Lungo le ha fatto intonare anche "Tu scendi dalle stelle", classico canto natalizio intonato a gran voce da una chiesa stracolma di gioia.
"E' uno scherzo" spiega il don, che risale ad un'altra vittoria, quella del 2004. Ma da stasera è Natale su serio alla Torretta davvero e lo sarà tutto l'anno.
E' la legge del Palio questo: dolcissima per il vincitore e amara per gli altri, la conosce bene la Torretta, che tanti anni è tornata in piazza e non ha sentito le campane suonare. Bene, stasera ha riscattato, nell'unico modo che ci si può riscattare nel Palio, mettendo il proprio cavallo davanti a tutti gli altri. E non c'è stata discussione su quello, con tre giri fatti sempre in testa: i rivali di Santa Caterina ci hanno provato, ma nessuno è stato in grado di prendere Chimera da Clodia. Onore agli sconfitti, chiede sempre il don. L'applauso c'è, tiepido ma c'è: e sinceramente stasera non si può chiedere di più.
E forse è una storia di riscatto questo Palio 2024: riscatto per la Torretta, come ci siamo già detti, ma riscatto anche per Antonio Siri. Il suo Palio, lo scorso anno, è finito nel peggior modo possibile: con la sua vita appesa ad un filo. Oggi la sua uscita di piazza è stata da vincitore. Onore ad un fantino che ha sempre lavorato bene e con impegno, a a cui è mancata sempre l'affermazione in un grande Palio. Bene, stavolta le campane hanno suonato anche per lui.
"Non lasciateci più soli" è l'appello del rettore dall'ambone della chiesa. Nella vittoria, ma soprattutto nelle tante sconfitte, che inesorabilmente, arriveranno negli anni a venire. Perché il Dio del Palio è sempre troppo avaro di sorrisi. "Non lasciateci più soli", perché la comunità è la vera anima della Torretta. Anima popolare che guarda alla periferia ovest, con una sede che non è più quasi città ma già campagna, ma borgo che sa da sempre interpretare il Palio. Soffrire, quando c'è bisogno, e gioire come stasera e per molti giorni a venire. Ma insieme.