La Rete Welcoming Asti è tornata ieri sera in piazza per gridare il suo no alla guerra e manifestare vicinanza al popolo palestinese, ma anche a tutte le vittime di conflitti dimenticati.
In piazza San Secondo si è svolto un intenso momento di riflessione fatto di gesti simbolici: il ricamo collettivo di un lenzuolo della pace, letture di testimonianze e un silenzio carico di significato che ha coinvolto decine di cittadini astigiani.
L'indignazione per l'escalation di violenza
L'iniziativa è nata dall'indignazione per l'escalation di violenza in Palestina e dall'ultimo report di Amnesty International, che denuncia l'uso della fame come arma di sterminio a Gaza.
"Basta progetti di sterminio, basta complicità da parte dei Paesi occidentali", hanno dichiarato gli organizzatori durante la manifestazione. "Tacciano le armi, si liberino gli ostaggi, si fermi l'occupazione e la deportazione".
Mentre milioni di persone in tutto il mondo continuano a protestare, molti governi si limitano a condanne retoriche, senza azioni concrete. Per questo la Rete Welcoming Asti ha scelto di portare in piazza i nomi delle vittime, seguendo l'esempio del Cardinale Zuppi a Monte Sole.
I nomi e i numeri di un massacro
Durante la manifestazione è stato letto un elenco dei bambini uccisi a Gaza, raggruppati per nome ed età. Un momento particolarmente toccante che ha visto i partecipanti ascoltare in religioso silenzio.
"Sono stati uccisi almeno 935 Mohammed, 439 Ahmed, 110 Noor, 106 Layan…" – hanno spiegato gli organizzatori – "e tra loro 710 avevano meno di un anno, 1.793 tra uno e tre anni". Un dato agghiacciante che ha colpito profondamente i presenti.
Tra le letture che hanno caratterizzato la serata, hanno risuonato anche le parole dell'Arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia: "Convertite i piani di battaglia in piani di semina, i discorsi di potenza in discorsi di cura. Sedete accanto alle madri che frugano tra le macerie per salvare un peluche: scoprirete che la strategia suprema è impedire a un bambino di perdere l'infanzia".
Un momento di costruzione della pace
L'evento si è concluso con un invito concreto alla costruzione della pace, oltre le parole. Il ricamo collettivo del lenzuolo ha simboleggiato la volontà di tessere insieme un futuro diverso, mentre il silenzio finale ha rappresentato, come hanno sottolineato gli organizzatori della Rete Welcoming, quella verità per cui "il silenzio a volte grida più di mille discorsi".