Un nuovo fronte di tensione si apre nel mondo sanitario piemontese. Il Nursind Piemonte lancia l'allarme su quello che definisce "un attacco diretto alla categoria": le aziende sanitarie del territorio sarebbero le prime in Italia a voler recuperare somme relative ai compensi per lavoro straordinario degli infermieri, sulla base di un recente interpello dell'Agenzia delle Entrate.
L'interpello dell'Agenzia delle Entrate
Al centro della controversia c'è un interpello dell'Agenzia delle Entrate relativo all'imposta sostitutiva del 5% sui compensi per lavoro straordinario erogati agli infermieri dalle aziende e dagli enti del SSN.
La Legge di Bilancio 2025 aveva previsto un'aliquota agevolata del 5% sulle retribuzioni derivanti da prestazioni di lavoro straordinario per gli infermieri, "finalizzata a riconoscere economicamente l'impegno degli stessi a garantire la continuità assistenziale, spesso compromessa dalle croniche carenze".
La distinzione che cambia tutto
Il problema nasce dalla distinzione operata dall'Agenzia delle Entrate tra due tipologie di straordinario. "Quando il personale infermieristico svolge servizio di pronta disponibilità e viene richiamato in servizio, le ore di lavoro effettuate vengono retribuite a titolo di straordinario", spiega il Nursind.
Tuttavia, "l'Agenzia delle Entrate ha stabilito che per questo tipo di lavoro straordinario non vale la detassazione del 5%, in quanto coesisterebbero due tipologie di straordinario": lo straordinario "ordinario" e lo straordinario di "pronta disponibilità".
Secondo l'interpretazione dell'Agenzia delle Entrate, solo lo straordinario "ordinario" - quello "reso oltre l'orario contrattuale" - sarebbe soggetto alla detassazione agevolata. Le ore aggiuntive effettuate dopo essere stati richiamati in servizio durante la pronta disponibilità dovrebbero invece "essere tassate regolarmente".
Il Piemonte precursore del recupero
"Mentre in tutta Italia nessuno ha ancora posto il problema, le ASL piemontesi sono in prima linea nel voler recuperare le somme", denuncia il sindacato. "Secondo l'agenzia delle entrate non spetterebbe. Qualcuna ne ha già dato comunicazione".
Una situazione che il Nursind definisce "un ennesimo schiaffo alla categoria che non possiamo non considerare un attacco diretto".
Le conseguenze per gli infermieri
Il recupero delle somme già erogate rappresenterebbe un durissimo colpo per il personale infermieristico, già alle prese con turni estenuanti e carenze croniche di organico. La detassazione del 5% era stata infatti concepita proprio per riconoscere economicamente l'impegno straordinario richiesto agli infermieri.
Di fronte a questa situazione, il Nursind ha informato l'Assessore alla Sanità Federico Riboldi, chiedendo un intervento per "affrontare una situazione inaspettata e imprevedibile finalizzata a trovare una soluzione".
"Si tratterebbe di un ennesimo schiaffo alla categoria", sottolinea il segretario regionale Francesco Coppolella. "In un momento delicato come questo dove invece servirebbe ulteriori azioni per valorizzare e attrarre la professione, aprendo inoltre la strada a tutta una serie di contenziosi giudiziari".
Il Nursind evidenzia come questa interpretazione dell'Agenzia delle Entrate rappresenti "un problema politico che riteniamo debba essere immediatamente affrontato e risolto, posto naturalmente una evidente intempestività del legislatore e una chiara evidenza contrattuale".
Il sindacato conclude auspicando che "tutto ciò non è accettabile e renderebbe ancora più duro e faticoso il rapporto tra istituzioni e categoria", in un momento già difficile per il sistema sanitario regionale.










