Cultura e tempo libero | 27 giugno 2025, 06:49

Venerdì 27 giugno: una giornata teatrale tra lune bugiarde, case condivise e passioni alfieriane

Quattro spettacoli attraversano il giorno e la notte di AstiTeatro 47, in un crescendo di immagini, domande e ironia poetica

Ph Valentina Zanaga

Ph Valentina Zanaga

Il venerdì di AstiTeatro 47, in programma il 27 giugno, è una piccola maratona emotiva e immaginativa che si apre tra gli alberi del Boschetto dei Partigiani e si chiude sotto le stelle ai Giardini Guglielminetti, passando per lo Spazio Kor e l’Archivio Storico. Quattro spettacoli diversissimi tra loro – ma uniti dal desiderio di interrogare il presente, evocare sogni e giocare con i miti – offrono al pubblico una giornata fitta di sorprese.

Ca’ Mea: l’equilibrio precario dell’intimità condivisa

Si comincia alle 18 al Boschetto dei Partigiani, con ingresso libero, per Ca’ Mea della compagnia AGA/Smart Soc Coop. Lo spettacolo è firmato e interpretato da Maria Gaia Cafaggi, Alessandra Ricci e Agnese Valentini, che trasformano la loro convivenza reale in un’esperienza di teatro-circo intima e ironica. Il loro è un “tour public” in cui il linguaggio fisico dell’equilibrismo incontra la tenerezza e le tensioni della quotidianità. Tre amiche, tre coinquiline, tre artiste esplorano come si abita uno spazio comune, tra affetti, piccoli scontri, momenti surreali e dolcezze inattese. Il risultato è una riflessione leggera ma mai banale sulla fragilità delle relazioni e sull’arte di restare in piedi, dentro e fuori dal palco.

Mulino Bianco: i bambini interrogano il nostro pianeta malato

Alle 19.30 allo Spazio Kor, arriva Mulino Bianco – Back to the green future, nuova produzione di Babilonia Teatri in collaborazione con Operaestate Festival Veneto. In scena, oltre a Valeria Raimondi ed Enrico Castellani, ci sono anche Ettore e Orlando Castellani, due bambini che diventano veri e propri protagonisti dello spettacolo. È a loro, infatti, che spetta il compito più difficile: fare le domande giuste sul nostro rapporto con la Terra.

Chi ha scritto il contratto d’affitto del nostro pianeta? Quanto manca allo sfratto? In un tono che oscilla tra il ludico e il provocatorio, il lavoro fonde parole, immagini video e riflessioni scientifiche e poetiche per mettere a nudo le responsabilità degli adulti. Con la consueta carica dissacrante, Babilonia Teatri ci costringe a guardare con occhi nuovi la crisi ambientale e a chiederci se sia ancora possibile invertire la rotta.

Stralunati: la luna traditrice e il bisogno disperato di amare

Alle 22 all’Archivio Storico, lo sguardo si alza verso il cielo. Ma non per cercare rifugio, bensì per evocare la Luna più infida, quella che “mente sapendo di mentire”. Stralunati, della compagnia Teatrialchemici, è un viaggio poetico e allucinato, un inno disperato e appassionato all’amore, alla follia, alla contraddizione. In scena, guidati da Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, una compagnia corale e instabile guarda la Luna come una madre crudele e seducente: “La bestemmiamo perché in fondo la amiamo e non ne possiamo fare a meno”. Non vogliono andarci, su quella Luna, ma evocarla, bagnarsi della sua luce, perché solo chi ama fino in fondo può davvero salvarsi.

Citofonare Alfieri: la festa immaginaria di tre attrici e del loro eroe tragico

A chiudere la giornata, alle 22.30 nei Giardini Guglielminetti, arriva la prima nazionale di Citofonare Alfieri – …tragiche passioni, del Teatro delle Furie. Tre attrici – Rossana Peraccio, Daniela Placci e Valentina Veratrini – ricevono un misterioso messaggio dal loro agente: “Vestito, parrucchiera, via Flaminia 88. Citofonare Alfieri”. Da lì parte una festa mentale e teatrale, una sorta di reunion tragicomica dove le protagoniste, non proprio dive, si ritrovano a raccontare la loro vita artistica attraversata dal culto per Vittorio Alfieri. I suoi testi, le sue passioni, i suoi personaggi diventano spunto per ricordi, litigi, confessioni, in un pastiche che mescola teatro classico, comicità surreale e intelligenza femminile. È un omaggio irriverente e affettuoso al drammaturgo astigiano, ma anche una riflessione dolceamara su cosa significhi oggi fare teatro con passione, e senza gloria.

Alessandro Franco

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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