"Un ritorno alle origini". Con queste parole il colonnello Giovanni Di Niso, 56 anni, pugliese, ha definito la sua nomina a nuovo comandante provinciale dei Carabinieri di Asti. Un incarico che segna una seconda tappa nella sua carriera astigiana, ben diversa dalla prima.
L'ufficiale, che subentra al colonnello Paolo Lando, aveva infatti già operato in città come giovane tenente, ricoprendo il ruolo di comandante del Norm (Nucleo Operativo e Radiomobile) dal giugno 1992 all'ottobre 1994.
Oggi, a distanza di oltre trent'anni, torna al vertice, portando con sé un bagaglio di esperienze maturate in tutta Italia e anche all'estero. Durante l'incontro con la stampa, il comandante ha tracciato le linee guida del suo mandato, mettendo al primo posto il contatto con la gente e la protezione delle fasce più deboli della popolazione.
Priorità ai giovani e agli anziani
"L'attività del comando sarà incentrata sulla prevenzione e sulla vicinanza alle persone più vulnerabili", ha dichiarato Di Niso. Un'attenzione particolare sarà rivolta al fenomeno delle truffe agli anziani, un problema che ha già identificato come presente e grave anche sul territorio astigiano. "Metteremo il massimo impegno per contrastare queste tipologie di reati che colpiscono il nostro passato", ha affermato.
Allo stesso tempo, grande importanza verrà data ai giovani, "il nostro futuro". Il comandante intende rafforzare la collaborazione con le scuole, non limitandosi alle tradizionali conferenze. Grazie alla sua recente esperienza come Capo ufficio Comando del raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche (Racis) a Roma, punta ad arricchire gli incontri con il contributo di colleghi specializzati. "Cercheremo di portare nelle scuole professionalità specifiche per affrontare temi complessi, offrendo un supporto più mirato", ha spiegato.
Un affettuoso ricordo di Asti e la lunga carriera
Il legame del colonnello Di Niso con Asti non è solo professionale. Nei suoi ricordi, una città molto diversa da quella attuale, con un aneddoto speciale legato a piazza San Secondo.
"Ricordo una mattina in cui, mentre ero in servizio, passò la buonanima di Giorgio Faletti che, vedendomi in divisa, mi disse una frase della sua famosa canzone (Minchia, signor tenente, ndr.). È un bel ricordo che mi lega alla città", ha raccontato con un sorriso. Pur notando i cambiamenti urbanistici, preferisce non dare un giudizio affrettato: "L'ho trovata cambiata, ma è presto per dire se in meglio o in peggio. Magari tra un anno ne potremo parlare".
La sua carriera è costellata di incarichi di primo piano. Dopo Asti, ha guidato le Compagnie di Montepulciano, Nocera Inferiore e Foggia. Successivamente ha assunto il comando dei Reparti Operativi dell'Aquila, durante il drammatico periodo del terremoto del 2009, un'esperienza definita "dolorosa ma significativa", e poi di Pescara, distinguendosi in importanti operazioni contro la criminalità organizzata. Ha operato anche a Firenze e, tra il 2019 e il 2020, all'estero come Comandante di Battaglione MSU a Pristina, in Kosovo.
Nei giorni scorsi, il suo arrivo ad Asti è stato accolto ufficialmente dal prefetto Claudio Ventrice, che ha espresso fiducia nella continuità dell'impegno per garantire sicurezza e legalità alla comunità. Con la stampa, il comandante ha auspicato "un rapporto leale e corretto", garantendo massima trasparenza e collaborazione. "Sono nato e cresciuto carabiniere, ha concluso, e mi piace il contatto con le persone. Lavoreremo per questo".