Attualità | 26 settembre 2025, 18:55

L’analisi di Riccardo Rossotto all’incontro del Rotary: "L’8 settembre 1943, un armistizio giusto ma raggiunto con vergogna"

Lo storico e avvocato torinese ha tenuto una conferenza su "L’Affair 8 settembre" per il Rotary Club Asti, mettendo in luce le gravi carenze nella gestione dell’armistizio

L’analisi di Riccardo Rossotto all’incontro del Rotary: "L’8 settembre 1943, un armistizio giusto ma raggiunto con vergogna"

Riccardo Rossotto, avvocato torinese esperto in diritto industriale, giornalista pubblicista e scrittore di libri storici, è stato l’ospite della serata conviviale del Rotary Club Asti, tenutasi martedì al ristorante Ca’ Vittoria di Tigliole. Rossotto ha presentato una conferenza approfondita su “L’Affair 8 settembre”, analizzando gli eventi legati all’armistizio del 1943 con cui l’Italia uscì dal Patto d’acciaio con la Germania nazista.

Un giudizio severo sulla gestione dell’armistizio

L’oratore, autore di un volume sull’argomento, ha trattato molti aspetti poco noti di quei giorni cruciali. Pur riconoscendo la giustezza dell’obiettivo di raggiungere la pace dopo la caduta del regime fascista, Rossotto ha espresso un giudizio severo sulle modalità: "il fine era giusto – ha detto – giungere cioè alla pace dopo la caduta del regime fascista, che aveva voluto l’alleanza con Hitler; ma il modo in cui fu perseguito è stato a dir poco vergognoso". Ha evidenziato l’impreparazione italiana, come l’invio di cinque diverse delegazioni non coordinate a trattare a Lisbona e la firma degli accordi di resa incondizionata a Cassibile da parte del generale Giuseppe Castellano, che non conosceva l’inglese, la lingua in cui erano redatti.

Il ruolo fondamentale di due astigiani

Rossotto ha sottolineato il ruolo cruciale di due figure di origini astigiane in quelle ore travagliate. A spiegare il testo dell’armistizio al generale Castellano fu il diplomatico Franco Montanari, la cui famiglia paterna era di Moncalvo. L’allora capo del governo, il generale Pietro Badoglio, era nativo di Grazzano Badoglio. "Badoglio – ha detto Rossotto – era l’unica alta personalità italiana stimata dagli Alleati, fin dai tempi di Vittorio Veneto"; mentre Montanari godeva della piena fiducia americana.

Un prezzo ancora da pagare

Il giudizio complessivo dello storico è stato comunque impietoso sulla gestione degli eventi successivi: "dal pressapochismo nella gestione delle trattative alla fuga del re e del governo a Brindisi, lasciando senza istruzioni l’esercito e senza difese mezza Italia, è stata una vicenda – ha concluso – di cui stiamo ancora pagando il prezzo con le profonde divisioni che tuttora ci lacerano". Al termine della serata, il presidente del Rotary, Renzo Gai, ha ringraziato l’oratore omaggiandolo con una Magnum di vino astigiano.

Redazione

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