È un appello accorato quello che Guido Crosetto lancia al governo dopo l’emanazione del decreto cosiddetto “Cura Italia”.
L’ex parlamentare di Fratelli d’Italia, nonostante viva a Roma ormai da qualche tempo, non dimentica la sua provincia, dove è nato, ha vissuto e dove è stato sindaco di Marene, uno dei paesi oggi tra i più provati dall’emergenza sanitaria, tanto che è diventato "zona rossa".
Arriva da una famiglia di artigiani e sa che cosa significhi il tessuto delle piccole e medie imprese, che hanno fatto la forza economica della Granda e del Piemonte, ma il suo sguardo è rivolto all’intero Paese.
In un video postato sul suo profilo Facebook, nel quale appare tirato in volto e fisicamente provato, fa sentire la sua voce, non tanto per difendere le ragioni della sua parte politica, quanto per richiamare l’attenzione su di un aspetto di cui, forse, non si ha piena contezza.
“Volevo tacere – dice – ma scusatemi se non sono riuscito a trattenermi. Non voglio polemizzare con nessuno , non ho nemici da attaccare. Voglio solo cercare di spiegare quel che sta accadendo”.
Crosetto evidenzia come vi sia un’emergenza che viaggia di pari passo con quella sanitaria, che “richiede attenzione e comprensione anche da parte di chi sembra lontano dal settore privato”.
“La finanza – afferma – ha bisogno di un ‘sottostante’ fatto da migliaia di piccole, medie e grandi imprese che rappresentano l’economia reale e che se salta fa saltare l’intero Paese. Siamo il secondo Paese manufatturiero europeo che oggi è messo a durissima prova e che va tutelato in ogni modo”.
A giudizio dell’ex parlamentare lo spostamento di appena quattro giorni per gli adempimenti fiscali è una misura che non per nulla nella direzione giusta.
“Le piccole aziende cominciano a saltare e altre seguiranno nelle prossime settimane e quando succederà anche a quelle maggiori – spiega – le agenzie di rating ci impiegheranno un attimo a trasformare in carta straccia i nostri di stato. Se non capite questo – dice rivolto al governo – non avete capito nulla”.