La norma contenuta nel Dl Crescita, oggi in Consiglio dei Ministri per il via definitivo, che prevede lo stanziamento di 500 milioni di euro a tutti i Comuni deve essere ripensata. Lo ha scritto il Presidente Uncem Marco Bussone in una nota inviata al Ministro per i Rapporti con il Parlamento Fraccaro e al Ministro per il Sud Lezzi. Obiettivo della norma sarebbe finanziare gli investimenti sul territorio per favorire la crescita nell'ottica della sostenibilità. In base all'attuale formulazione del Decreto, verrebbero erogate risorse a tutti i Comuni italiani in proporzione alla popolazione residente, come già fatto con i 400 milioni previsti in legge di bilancio 2019.
Sono previste nel Dl Crescita soglie contributive che vanno dai 50mila euro per i Comuni con popolazione fino a 5mila abitanti ai 250mila euro erogati in favore dei Comuni oltre i 250mila abitanti. Le risorse finanzieranno opere per promuovere il risparmio energetico negli edifici pubblici e per consentire l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre i Comuni potranno utilizzare i fondi anche per la messa in sicurezza degli edifici pubblici; si potranno finanziare progetti per la mobilità sostenibile e per l'abbattimento delle barriere architettoniche.
"Il problema non è tanto per cosa sono destinate le risorse - spiega Marco Bussone, Presidente Uncem - tutti siamo infatti d'accordo sugli obiettivi, ci mancherebbe. Il punto è che rischiano di essere figlie dell'ennesima redistribuzione aumentando il deficit, risorse a pioggia senza particolari ed efficaci conseguenze strutturali, di medio periodo, incapaci di generare sviluppo e crescita, posti di lavoro, pil. I Comuni devono spendere i fondi su opere nuove, non già finanziate, entro ottobre. Si troveranno in una corsa che rischia di minare gli alti obiettivi legati alla sostenibilità. Rischiano di non avere una strategia se non vengono ad esempio incoraggiati a lavorare insieme, con altri Comuni, facendo squadra e generando un sistema di investimenti che concentra più pezzi su un unico obiettivo 'di territorio'. Sui fronti della green economy e dell'energia tutti sappiamo che 50mila euro in un paese o anche 250mila in una grande città non fanno la differenza. Sono certamente utili, apprezzati, ma devono essere visti in un disegno di area sovracomunale e devono sommarsi a sgravi e incentivi, come quelli del Conto termico che invece andrebbe potenziato con risorse maggiori per la PA".
"Inoltre, nel ripartire le risorse non basta il criterio del numero di abitanti - precisa Bussone - I territori montani, i nostri Comuni in base alla popolazione sono penalizzati. Bisogna compensare il riparto con un fattore territoriale, con l'estensione in chilometri quadrati. Peccato non si tenga conto dell'elemento fondamentale per le aree interne e montane del Paese".