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Al Direttore | 23 aprile 2020, 17:19

Italia Viva Asti: "Ripartiamo, con meno polemiche e più progettualità"

Riceviamo e pubblichiamo una nota dei coordinatori provinciali Angela Motta e Luigi Gallareto in merito all'emergenza da Covid-19

Italia Viva Asti: "Ripartiamo, con meno polemiche e più progettualità"

Come coordinatori di Italia Viva di Asti, esprimiamo grande preoccupazione per la situazione sanitaria, economica e sociale del Piemonte. Ci sarà tempo e modo per accertare le responsabilità per quanto sta avvenendo, quello che ci preoccupa ora è cosa accadrà dal 4 maggio e se, e come, sarà gestita la ripresa.

Abbiamo a cuore innanzitutto i malati, i sanitari che li stanno curando, i nostri anziani nelle Rsa e coloro che si occupano di loro con amore e dedizione. Ci preoccupano oltremodo i destini dei commercianti, degli artigiani, dei professionisti, delle partite Iva, degli agricoltori, degli imprenditori, di tutti i lavoratori, compresi quelli del mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport.

Ci preoccupano i genitori che devono fare i conti con la chiusura delle scuole, degli asili, dei nidi, senza baby sitter e senza nonni. La voce di tutti loro è la nostra. A loro la politica deve dare risposte chiare e garantire la sicurezza e la salute. Sarebbe troppo comodo continuare con il rimpallo delle responsabilità per nascondere errori e fallimenti che forse erano inevitabili perché nessuno era preparato ad affrontare una catastrofe di questa portata. Potremmo, sarebbe facile, proseguire con un atteggiamento populista e di facile appeal, ma non è il nostro modo di lavorare, non è il nostro metodo. In questi ultimi vent'anni le cose sono cambiate velocemente, siamo passati dal gestire risorse come se fossero infinite, quindi nuovi ospedali, case della salute, assunzioni e politiche sanitarie prevalentemente pubbliche, demonizzando il privato, ad una gestione della sanità come se si amministrasse una grande azienda metalmeccanica, fino ad arrivare all’incubo del “Piano di rientro” per gli eccessivi debiti contratti, confinati in una rigida gestione meramente contabile, con risorse limitate, blocco delle assunzioni e degli investimenti, compresi quelli già avviati, che rischiano pericolosamente di trasformarsi in inutili cattedrali nel deserto.

Poi siamo arrivati alla ristrutturazione degli ospedali senza ascoltare i territori e senza conoscerne potenzialità e risorse sia umane che tecniche. Ci siamo chiesti in queste settimane cosa sarebbe successo ad Asti se il reparto di Malattie infettive fosse stato declassato? Quante competenze, professionalità di medici, infermieri, personale sanitario, investimenti, avremmo perso? Quante vite umane abbiamo invece potuto salvare, non solo mantenendo la Soc di malattie infettive, ma anche tanti altri reparti che sono sempre stati un'eccellenza del nostro ospedale, grazie alla ferma opposizione che abbiamo fatto, anche venendo attaccati dalla nostra stessa parte politica? E quanto sarebbe stato meglio se oltre a ciò fosse rimasto un vero ospedale di territorio in Valle Belbo, ideale per curare i casi meno gravi, affetti da patologie di routine, che avrebbero evitato di intasare le strutture più attrezzate e specializzate?

Da un anno a questa parte, avremmo dovuto e voluto vedere nella nostra Regione "un'altra velocità", attraverso il lavoro quotidiano di tanti ex sindaci, grazie ad un ruolo più incisivo del cosiddetto Piemonte 2, quello dei territori più dimenticati dalle politiche torinocentriche di questi anni. Invece il risultato è sotto gli occhi di tutti, con l'aggravante dell'arroganza e del rimpallo di responsabilità. Unico denominatore comune di questi vent'anni di politica sanitaria, i direttori delle asl scelti con il mandato di rispondere solo ai diktat di Corso Regina e non ai loro territori di riferimento. Potremmo continuare a lungo, la storia è complessa e la ragione è di uno o dell'altro a seconda di come la si guarda.

Oggi la nostra unica priorità non è cercare di attribuire colpe che tutti hanno a questo o a quello, ma è capire e condividere cosa è possibile fare per uscire dall'emergenza, salvando le vite ai malati in ospedale, in Rsa e a casa; aiutando medici ospedalieri e di famiglia e tutto il personale socio sanitario a svolgere in sicurezza il proprio lavoro. Italia Viva ribadisce che questo è il tempo dell'azione e la priorità sono le risposte da dare ai malati, ai cittadini, alle famiglie e alle attività economiche. Non ci possiamo permettere di perdere altro tempo in beghe di partito, sono troppi i bisogni a cui la politica deve dare risposte immediate e concrete. Dobbiamo ripartire davvero, in sicurezza certo, ma ripartire. Meno burocrazia, meno vincoli, meno decisioni lanciate senza criterio a destra e a manca, più progetti, più investimenti, più fiducia. Noi ci siamo, se chi oggi ha responsabilità di governo a tutti i livelli, vorrà coinvolgerci per il bene comune non mancheremo di fare avere il nostro contributo di serietà, di coerenza, di progettualità per il prossimo futuro.

I Coordinatori provinciali

Angela Motta e Luigi Gallareto

Al direttore


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