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Agricoltura | 15 ottobre 2021, 13:36

Gli esperti del Consorzio Barbera d’Asti ‘promuovono’ la vendemmia 2021

Sottolineandone la qualità eccellente, ma invitano a prestare attenzione ai cambiamenti climatici

Un grappolo di uva Barbera

Quella 2021 è una vendemmia numericamente meno rilevante, ma di grande qualità. E’, in estrema sintesi, il giudizio espresso dagli esperti del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato in merito ai vigneti siti nelle zone tutelate, con uve sane e senza particolari criticità malgrado la gelata di aprile potesse incidere negativamente sull’equilibrio complessivo delle colture.

UVE SANE E CON UN OTTIMO BILANCIAMENTO TRA ACIDITA' E TENORE ALCOLICO

L’analisi del Consorzio rileva uno stato sanitario delle uve molto soddisfacente, mentre ci si prepara a monitorare e osservare l’avanzamento dei lavori in cantina. Per ora i grappoli sani e con un bilanciamento ottimo tra acidità e tenore alcolico promettono belle sorprese. La consapevolezza dei produttori di avere a che fare con una risorsa come il vino del Monferrato, che si trasforma in uno dei vettori del made in Italy nel mondo, ha portato inoltre a intervenire per tempo sulle eventuali alterazioni delle uve, anche in quelle zone più colpite dalle brevi ma impattanti ondate di maltempo.

Ottima qualità, gradazione buona, bucce delle uve spesse: sono questi i caratteri che spiccano dalla vendemmia di quest’anno – si evince dalle analisi del Consorzio – Anche dal punto di vista sanitario si evidenzia uno stato complessivo ottimale, mediando tra quei vigneti che hanno subito influenze climatiche negative, incluse in alcuni casi scottature da sole nei mesi estivi, e quelli che invece non hanno accusato problematiche di alcun genere”.

MOBRICI: "OTTIMA QUALITA', MA ATTENZIONE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI"

"Una qualità eccellente che ci lascia prevedere un’evoluzione in cantina di alto livello, in linea con quella degli ultimi anni”, afferma Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. “Il grande caldo di quest’anno – ammonisce però il presidente Mobrici –, ci mette in guardia sul futuro: stagione dopo stagione, i cambiamenti climatici sono sempre più percepibili, in particolare in agricoltura, e questo deve portarci a riflettere sul tema delle irrigazioni in vigna. Si tratta di una sfida importante che dovrà essere meditata e accolta dalle istituzioni”.

I rischi che le siccità possono generare su tutte le nostre colture sono allarmanti conclude Mobrici – e, inoltre, diverse tendenze di mercato anticipano un consumo di vini dalla gradazione più contenuta. Si tratta insomma, per diversi motivi, di una questione di nodale importanza alla quale il mondo del vino piemontese e italiano dovrà guardare con attenzione”.

Redazione

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