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Sanità | 23 gennaio 2022, 10:28

Peste suina, cosa sta accadendo? Evoluzione dell'emergenza e i divieti che interessano anche un'ampia area dell'Astigiano [VIDEO]

Non si trasmette all'uomo, ma l'attività umana può veicolarlo. Le limitazioni sono state estese a parte della nostra provincia, dopo il primo caso registrato a Ovada circa due settimane fa

Photo by Jonathan Kemper on Unsplash

L’ordinanza firmata nella giornata di ieri, sabato 22 gennaio, dal vicepresidente regionale Fabio Carosso estende l’estensione geografica della zona di controllo delle infezioni da Peste Suina Africana a tutti i comuni compresi in un raggio di 10 chilometri dalla zona infetta, andando così a interessare non soltanto un numero maggiore di comuni Alessandrini (provincia nella quale sono stati rilevati i casi che hanno fatto staccare l’emergenza sanitaria) e nelle province liguri di Genova e Savona, ma anche centri nel cuneese (Perletto e Pezzollo Valle Uzzone) e nell’Astigiano.

I COMUNI ASTIGIANI INTERESSATI DAL PROVVEDIMENTO

Nello specifico, nella nostra provincia i Comuni interessati dalle limitazioni sono Bruno, Bubbio, Calamandrana, Canelli, Cassinasco, Castel Boglione, Castel Rocchero, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo, Cessole, Fontanile, Incisa Scapaccino, Loazzolo, Maranzana, Mombaldone, Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montabone, Nizza Monferrato, Olmo Gentile,  Quaranti, Roccaverano, Rocchetta Palafea, San Giorgio Scarampi, San Marzano Oliveto, Serole, Sessame, Vaglio Serra e Vesime.

Nel territorio di questi Comuni viene disposto il divieto di qualsiasi tipo di attività venatoria e di gestione faunistica e la regolamentazione dell'attività agro-silvo-pastorale che deve essere sottoposta al preventivo parere positivo del Servizio Veterinario della ASL competente per territorio.

Le misure avranno decorrenza da lunedì 24 gennaio e saranno aggiornate in funzione dell'evolversi della situazione epidemiologica. Fermo restando che l'ordinanza resterà comunque in vigore fino al 30 aprile 2022.

CRONISTORIA DI UN'EMERGENZA

Ma qual è esattamente ‘lo stato delle cose’? Per chiarirlo, è opportuno ricostruire in ordine cronologico quanto accaduto nel corso delle ultime settimane.

Il 7 gennaio è stato confermato un caso di peste suina africana (PSA) dalle analisi su un cinghiale trovato morto nei boschi di Ovada, in provincia di Alessandria. Gli esami sulla carcassa sono stati svolti inizialmente dai laboratori torinesi, per poi essere accertati dall’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, tra i centri di referenza nazionale per la malattia di ‘pestivirus’ (Cerep).

Poche ore dopo altri due cadaveri di cinghiali sono stati trovati a Franconalto (alessandrino) e a Isola del Cantone (nell’entroterra ligure, comune facente parte della Città Metropolitana di Genova).

All’11 gennaio l’’area infetta’ riguarda 114 comuni 78 in Piemonte e 36 in Liguria.

Immediata l’attivazione delle procedure di emergenza con il divieto assoluto dell’attività venatoria nelle zone considerate a rischio e con la richiesta di un rafforzamento della sorveglianza nei confronti dei cinghiali e dei suini da allevamento.

Successivamente i casi sono poi saliti a otto nei giorni successivi con i cadaveri di animali rinvenuti nei comuni piemontesi di Tagliolo Monferrato e Voltaggio e in Liguria a Ronco Scrivia. Attualmente sarebbero 18 i casi accertati su un campione di 65 cinghiali.

Di venerdì la notizia del monitoraggio a tappeto delle carcasse di cinghiale in Piemonte, con il coinvolgimento di 500 addetti tra agenti della Provincia di Alessandria e dell’Ambito territoriale di caccia, carabinieri forestali, agricoltori e volontari della Protezione civile per setacciare palmo a palmo l’intero territorio alla ricerca di carcasse animali. Il lavoro di questa settimana cercherà di isolare ulteriormente il focolaio che si sta registrando in questi giorni.

CHE COS'E' LA PSA?

Per definizione, "la Peste suina africana è una malattia infettiva altamente contagiosa, tipicamente emorragica, causata da un virus appartenente al genere Asfivirus che colpisce solo i suidi domestici e selvatici causando un’elevata mortalità. Non si trasmette all’uomo, quindi non ci sono rischi per la popolazione. Il virus è molto stabile, rimane infettante per diverse settimane anche nelle carcasse abbandonate sul territorio viene inattivato solo dalla cottura e da specifici disinfettanti".

Riscontrata nell’Africa sub-sahariano - dove la peste suina è ormai endemica - nel corso degli ultimi decenni ha colpito diversi paesi del blocco sovietico, ma, recentemente, anche la Cina dove sono stati abbattuti milioni di capi.

Il problema della peste suina ha riguardato (e riguarda tuttora) anche un'area italiana che da anni si misura con questa epidemia: in Sardegna il virus circola dal 1978. Il primo caso registrato il 16 marzo, giorno, peraltro, del rapimento di Aldo Moro. Da quarant'anni gli allevatori sardi fanno i conti con la Psa.

Ma da tempo il fenomeno non si registrava sulla terra ferma. Motivo per cui è subito scattato l’allarme, soprattutto per le ricadute economiche che questo potrebbe comportare sugli allevamenti piemontesi e per cui il Piemonte, ha fatto sapere l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, ha chiesto al Governo un primo stanziamento di 100 milioni da destinare nell'immediatezza a chi avrà delle ripercussioni negative sulla propria attività. Vista anche la letalità che può arrivare al 90%.

Per la Psa non c’è vaccino, nè cura: si può contenere con la sorveglianza, tramite le restrizioni che si stanno attivando ai comuni nel raggio di 10 km dalla zona infetta. Per una più approfondita analisi del problema, vi rimandiamo comunque a questa intervista realizzata con il dottor Fulvio Baj, direttore Servizio Veterinario Area A della Asl AT.

COSI' ALL'ESTERO

In passato in Spagna e Portogallo, dopo una politica restrittiva dell’allevamento brado e con un monitoraggio sanitario costante, la Psa è stata debellata agli inizi degli anni ’90.Nel video dell’Efsa, l’autorità europea che si occupa di sicurezza alimentare, è spiegato molto chiaramente di cosa parliamo quando trattiamo l’argomento della peste suina e del perché ci riguardi da vicino, nonostante, a differenza della Covid, non infetti l’uomo.

A questo link della Regione Piemonte (CLICCA QUI) tutti gli aggiornamenti quotidiani relativi alla Psa.

Daniele Caponnetto

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