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Attualità | 04 luglio 2022, 20:57

Siccità, riconosciuto lo stato d'emergenza al Piemonte: 7,6 milioni di euro per le prime opere di somma urgenza

Il Consiglio dei Ministri ha appena dichiarato lo stato di emergenza per la crisi idrica in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna. Coldiretti Asti: "L’esigenza è quella di accelerare sulla realizzazione di un piano per i bacini di accumulo"

Siccità, riconosciuto lo stato d'emergenza al Piemonte: 7,6 milioni di euro per le prime opere di somma urgenza

Riconosciuto lo stato d'emergenza al Piemonte: 7,6 milioni di euro per le prime opere di somma urgenza per quanto riguarda la siccità.

Attendevamo questo riconoscimento che siamo stati tra i primi a richiedere - sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio insieme agli assessori all’Ambiente Matteo Marnati alla Protezione civile Marco Gabusi e all’Agricoltura Marco Protopapa -.  Lo stato d’emergenza è un passaggio indispensabile per intervenire in modo strutturale sull’emergenza che ci sta colpendo in questi mesi, ma anche per limitare il rischio che una situazione analoga si ripeta in futuro. Siamo soddisfatti che sui primi 36,5 milioni stanziati stasera dal Governo 7,6 arrivino in Piemonte. Serviranno a mettere in campo le opere di somma urgenza per dare respiro alla nostra rete idrica. Ci auguriamo che arrivino al più presto anche le altre risorse per gli interventi strutturali necessari, solo in Piemonte superano i 100 milioni di euro, e che dopo lo stato di emergenza venga riconosciuto anche lo stato di calamità per la nostra agricoltura, che a livello nazionale conta già più di un miliardo di euro di danni. Quello della siccità, però, è un tema che richiede ormai una regia e una attenzione nazionale ed europea ed è per questo che abbiamo chiesto e ottenuto che giovedì questa emergenza sia al centro del dibattito della prossima plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo”.

Spiega Coldiretti: “L’esigenza è quella di accelerare sulla realizzazione di un piano per i bacini di accumulo, poiché solo in questo modo riusciremo a garantirci stabilmente in futuro le riserve idriche necessarie. - sottolinea Marco Reggio presidente Coldiretti Asti - Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato, a livello nazionale, un progetto per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. Si tratta di 6mila invasi aziendali e 4mila consortili da realizzare entro il 2030 multifunzionali ed integrati nei territori perlopiù collinari o di pianura”. 

“Per realizzare questo importante progetto - continua Diego Furia direttore Coldiretti Asti - è necessario che la questione sia trattata per quella che è, cioè una vera e propria emergenza nazionale, velocizzando le autorizzazioni burocratiche. Solo in questo caso sarà possibile dare una risposta concreta alla sofferenza di imprese e cittadini. Una emergenza che si aggiunge ai rincari delle materie prime che stanno mettendo in ginocchio un settore dove l’Italia è leader in Europa con aumenti record che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio, secondo l’analisi Coldiretti. Per cercare di contrastare l’aumento dei costi di produzione bisogna lavorare fin da subito sugli accordi di filiera che sono uno strumento indispensabile per la valorizzazione delle produzioni nazionali e per un’equa distribuzione del valore lungo la catena di produzione”. 

Comunicato stampa

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