La lotta al Covid è fatta anche dalla valutazione delle difese di ciascuno. Proprio quello che potrebbe permettere il nuovo test messo a punto da alcuni ricercatori dell'Istituto di Candiolo (insieme a colleghi dell'IIGM, Italian institute for Genomic medicine): si tratta di un semplice esame del sangue in grado di verificare la presenza - e in che quantità - di difese immunitarie contro il Coronavirus che ormai da anni costringe la popolazione mondiale a una convivenza forzata.
Con le nuove tecnologie è infatti possibile fare meglio degli attuali test sierologici e possono misurare quanto il sistema di protezione del nostro corpo è ancora "armato" per fronteggiare il contagio. In caso di carenze, ecco che potrebbe scattare il ricorso a un nuovo vaccino che porti nuove munizioni alla causa.
Gli studi dimostrano che non tutti reagiscono alla stessa maniera all'infezione e al suo superamento: c'è chi dopo pochi mesi è di nuovo esposto al contagio e chi invece può attendere dai 6 ai 10 mesi, oppure oltre. Ma questo non basta ancora: "Avere gli anticorpi - dice Luigia Pace, responsabile di questa ricerca per Candiolo - non significa per forza essere protetti dall'infezione, ragione per cui si è optato per una dose booster".
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