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Economia e lavoro | 08 novembre 2024, 14:24

Quagliotti (CGIL): “La politica non può restare indifferente sul futuro della Banca di Asti”

Commentando le voci di scontri interni e possibili 'scalate' da parte di altri Istituti, invita le istituzioni locali a "non limitari a intervenire solo per distribuire incarichi di sottogoverno"

Luca Quagliotti, segretario provinciale della CGIL

Luca Quagliotti, segretario provinciale della CGIL

Da giorni la Banca di Asti è al centro di un intenso dibattito cittadino. Nel quale si inserisce anche Luca Quagliotti, segretario provinciale della CGIL di Asti, esprimendo forte preoccupazione per le dinamiche che emergono dai media e dai segnali del mercato. "Ciò che leggiamo, ed anche ciò che non leggiamo, ci preoccupa molto", ha dichiarato, sottolineando la gravità di quanto potrebbe accadere.

Secondo Quagliotti, il quadro attuale lascia intravedere due scenari distinti. Da una parte, ci sarebbe un conflitto in corso tra i vertici della Fondazione e quelli della Banca; dall'altra, emergerebbe un potenziale interesse di altri istituti bancari, che potrebbero tentare di acquisire la Banca di Asti per espandere la propria presenza sul mercato. A rendere la banca astigiana particolarmente appetibile, secondo Quagliotti, è la sua solidità finanziaria: è ben patrimonializzata, ha un azionariato solido (è l'unica banca di piccole dimensioni azionista di Banca d’Italia) ed è uno degli ultimi baluardi locali contro la desertificazione dei servizi.

Un'acquisizione, però, secondo il sindacalista, potrebbe portare conseguenze serie per la città e l'intera provincia. "Abbiamo assistito troppe volte a chiusure di sportelli in seguito ad acquisizioni", afferma Quagliotti. La Banca di Asti opera in 48 Comuni della provincia e garantisce lavoro a circa 1.600 persone, 450 delle quali nella sede centrale di Asti. Insieme a Poste Italiane, rappresenta uno dei pochi presìdi locali contro l'avanzata indiscriminata della digitalizzazione e la conseguente riduzione della forza lavoro. "Una situazione del genere – osserva Quagliotti – sarebbe disastrosa sia per chi è attualmente impiegato, sia per chi cerca lavoro".

A preoccupare il segretario è anche il ruolo delle istituzioni locali, accusate di mantenere una posizione ambigua e di non intervenire in scelte strategiche fondamentali per il territorio. "Troppe volte la politica ha guardato altrove mentre venivano prese decisioni che hanno portato a conseguenze disastrose per il nostro territorio", denuncia il leader sindacale, citando il caso della Casa di Riposo di Asti come esempio emblematico.

A suo avviso, il futuro della Banca e della Fondazione non può essere lasciato esclusivamente nelle mani degli attori economici: “Se fossero realmente autonome, non sarebbe il sindaco a nominarne i componenti nei rispettivi Consigli di Amministrazione”. La richiesta della CGIL è dunque chiara: le istituzioni, che hanno voce nella nomina dei vertici, devono prendere posizione attiva per orientare il futuro della banca e preservare l'occupazione e i servizi territoriali. "Non è accettabile – conclude Quagliotti – che la politica intervenga solo per distribuire incarichi di sottogoverno, senza prendersi la responsabilità di governare."

Il segretario CGIL evidenzia infine che le decisioni che verranno prese sulla Banca di Asti non riguardano solo l’istituto, ma influenzeranno anche il futuro di Asti e della sua provincia. Quagliotti rinnova l’appello alla politica: è ora che chi governa si faccia carico del futuro della Banca e della comunità astigiana.

Redazione

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