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Storie di Orgoglio Astigiano | 30 novembre 2024, 12:41

Storie di Orgoglio Astigiano. Feofeo: "Io? Di giorno farmacista, di notte pittrice. Che emozione aver esposto sulla Tour Eiffel o in Senato a Buenos Aires!"

Federica Oddone, 55 anni, ha iniziato a dipingere a 40 e ora ha un archivio di 500 opere. Quest'anno ha partecipato alla Biennale di Venezia. "La pittura è l'unica via che conosco per rendere immortali i pensieri"

Federica

Federica

Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone A parte te, di Ermal Meta, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

Federica Oddone, in arte Feofeo, mi accoglie nel suo mondo in un lunedì sera. Mi apre le porte della sua splendida casa atelier e, davanti a un calice di vino, mi racconta della sua vita. 

Direttore della farmacia di piazza Alfieri, 55 anni, è una pittrice che ha esposto in gran parte del mondo. Mentre mi mostra casa e opere, le chiedo se ha radici o se, invece, da buona artista, sia più cittadina del mondo.

"Sono abbastanza gitana: cambio spesso casa. Casa per me è dove sono le mie opere. Loro trasformano qualsiasi posto nuovo in casa". 

Ci fermiamo a parlare davanti a un suo quadro. "Veritas vos liberat 248", inciso a fuoco. Voglio sapere di più. 

Federica, il tuo rapporto con l'Astigiano?

È sicuramente un rapporto radicato. Papà è alessandrino, mamma di Parma. Io e mia sorella (gemella) Claudia siamo nate ad Alessandria, ma poi i miei hanno comprato la farmacia in piazza Alfieri ad Asti e ci siamo trasferite in città. In realtà, prima di questo siamo stati a Costigliole d'Asti, dove avevano un'altra farmacia. 

Il potere della fantasia: "Quando pensavo di essere una castellana"

Qualche pennellata di ricordi del tuo periodo a Costigliole?

Pennellate molto simpatiche, nel senso che ero molto piccola e credevo che il castello di Costigliole fosse casa mia (ride, ndr). Questo perché mi portavano sempre lì a fare due passi. Avevo fatto amicizia con una gallina che trovavo puntualmente lì ad aspettarmi e pensavo fosse mia! La mia fantasia volava, pensavo di essere una castellana. 

Qual è stato il tuo percorso di studi?

Ho frequentato il liceo Scientifico ad Asti, per poi studiare Farmacia a Parma. È stata una scelta naturale, dato il backround familiare. A scuola, comunque, ero brava nelle materie artistiche, ma non sembrava che avessi una particolare attitudine, ecco. 

Quando trova terreno fertile il tuo sentire artistico e che significato ha per te la pittura?

Ho iniziato questo percorso artistico nel 2011, ovvero più che quarantenne. Ad oggi ho un archivio di circa 500 opere. La pittura per me è esternazione dell’animo, non manifestazione di talento amanuense, per così dire. Nella mia concezione, l’artista può essere un matto che disegna malissimo, ma vuole dare un’emozione. Non posso definirmi un pittore canonico, in quanto il mio desiderio si muove verso l’arte contemporanea. Non mi interessa la figurazione di per se stessa. Ho pianto guardando le opere di Pollock: le ho viste al MoMA di New York e ho pensato che davvero contenessero l'armonia, quella con la a maiuscola. Anche Kandinskij mi ha fatto commuovere. Per chi ama l'astrazione, queste linee diventano onde vibrazionali, che vengono percepite come musica da parte del fruitore. 

Dimmi che colori noti e ti dirò chi sei 

Ci sono tantissime sfumature che mi colpiscono di Federica. La calma con cui parla, la dolcezza con cui si esprime, il suo morbido gesticolare. E poi i suoi quadri mi catturano: così colorati, così concettuali, così filosofici. Vengo rapita soprattutto dalle tonalità del blu e dell'azzurro. Ne parliamo meglio. 

I tuoi quadri sono coloratissimi, la tua monografia Mondadori si intitola "Feofeo - io sono colore". Perché sei così legata al colore?

Dipingo colorato perché il colore è armonia. Per me è come suonare: la musica è un'unione di note, così come la pittura, è un incontro di colori. Non ci sono mica solo il do o il sol! Sono stata anche molto criticata per l'essere tanto colorata. Il colore, però, è il mio alfabeto: non potrei mai esprimermi senza. Ogni colore, inoltre,  ha un livello di coscienza diverso. Se ci attirano più i colori che tendono all'arancio, al rosso, siamo potenzialmente più legati alla materialità, mentre invece se la nostra attenzione si sposta sul blu, sul viola, allora è possibile che si abbia un livello di coscienza più elevato verso la spiritualità. La pittura è la mia forma di preghiera, è il mio modo per collegarmi al divino, all’alto. È l'unica via che conosco per rendere immortali i pensieri. 

Cosa nascondi dentro ai quadri?

I miei pensieri sulle tele sono continui messaggi di connessione cosmica, archetipi come il cerchio o il quadrato, frutto di studi sulla fisica quantistica, uniti alle nozioni sulla teoria del colore di Goethe. Ci sono quindi archetipi primordiali, linee cinetiche di energia radiante e spirali auree. Dipingo con tecnica mista, ma prediligo l'acrilico e il contatto della tela e della juta con vari strumenti. Diciamo che, davanti alle mie opere, l'osservatore può essere catturato dai colori, può essere angosciato dalle forme, ma qualcuno può anche tradurvi messaggi universali della Nuova Era. Potenzialmente i miei studi da farmacista hanno contribuito a far nascere in me questo stile artistico, un po' come il primo Kandinskij, particolarmente legato alla geometria molecolare. Feo o Fehu è la prima runa celtica, ha a che vedere con un messaggio di spiritualità portato nel mondo. Ecco perché ho deciso di chiamarmi Feofeo. Inscrivo moltissime rune all'interno dei miei quadri. 

Cosa mi dici della ghematria, ricorrente in alcune delle tue opere? 

È una disciplina che ho scoperto durante il Covid, quando ho letto qualcosa della Torah. Sostanzialmente, l'alfabeto ebraico è alfanumerico. La ghematria nel linguaggio ebraico permettere di scrivere con i numeri ciò che con le lettere non si dice. Un modo criptico di fornire messaggi. Attraverso questo, sono riuscita a portare avanti un progetto per la Sinagoga di Casale Monferrato lo scorso anno, con la personale "Vibrazioni semantiche", con opere bruciate a fuoco, che ritraevano lettere e numeri. La ghematria non si limita ad assegnare a ogni lettera un numero correlato, ma a guardare le intuizioni più profonde rivelate da specifiche combinazioni di lettere o parole e identificare ciò che potrebbero dover dirci sulla natura divina di Dio e sulla creazione. La ghematria è quindi un linguaggio nascosto: sotto le parole giace un mondo di conoscenza più profonda, che aspetta solo di essere scoperto. 

Il tuo primo lavoro resta essere farmacista. Come riesci a tenere in equilibrio queste tue due vite?

Sì, da quando ho iniziato mi dedico all'arte nel mio tempo libero, di fatto. Il periodo più complesso per tenere insieme entrambe le sfere è stato durante il Covid: in farmacia facevamo tamponi tutto il giorno, tornavo a casa che non riuscivo più a dipingere nulla. Pertanto, ho utilizzato quel periodo per studiare nuove discipline filosofiche, i cui messaggi volevo che fossero contenuti nella mia arte. L’ispirazione è continua, il problema è resettare: sono ispirata, ma devo comunque dare le aspirine. Sono il direttore della farmacia, non posso pensare che l’arte mi tolga una responsabilità così importante, ma nello stesso tempo la chiamata artistica è forte. Non lascerò mai l’arte. Dipingo spesso di notte, con poca luce. Pensa, Elisabetta, che ho la maculopatia e un po' di problemi di vista, ma il colore comanda, come se avesse un suono che mi chiama a sé e mi suggerisce quale usare. Questa chiamata è calamitante. Sempre e da sempre. 

In Italia hai mai avuto difficoltà legate al fatto di essere donna e, soprattutto, artista che fa anche un altro mestiere?

Sì, in Italia le donne sono penalizzate nel mondo artistico, soprattutto se in età più matura. Anche i critici spesso guardano l'avvenenza dell’artista, più che la loro abilità: è un mondo maschilista dal punto di vista artistico. Ho combattuto contro questo stigma e sono andata avanti. Non ho trovato gallerie che mi sponsorizzassero o strade aperte: mi sono inventata tutto da me e andrò avanti. 

Che risposta hai avuto da Asti e dall'Italia?

A livello territoriale il feedback è stato minimo, ma anche in Italia la risposta non è stata grande. Per questo mi sto aprendo al mondo internazionale. La Cassa di Risparmio di Asti e il Relais Le Cattedrali hanno alcune mie opere, ma penso che a livello territoriale la mia filosofia non sia stata realmente compresa. Adoro Asti, ci vivo da tanti anni, ma non mi sento astigiana per quanto riguarda l’arte. L’artista è un po’ un cittadino del mondo, perché l'arte ti apre orizzonti enormi. Mi piacerebbe portare Asti nel mondo, questo sì. 

Un aneddoto di una tua esperienza artistica all'estero?

Quando ho esposto a New York per l'ArtExpo, a Barcellona, ma soprattutto sulla Tour Eiffel a Parigi, per una collettiva in occasione della "Grande Exposition Universelle", per ricordare i 125 anni dell'Esposizione Universale. Avevo portato la mia opera "Déjà vu", parliamo del 2014. Un'altra grande emozione è stata esporre al Senato di Buenos Aires, in Argentina, con la mostra personale "Energia". 

Arriviamo alla Biennale di Venezia di quest'anno, a cui hai partecipato con un'opera meravigliosa

Ho portato l'installazione "Il muro dei desideri", che raffigura quel luogo sacro che è il Muro del Pianto di Gerusalemme, realizzata con malta calcarea a rappresentare le pietre nel periodo di Erode e le bruciature a fuoco a creare le fessure causate dal tempo. Ogni fedele, appartenente a qualsiasi religione, può recarsi al muro del pianto e riporvi un messaggio, inserendo un bigliettino di carta da consegnare alla sorte. I biglietti, dopo aver soggiornato sul muro, saranno trasferiti sul Monte degli Ulivi e mai distrutti porteranno fino al Dio di ognuno le proprie preghiere. Nella parte sinistra dell'opera è posta la pianta del cappero, che vive rigogliosa sul muro di Gerusalemme e simboleggia la vita. Ad accompagnare l'opera pittorica vi è la musica, che prende voce con la nona di Beethoven, suonata dalla Divan Orchestra, la quale riunisce giovani musicisti provenienti da tutti i paesi del Medio Oriente (Israele, Egitto, Giordania, Siria, Libano e Palestina). Questa sinfonia, a 432 Hz (la frequenza che parlerebbe al cuore di ogni ascoltatore) simbolo di libertà e gioia, è il tentativo più grandioso di Beethoven di aiutare l'umanità a trovare la propria strada fuori dall'oscurità e verso la luce, dal caos alla pace. La musica è dunque, come l'arte, un modo per unire le persone, perché "siamo tutti esseri umani uguali, con gli stessi diritti e doveri verso il prossimo e verso se stessi, che meritano pace, libertà, felicità e rispetto". Tutte le volte che dipingo ascolto la musica: le note di trasformano in colore. La musica è il catalizzatore dell’arte. 

Cosa consiglieresti ai ragazzi che cercano se stessi?

Percorrere i propri sogni. Non darsi mai per vinti. Se avete un sogno, allora portatelo avanti. Ho iniziato a fare arte a 40 anni: c’è sempre tempo nella vita, se uno se lo concede. Vivete la vita in maniera attiva, non subitela quest'esistenza! Fate del vostro tempo libero uno strumento per coltivare le vostre passioni. Uscite dalla vita finta e patinata, per vivere appieno quella vera, che è lì ad aspettarvi. 

"Per noi che andiamo contro corrente": essere dove dovresti essere

Saluto Federica pensando a quanto sia stata arricchente questa serata. Una persona illuminata e illuminante. Mi regala la sua monografia. 

"A Elisabetta, 

da subito una stupenda scoperta... per noi che andiamo contro corrente". 

Capisco che sono esattamente dove dovrei essere. 

Chi è Feofeo

Feofeo (Federica Oddone) nasce ad Alessandria nel 1969. Il compiuto corso di studi in farmacia determina probabilmente l’attitudine alchemica presente da sempre nei suoi lavori. Quella di Feofeo è una costante indagine sul colore, sulle sue frequenze a livello visivo, fisico e simbolico.
Inizialmente, il suo percorso di studio la conduce alla ricerca del simbolo visivo come mezzo di comunicazione agli animi. Dagli studi sulla fisica quantistica, uniti alle nozioni sulla teoria del colore di Goethe, e successivamente di Steiner, approdava a nuove rappresentazioni, fatte di archetipi primordiali, linee cinetiche di energia radiante e spirali auree. Le opere di questo periodo descrivono un’interiorità che a volte esplode prorompente e altre suona come una melodia ripetitiva ma rassicurante. Seduttrice di pensieri, l'artista consente che sulla tela i colori cambino così come si modificano le sensazioni in una grammatica stilistica in cui non seguire le regole è la cardinalità e lasciarsi andare è il verbo preferito. Dando così un volto esteriore alle impressioni interiori, Feofeo si immerge coscientemente nell'accadere quotidiano con profondo impegno, convinta che la pittura sia una via per l'animo. Sensazione e osservazione si mescolano a sapere in una complessità intrisa di spiritualità, libertà, innovazione e futuro. La ricerca artistica intrapresa si indirizzava, non verso ciò che ci circonda, ma scavava nei meandri più oscuri e sconosciuti della coscienza, dischiudendo infinite possibilità di interpretazione e percezione. Quello che traspone sulla tela è l’anelito a una dimensione interiore molto più complessa e stupefacente del mondo tangibile, dove tutto si ripete all’infinito, nel “micro e nel macro cosmo”, “come sopra così sotto”, cercando di trasmettere un messaggio di speranza e fiducia all’umanità che ha perso la coscienza di Sé, poiché non tutto è manifesto e i pensieri positivi influenzano la nostra esistenza. Dal 2011 si registrano personali e rassegne in musei, gallerie e storiche location in Italia e all’estero nelle città di Barcellona, Berlino, Bruxelles, Bratislava, Buenos Aires, Londra, Los Angeles, Lugano, Montecarlo, Obernberg, Oslo, San Pietroburgo, Stoccolma e Tallinn e partecipazioni nelle fiere di Miami, New York e Parigi, come dimostrato dalle pubblicazioni sui principali cataloghi e editoriali d’arte.

Nel Dicembre 2016 viene pubblicata in italiano e in inglese, la sua monografia “io sono colore”, Editoriale Giorgio Mondadori.
Questa sua prima importante monografia presenta oltre 160 opere realizzate tra il 2011 e il 2016 e suddivise in tre sezioni, corrispondenti ad altrettanti periodi artistici legati alla spiritualità. Dal punto di visto tecnico la pittrice predilige i colori acrilici su tela o su juta avvalendosi di vari strumenti mentre, sul piano concettuale, molti critici hanno individuato la correlazione tra i suoi dipinti e gli studi alchemici, intravedendo un legame sia a livello visivo sia semantico.

Nel 2017 iniziano le acquisizioni di importanti gruppi bancari.
Nel 2019 viene presentato in anteprima nazionale presso la storica sede museale di Casa dei Carraresi a Treviso, il nuovo iter dell’artista con la personale dal titolo “Guha”. Il presente ciclo sul tema esoterico, che rispetto al passato, entra sempre di più all’interno delle sue tele arricchendosi di essenze arcane, ruota su una dicitura che esplicita studi e spiegazioni che non hanno ancora trovato un’univoca decodificazione: ET IN ARCADIA EGO.
Una scritta che, racchiudendo ermetici fondamenti celati da millenni alla spiegazione umana, contraddistingue le opere di questo periodo attraverso una marchiatura a fuoco per singole lettere dando inizio a un iter creativo intriso di mistero. Disamine appartenenti al Priorato di Sion, ai Templari fino alle tesi del filosofo René Guénon valorizzano maggiormente la sua pittura. L’iscrizione, oltre a contraddistinguere l’attuale percorso, si connota di ulteriori strutturazioni concettuali, grazie all’inserimento nella composizione artistica di simboli derivanti dalla Scienza Sacra. Si evidenzia dunque un nuovo messaggio per indicare altre tematiche alla sua poetica. Nulla è lasciato alla casualità in quanto Feofeo, intellettualmente e filosoficamente, consente ai suoi lavori di essere personificazione artistica e metafora di profonde nozioni dall’inequivocabile rappresentazione, ma dalla molteplice esplicazione.
Il mondo astratto che la pittrice rappresenta è articolato e vasto, ma determina nell’osservatore che si pone innanzi un’apertura mentale verso quei perché ancora inesplorati. L’abstractio si trasforma in forma lirica evolvendosi eruditamente verso una recondita percezione sottintesa tra mistero, ignoto e tangibilità”.
Nel 2024 l’artista viene invitata ad esporre nella sezione The Perceptive Group alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Padiglione Grenada, con un’opera interattiva dall’alto connotato simbolico dal titolo “Il Muro dei desideri”. Le opere di Feofeo sono presenti in Italia e all’estero in collezioni pubbliche e private e le sue quotazioni di mercato sono pubblicate sul Catalogo dell’Arte Moderna Italiana, come artista segnalata dalla critica di settore, con estensione geografica internazionale.

Principali Mostre Personali

2024 VIBRAZIONI SEMANTICHE - Complesso museale ebraico, Sala Carmi - Casale Monferrato (AL) 2023 NOVAE AETATIS - Chiesa dei Battuti - Ferrere (AT)
2022 THE RAINBOW BRIDGE - Esposizione Permanente - Banca di Asti - Asti (AT)
2019 GUHA, Casa dei Carraresi - Treviso

2018 IO SONO COLORE - I AM COLOUR, Istituto Auxologico Italiano - Milano 2017 IL CICLO DEI CHAKRA, Foro Boario - Nizza Monferrato
2017 IO SONO COLORE - I AM COLOUR, Behab Group - Milano
2017 IO SONO COLORE - I AM COLOUR, Museo Diocesano San Giovanni - Asti 2017 PERCORSI D’ARTE, Villa Principe Leopoldo - Lugano (CH)

2016 IL SEGNO, LA LUCE E IL COLORE, Palazzo Carlevaris - San Damiano (AT) 2015 LE VIBRAZIONI DEL CUORE, JHD Dunat Hotel - Castiglione delle Stiviere (MN) 2015 ENERGIA, Onorevole Camera dei Senatori di Buenos Aires (RA)
2015 EQUINOZIO DI PRIMAVERA, Museo Civico Rocca Flea - Gualdo Tadino (PG) 2013 PARLA L’AMORE, Villa Cambiaso - Savona
2013 LE VOCI DENTRO, Museo Civico Mastroianni - Marino (RM)
2013 L’APOCALISSE, Banca d’Alba - Asti
2012 LE FELCI DI PANDORA, Atahotel Executive - Milano
2011 NUOVA ERA, Castello di Castell’Alfero - Asti

Principali Rassegne e Partecipazioni

2024 60. ESPOSIZIONE INTERNAZIONAL D’ARTE - LA BIENNALE DI VENEZIA, Palazzo Albrizzi Capello - Venenzia (VE)

2023 CORTONA IN ARTE, Palazzo Ferretti- Cortona (AR)
2022 REINASSANCE, Fondazione Majid - Ascona (CH)
2022 TRANSITI FOR LIFE, Antica Chiesa di San Giorgio - Limbiate (MB)
2021 PACE E AMORE - ITALIAN SELECTION FOR EXPO 2020, Manarat al Saadiyat, Abu Dhabi

2019 MICHELANGELO BUOANRROTI E LEONARDO DA VINCI, Palazzo della Cultura - Cardoso di Stazzema (LU)

2019 TRANSITI, Palazzo Lascaris Galleria Carla Spagnuolo - Torino
2019 LEONARDO 500, Villa La Versiliana - Marina di Pietrasanta (LU)
2018 PACE E AMORE, La Grande Moschea di Roma
2018 BOOK’S TOUR, Scuderie Estensi - Tivoli (RO)
2018 BOOK’S TOUR, Chiesa di Santa Maria dei Laici - Gubbio (PG)
2018 NON C’È BELLEZZA SENZA MISTERO, Palazzo Graneri della Roccia - Torino
2018 OLTRE LA TELA... L’UOMO, FinecoBank - Asti
2018 BIAS 2018, La Biennale Internazionale di Arti Sacre - Palermo
2018 OGNI DONNA È MUSA, Fondazione Primoli - Roma
2018 NON C’È BELLEZZA SENZA MISTERO, Castello di Francavilla Fontana - Brindisi 2017 ART FOR EXCELLENCE, Museo del Risorgimento - Palazzo Carignano - Torino
2017 VISSI D’ARTE, VISSI D’AMORE, Gran Teatro Giacomo Puccini - Torre del Lago (LU) 2017 LA GRANDE BELLEZZA, Castello di Obernberg - Inn (A)
2016 L’ETERNITÀ, Basilica dei Santi Quattro Coronati - Roma
2016 ERA PERDUTO ED STATO RITROVATO, Museo del Tesoro di Vigevano (PV)
2016 IL LABIRINTO DELL’IPNOTISTA, Palazzo Gallio - Gravedona ed Uniti (CO)
2016 IL METAFORMISMO, Palazzo Ducale di Sabbioneta (MN)
2015 L’ARTE E IL TEMPO - EXPO GATE, Spazio Sforza - Milano
2015 L’ARTE E IL TEMPO, Palazzo dei Giureconsulti - Milano
2015 ARTEXPO NEW YORK - New York
2015 SPECTRUM MIAMI ART FAIR - Miami
2015 PRIMAVERA AUTUNNO - Senato di Buenos Aires (RA)
2015 BIENNALE INTERNAZIONALE, Museo Europeo di Arte Moderna MEAM di Barcellona 2015 ART ROOMS, Melia White House - Londra
2014 COLLECTING, Chiesa di Santa Maria dei Laici - Gubbio (PG)
2014 ARTEXPO NEW YORK - New York
2014 LA GRANDE EXPOSITION UNIVERSELLE, Tour Eiffel - Parigi
2014 LOUVRE CARROUSEL - Parigi
2013 ART CONTEMPORAIN, Galerie Thuillier - Parigi
2013 A BRIDGE ACROSS EUROPE, Eduard Vilde Museum - Tallinn

2013 OSLO2013, Galleria S9 - Oslo
2013 ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE, Centro Congressi Medioevo - Como 2013 BIENNALE DELLA CRETIVITA’, Fiera di Verona - Verona
2013 LA GRANDE ONDA, Museo Galata del Mare - Genova
2013 ITALIAN ART, Galleria Quirinus - Koping
2013 VISIONI ASTRATTE, Made4Art - Milano
2012 THE WAYS OF ART, Galleria Crisolart - Barcellona
2012 ITALIAN DO IT BETTER, Latino Art Museum - Pomona Los Angeles
2012 THE WAYS OF ART, Galleria Crisolart - New York
2012 SPACE INVADERS, Galleria Marzia Frozen - Berlino. 

Elisabetta Testa


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Orgoglio Astigiano è un progetto che vuole portare alla luce storie di vita e di talenti del territorio, che trova il suo spazio nella rubrica settimanale “Storie di Orgoglio Astigiano”, a cura della giornalista Elisabetta Testa.

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