Domenica 30 novembre la biblioteca Astense accoglierà alle 16.30 l’incontro in memoria di Maria De Benedetti, una delle personalità più significative della cultura astigiana. Una serata aperta al pubblico, promossa dal Cepros in collaborazione con la biblioteca e con il patrocinio del comune, per approfondire l’eredità umana e professionale di una donna che ha segnato la città.
Una vita tra impegno sociale e cultura
Nata ad Asti il 30 luglio 1929, laureata in Filosofia a Torino e specializzata in Psicologia all’Università Cattolica di Milano, Maria De Benedetti ha vissuto sia i difficili anni delle leggi razziali sia una carriera brillante tra Milano e Asti. Dopo aver diretto il settore servizi sociali del comune di Milano, tornò nella sua città natale e divenne vicesindaco e assessore (Istruzione, Servizi sociali, Politiche giovanili e Sport) dal 1994 al 1998 nella giunta guidata da Alberto Bianchino. Fondatrice del Cepros, associazione dedicata alla formazione degli insegnanti, ha portato avanti la sua missione insieme al fratello Paolo, famoso teologo e biblista.
Testimonianze e ricordi: pedagogia, spiritualità laica, comunità
Figura centrale della comunità ebraica astigiana, De Benedetti ha sempre raccontato con lucidità la storia della sua famiglia: un padre ebreo e una madre cattolica, due anime che si sono arricchite a vicenda anche grazie al legame con il fratello Paolo. “Ero e sono rimasta astigiana, anche dopo aver vissuto trentasei anni a Milano”, confidava in una delle sue ultime interviste. La sua vicenda attraversa la seconda guerra mondiale, la ricostruzione, la dedizione all’insegnamento e alle politiche sociali pubbliche.
Nicoletta Fasano, Donatella Gnetti, Luigi Berzano e lo scrittore Pietro Mariani Cerati porteranno contributi e riflessioni sulla pedagogia, la spiritualità laica e il ruolo della comunità locale. L’iniziativa si inserisce in un percorso di valorizzazione della memoria astigiana, tra cultura, solidarietà e attenzione alle persone.
L’eredità di Maria: Asti e l’impegno civile
“L’idea era di costruire un assessorato alla città-persona: servizi sociali, istruzione, politiche giovanili...”, raccontava la professoressa nelle sue testimonianze, sottolineando un approccio sempre attento alla qualità umana delle scelte politiche e sociali. La città di Asti la saluta come uno degli ultimi testimoni della comunità ebraica locale e come esempio di gentilezza, profondità intellettuale e impegno civile.
Domenica 30 novembre la città le dedica un momento di memoria condivisa, per non disperdere quanto ha costruito attraverso scuola, comunità e amministrazione pubblica.










