Il Piemonte ha un ruolo centrale nella storia italiana della SLA. Non solo perché Novara è la culla di AISLA, ma anche perché Asti è il cuore pulsante della Giornata nazionale dedicata alla malattia, un momento che unisce il Paese nella solidarietà.
AISLA è oggi membro italiano dell’International Alliance of ALS/MND Associations, rete mondiale che rappresenta 40 Paesi. Da Toronto, dove si svolge l’assemblea generale, arriva una notizia che riempie di orgoglio Italia e Piemonte: Alberto Fontana, ideatore dei Centri Clinici NeMO, ha ricevuto l’Allied Health Professional Award, uno dei massimi riconoscimenti internazionali.
I Centri NeMO – otto in Italia – sono reparti ospedalieri multidisciplinari con oltre 16 specializzazioni integrate: neurologia, pneumologia, fisiatria, logopedia, psicologia, nutrizione clinica e supporto protesico. Operano come ecosistemi di cura dove professionisti, istituzioni, famiglie e associazioni come AISLA collaborano per offrire percorsi personalizzati e coordinati. Una realtà unica in Italia che garantisce assistenza innovativa e continua alle persone con SLA.

“In questo riconoscimento – afferma Fulvia Massimelli, presidente nazionale di AISLA – c’è la prova che l’Italia sa generare innovazione sociale e sanitaria. Il modello NeMO non è solo eccellenza clinica: è ciò che accade quando associazioni, famiglie e professionisti costruiscono insieme nuove strade di cura. Come piemontese, auspico presto anche in Regione Piemonte un centro specializzato su questo modello riconosciuto nel mondo”.
Fontana commenta: “Il premio non è mio, ma della comunità che ha creduto in un nuovo modo di curare. NeMO esiste perché associazioni e famiglie non si sono arrese”.
Il riconoscimento nella Giornata internazionale delle persone con disabilità, dedicata a “Promuovere società inclusive e favorire il progresso sociale”. La storia di Alberto e l’impatto del modello NeMO dimostrano che un Paese più giusto è possibile quando fragilità e diritti camminano insieme.















