Asti è un luogo eccezionale. A settembre di più. Mese dove sentirsi più orgogliosi del solito di vivere in un posto bellissimo.
La storia del Palio è antica, le prime notizie certe della corsa risalgono al XIII secolo: Guglielmo Ventura, nel 1275, riporta che gli astigiani lo corsero, per dileggio, sotto le mura di Alba. Lo racconta, definendo consuetudine la corsa, portandone le origini attorno all’anno 1000.
All’inizio e fino a metà '300, si svolgeva alla tonda, in un percorso circolare corrispondente alle attuali piazze Alfieri e Libertà, spostata su via Maestra con una corsa alla lunga, quando, nel 1382, Gian Galeazzo Visconti fece costruire proprio lì una nuova cittadella fortificata. Su via Maestra, l’attuale corso Alfieri, si corse per vari secoli: due chilometri e mezzo dalla pietra romana di viale Pilone, fino al Palazzo Gabuti di Bestagno, l'attuale Palazzo Ottolenghi.
Nuovo cambio di percorso nel 1861, tutti in Piazza Campo del Palio, poi, dal 1935 al 1966, nella piazzola tra viale Pilone e corso Alessandria (oggi c’è un benzinaio); nel 1967 si torna in piazza del Campo dove vengono anche montate grandi tribune, con ben 5.000 posti a sedere. Ultimo spostamento, piazza Alfieri, nel 1988.
Al Palio partecipano i sei Rioni, i quartieri racchiusi anticamente dalla prima cerchia di mura della città, chiamata recinto dei nobili, gli otto Borghi, i quartieri racchiusi invece nella seconda cerchia di mura, detta recinto dei borghigiani, e le circoscrizioni del Comune di Asti, un tempo comprese nelle ventine. Oltre a loro sette altri Comuni della provincia, oggi, mentre in passato corsero anche città di altre province e regioni, come Milano o Alba.
Si corre il Palio per vincere. Va' e torna vincitore! è l’antico, rituale augurio alle benedizioni dei cavalli e dei fantini. Chi vince è premiato, prima di tutto dalla gioia e festa dei sostenitori, ma anche con il Palio, drappo di stoffa preziosa un tempo, oggi dipinto. Nel Medioevo erano previsti solo due premi: il Palio per il primo, ed un gallo vivo per il secondo, premio dalle forti valenze simboliche a rappresentare la libertà comunale. Tra ‘500 e ‘600 i premi aumentano di numero, come ce li troviamo oggi: Palio, borsa, speroni, gallo vivo, coccarda e per l’ultimo arrivato l'inchioda o acciuga salata. Quest'ultima è certamente uno dei premi più caratteristici, dato in segno di scherno, accompagnata all'insalata e, in alcune passate occasioni, anche alle cipolle a ricordare le lacrime dello sconfitto, amaro premio per il penultimo.
Il Palio di Asti è un valore eccezionale. Le cene propiziatorie e la bellissima vitalità di rionaioli e borghigiani, i due giorni di prove ufficiali, il corteo dei bambini, le benedizioni dei cavalli, il grande corteo storico, la corsa. Valori importanti, interessanti e distintivi, non solo per noi astigiani. Si iniziasse a raccontarne in giro per l’Italia e il Mondo, non più così difficile oggi grazie a tecnologia e reti sociali, saremmo letteralmente invasi da turisti. Spero proprio qualcuno colga al più presto questa occasione unica per far conoscere il nostro posto bellissimo, nel momento migliore.
Nell’attesa... buon Palio.