Clima caldo a Palazzo Lascaris, dove la seduta del Consiglio Regionale è stata sospesa perché la minoranza ha esposto decine di cartelli con la scritta “Piemonte! No Pontida”. Una protesta contro la maratona consiliare no stop, per approvare la proposta della Lega, per chiedere un referendum abrogativo sulla quota proporzionale prevista dall’attuale legge elettorale. La decisione di bloccare temporaneamente la seduta, dopo la manifestazione di dissenso dell’opposizione, è stata presa dal Presidente del Consiglio Regionale Stefano Allasia.
Il leader del Carroccio Matteo Salvini dal palco di Pontida ha lanciato la proposta di abrogare l’attuale legge elettorale, in favore del sistema maggioritario, attraverso la richiesta di cinque Consigli Regionali di indire un referendum abrogativo.
La mattina del Consiglio Regionale si era aperta con l’ostruzionismo di LUV, M5S e Pd. Dopo la richiesta di comunicazioni alla giunta su edilizia sanitaria, Embraco, Museo del Cinema, vaccini ed il vertice bilaterale Piemonte-Liguria, bocciata dalla maggioranza, il consigliere regionale M5S Giorgio Bertola, ha auspicato un approfondimento “del documento sul referendum in commissione, come accaduto in altre regioni”. Una richiesta condivisa anche dal resto della minoranza e respinta anche in questo caso dall'amministrazione Cirio.
“Convocate la capigruppo – ha detto il capogruppo regionale di LUV Marco Grimaldi – e decidete l’iter migliore. Avete una delibera depositata, che riguarda i piemontesi e l’avete messa in un angolo”. “Ci sono cose – ha proseguito il consigliere regionale del Pd Sergio Chiamparino – che non sono obbligatorie, ma utili. Approfondire il documento in commissione permetterebbe di arrivare in aula con un testo che sia meno divisivo”. Dichiarazioni accolte da un applauso dei dem.
“Chiediamo un approfondimento sul tema” ha detto il capogruppo di “Chiamparino per il Piemonte del sì” Mario Giaccone, per poi aggiungere “siete riusciti a mettere d’accordo Bertola, Chiamparino, Grimaldi e Berlusconi”. Parole che si riferiscono al fatto che Forza Italia attende un chiarimento tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, prima di pronunciarsi.