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Attualità | 05 marzo 2020, 19:40

"Mai più invisibili" il nuovo Indice 2020 di WeWorld sulla condizione di donne, bambini e bambine: Piemonte in decima posizione nella classifica delle regioni.

I bambini residenti in Piemonte vivono in condizioni di salute sufficienti e hanno performances abbastanza buone in ambito educativo

"Mai più invisibili" il nuovo Indice 2020 di WeWorld sulla condizione di donne, bambini e bambine: Piemonte in decima posizione nella classifica delle regioni.

 Un Paese frammentato, con profonde diseguaglianze non solo tra donne, bambini e bambine da un lato e uomini dall’altro, ma anche tra le stesse Regioni. È la fotografia che emerge da “Mai più invisibili. Indice 2020 sulla condizione di donne, bambini e bambine in Italia”, indagine realizzata da WeWorld – organizzazione italiana che da 50 anni difende i diritti di donne e bambini in 29 Paesi del Mondo, compresa l’Italia – per misurare l’inclusione di donne e popolazione under 18, monitorandola attraverso 38 indicatori per rilevare molteplici aspetti (economico ma anche educativo, sanitario, culturale, politico, civile) e considerando l’intreccio tra le condizioni di vita degli uni e delle altre.

Il Piemonte è quasi sempre tra le prime dieci regioni per quanto concerne l’inclusione dei bambini: i bambini residenti in Piemonte vivono in condizioni di salute sufficienti, hanno performances abbastanza buone in ambito educativo (6° per competenza alfabetica, 7° in quella numerica) - anche se il Piemonte è 11° per n. di bambini 0-2 anni che frequentano l’asilo e 10 per dispersione scolastica.

Anche per quanto concerne il capitale economico, i bambini residenti in Piemonte sono in condizioni economiche abbastanza buone (9° per Pil e tasso disoccupazione, 5° per povertà regionale). In generale le performances del Piemonte non sono eccellenti (non è mai ai primi posti) ma neppure tra le peggiori. Non è nella parte bassa della classifica, è a metà. Anche in relazione alle condizioni delle donne, il Piemonte si colloca in posizioni intermedie (tra la 6 e la 12 posizione). Degni di nota i dati relativi alle donne laureate (4°) e occupate (7°) ed elette nei consigli regionali (6°).

Il rapporto rileva ancora come alla ormai nota suddivisione tra Nord e Sud del Paese se ne sia aggiunta una seconda: tra Nord e Centro-Ovest da una parte, Centro-Est e Sud dall’altra. Donne e bambini/e vivono in condizioni di buona e sufficiente inclusione nei territori posti a Nord e nel Centro-Ovest, mentre sono in condizione di grave esclusione o di insufficiente inclusione al Sud, nelle isole e nella parte centro orientale del Paese.

La classifica finale vede al primo posto il Trentino -Alto Adige (valore Index pari a 4,8), seguito da Lombardia (3,4), Valle d’Aosta (3,4), Emilia-Romagna (3), Lazio e Friuli Venezia-Giulia (2,1), Veneto (1,9), Toscana (1,6), Liguria (1,5), Piemonte (1), Marche (0). Nella parte bassa della classifica (Index in negativo) le Regioni del Centro-est e Sud Italia: gli ultimi posti sono occupati da Sardegna (-2,6), Puglia (-3,5), Campania (-3,9), Sicilia (-4,3). Fanalino di coda è la Calabria (-4,5). Donne e bambini residenti in Calabria vivono uno svantaggio doppio rispetto a donne e bambini del Trentino- Alto Adige, con un divario di ben 9,3 punti tra le due Regioni.

I divari tra territori sono particolarmente marcati nella dimensione educativa per i bambini e le bambine, con picchi di dispersione scolastica che sfiorano il 20% in alcune Regioni del Sud (contro il 10,6% della media europea) e in quella economica per le donne: in Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna circa 2 donne su 10 sono a rischio povertà ed esclusione sociale, mentre in Sicilia lo è 1 donna su 2.


Si conferma la difficoltà del nostro Paese a garantire i diritti di donne e bambini e bambine, soprattutto in alcune Regioni. Dal 2015 ad oggi l’Italia sta avendo un declino costante che è stato determinato in particolare dall’erosione della dimensione educativa riguardante i bambini/e, e dalla scarsa partecipazione alla vita economica e politica da parte delle donne” ha commentato Marco Chiesara, Presidente di WeWorld. “La povertà femminile incide sull’inclusione dei bambini/e sotto molteplici aspetti, in primis quello educativo. Povertà economica (ma non solo) delle donne e povertà educativa dei bambini/e sono intrecciate e si alimentano a vicenda, in un circolo vizioso che può essere spezzato solo con politiche e interventi ad hoc, che tengano conto anche delle specificità territoriali.

L’indice “Mai più invisibili” nasce con l’obiettivo di rendere disponibili e fruibili alcuni dati che raramente arrivano all’attenzione dell’opinione pubblica e di fornire un elemento utile a tutti gli attori pubblici, privati e del terzo settore per costruire migliori e più consapevoli politiche e interventi che affrontino in modo congiunto i fattori di esclusione che perpetuano il divario generazionale e di genere.

Affinché donne e bambini e bambine non siano più invisibili.

Comunicato stampa

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