Un ingresso unico per tutti all’ospedale di Asti, anche per chi ha o potrebbe avere il Covid. Perché non agevolare un percorso più breve che passi, ad esempio dalla Farmacia territoriale?
A chiederselo e a chiederlo sono un gruppo di infermieri e operatori dell’ospedale Cardinal Massaia che in questo periodo di emergenza dovuta alla pandemia per coronavirus, sono stati riconvertiti in diversi ruoli, qualcuno è andato a supporto nei reparti, altri misurano la temperatura dalle 7 alle 19, ai varchi dell’ospedale, qualcuno effettua tamponi dalle 7 alle 17 tutti i giorni.
MOLTE FIGURE PROFESSIONALI RICONVERTITE
Sono diverse le figure professionali riconvertite in queste attività: infermieri appunto, fisioterapisti, logopedisti.
La struttura stessa dell’ospedale è stata interamente rivista per l’emergenza, i due reparti di Medicina sono diventati reparti Covid (1 e 2) e l’ortopedia Covid 3
IL PRONTO SOCCORSO HA DUE PERCORSI PERCHÈ NON USARE LA STESSA LOGICA PER I TRASPORTI?
In pronto soccorso ci sono due percorsi: uno dedicato al Covid o sospetto tale (percorso “sporco”) e un percorso “pulito” dedicato ad un altro tipo di utenza.
Un gruppo di infermieri e operatori sanitari si domanda perché non si sia pensato di seguire la stessa logica per altri trasporti. “L’ingresso per chi proviene con l’automobile – ci segnalano – è unico per tutti, dipendenti dei tre turni, le dialisi andata e ritorno e tutti i soccorritori che prendono i pazienti Covid che vanno in dimissione in RSA, in isolamento fiduciario. Sono positivi, però non hanno un percorso dedicato anche se tutto avviene comunque in sicurezza. Non è idoneo, passa tutto di lì, sarebbe più utile avere un altro percorso”.
E alla richiesta arriva una proposta e cioè di utilizzare l’entrata a lato della Farmacia territoriale al piano -1, dove c’è il transito dei vigili del fuoco e la possibilità del passaggio dell’ambulanza. “È un percorso decisamente più breve, all’aria aperta e al sicuro, perché passare davanti a tutti e dove passa diversa utenza"?
CAMICI DI UNA SOLA TAGLIA E MASCHERINE INADEGUATE
Ma il malcontento non finisce qui, pare infatti che le tute di sicurezza monouso siano poche e di un’unica taglia, 2XXL. “Non chiediamo certo di avere la taglia personalizzata ma almeno due possibilità, è già un disagio lavorare tante ore così ‘bardati’, almeno non avere alle ginocchia l’elastico che dovrebbe stare in vita, inoltre le mascherine che arrivano dalla Cina sono fatte per la loro tipologia di viso, sono strettissime e molti di noi hanno dovuto fare le modifiche”.
CHI FA I TAMPONI? CIRCA 60 AL GIORNO MA AD ASTI MANCANO I REAGENTI
I tamponi vengono fatti ai dipendenti, operatori sanitari, a chi ha avuto un contatto con positivi o presunti tali, a chi lavora nelle case di riposo. Ne vengono fatti una sessantina al giorno in un ambulatorio dismesso. “Ma a noi non li hanno ancora fatti– spiegano gli addetti ai tamponi – giriamo anche i reparti e se cambiamo reparto ci cambiamo ogni volta. Da circa una settimana li facciamo anche alle persone che devono fare il secondo di verifica e arrivano in macchina, poi ci rechiamo anche da venerdì nelle case di riposo. Solo ieri ne abbiamo fatti 150 al Maina”.
Purtroppo ad Asti mancano i reagenti e, per avere i risultati, bisogna mandarli ad Alessandria o alla CDC di Torino. “Solo per le emergenze vengono controllati ad Asti e i risultati si possono avere in 6-8 ore”.