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Sanità | 14 luglio 2020, 13:07

L'equipe del cardiologo astigiano Marco Scaglione si conferma eccellenza nazionale

Primo intervento in Piemonte del pacemaker di nuova generazione "Leadless micra A/V"

Gerardo Di Filippo,Caterina Franco, Marco Scaglione, Paolo Di Donna, Anna Morittu, Silvia Ferraris

Gerardo Di Filippo,Caterina Franco, Marco Scaglione, Paolo Di Donna, Anna Morittu, Silvia Ferraris

Ancora una volta la Cardiologia astigiana si conferma eccellenza nazionale.

Lo scorso 8 luglio nel centro del Cardinal Massaia, struttura di riferimento internazionale per le aritmie, il dottor Marco Scaglione, direttore della Cardiologia, e il dottor Paolo Di Donna, elettrofisiologo, hanno impiantato, primi in Piemonte e tra i primissimi in Italia, il pacemaker Leadless Micra A/V.

Nello staff anche Gerardo Di Filippo, infermiere, Caterina Franco, coordinatrice infermieristica, le infermiere Anna Morittu, Silvia Ferraris.

A ricevere il nuovissimo pacemaker, una donna di 55 anni, già sottoposta ad interventi cardiochirurgici ed affetta da sincopi ricorrenti che causavano, in completa assenza di sintomi, un’improvvisa perdita di coscienza con importanti traumatismi creando, di fatto, una disabilità importante.

Il dottor Marco Scaglione sottolinea che “Il nosocomio astigiano, che già da anni pratica, tra i pochi centri italiani, interventi con i micro pacemaker, conferma anche oggi la sua posizione di centro di riferimento nazionale, garantendo un servizio all’utenza sempre più avanguardistico ed efficace”

IL NUOVO PACEMAKER

Il pacemaker di nuova generazione Leadless Micra A/V, ha le dimensioni di un euro e ricorda una pillola di antibiotico, una dimensione ben diversa del classico grande come due orologi da polso.

Le sue caratteristiche che lo rendono particolarmente efficace, risiedono non solo nelle sue dimensioni ridotte.

"L’inserimento di un pacemaker tradizionale, spiegano dallo staff, avviene tramite il posizionamento sotto la clavicola della centralina da cui partono dall’uno ai tre elettrodi, o cateteri, che vanno a raggiungere il cuore. Questo determina una serie di microproblematiche individuabili principalmente, oltre che nella visibilità dell’apparecchio e della relativa cicatrice cutanea, nell’esposizione del paziente al rischio di infezioni esterne che facilmente potrebbero poi propagarsi verso il cuore trasportate dai cavi collegati alla centralina".

Il micro pacemaker, grazie ad un sistema “senza fili”, riduce, invece, sensibilmente le eventuali criticità: "impiantato tramite la vena femorale, viene introdotto attraverso un tubo della misura di un dito fino al ventricolo dove viene poi rilasciato e fissato tramite quattro ancore. Fino ad ora, però, presentava anch’esso un limite: fissato su un’unica camera ventricolare era in grado di agire solo sulla stessa, lasciando scoperto l’atrio. Il Leadless Micra A/V, al contrario, tramite un sensore, permette ora di mantenere la sincronia tra le camere garantendo con l’impianto di un solo apparecchio il corretto dialogo tra atrio e ventricolo.

Betty Martinelli

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