Il Piemonte, torna in Zona arancione e si fanno i conti con quello che capiterà (di nuovo) con l’inserimento ancora una volta in fascia più severa.
Se forse il pensiero va al fatto che se ci fossero state misure più restrittive per tutto il Paese già a novembre e forse oggi i dati sarebbero potuti essere meno severi, non ci resta che adeguarci con coscienza alla nuova stretta.
Il primo Dpcm del presidente del Consiglio Mario Draghi, in vigore fino al 6 aprile vieterà diversi punti che vedremo tra poco.
Da lunedì quindi anche l’Astigiano ‘arancione’ dovrà destreggiarsi tra nuove chiusure dei locali che potranno lavorare solo per asporto e domicilio.
Maggiori controlli già nel week end
I negozi saranno aperti, ma ci sarà il divieto di uscire dal comune di residenza salvo comprovate necessità o nel raggio di 30 chilometri per i centri con meno di 5 mila abitanti. Ieri, il Comitato per l’Ordine e la sicurezza ha stabilito maggiori controlli nel week end per evitare assembramenti e, dopo una piccola, parziale, apertura, si richiudono i Musei e quindi la Fondazione Asti Musei ha rinviato la mostra su Van Gogh che doveva essere ospitata a Palazzo Mazzetti. “Dopo attente e prudenti valutazioni perdurate negli ultimi mesi con l’attenzione sempre rivolta all’emergenza sanitaria, il Cda di Fondazione Asti Musei, a malincuore, ha dovuto rinunciare all’organizzazione di un’esposizione di tale importanza”, ha spiegato il presidente Mario Sacco, mentre il sindaco, Maurizio Rasero ha detto: “Comunque non ci fermeremo e continueremo a lavorare per organizzare, appena la situazione lo consentirà, un grande evento culturale, così da offrire al nostro territorio e agli astigiani nuove opportunità per risollevarsi da questo triste e doloroso periodo”.
I numeri del Covid nell'Astigiano
In realtà nell’Astigiano i numeri del Covid non sembrano in preoccupante rialzo. Il bollettino di ieri parla di 52 nuovi contagi e un decesso, un lieve aumento dei positivi a fronte di 38 guariti e non si registrano criticità nei ricoveri e al Pronto soccorso
Il nuovo Dpcm in vigore dal 6 marzo al 6 aprile cosa si potrà (o meglio non si potrà) fare
Gli spostamenti fra le regioni saranno vietati. Consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione così come gli spostamenti motivati da esigenze lavorative, ragioni di salute o situazioni di necessità. Sarà permesso, all’interno della zona gialla in ambito regionale e nella zona arancione in ambito comunale, il trasferimento verso una sola abitazione privata, una volta al giorno, fra le 5 del mattino e le 22. Possono spostarsi due persone in più oltre ai conviventi, i figli minori di 14 anni, i disabili e i non autosufficienti purché conviventi. Nei comuni sotto i 5 mila abitanti in zona arancione permesse le visite a parenti e amici fra le 5 e le 22 anche in altri comuni in un raggio di 30 chilometri. I nuclei famigliari possono viaggiare in auto insieme senza limitazioni, mentre i non conviventi possono stare in auto al massimo in tre.
Per le seconde case, nessuna novità
Il Dpcm non fa riferimento agli spostamenti verso le seconde case, consentiti però dalle vecchie faq. In generale quindi è permesso raggiungere le seconde case ma non se si trovano nelle zone rosse o arancione rafforzato. Le limitazioni prevedono che all’abitazione di villeggiatura possa avere accesso soltanto un nucleo familiare. La casa di destinazione non deve essere abitata da persone non appartenenti alla famiglia stessa.
Ancora lontane le riaperture di palestre e piscine
Ancora niente palestra e piscina, neanche per lezioni singole. Ma nemmeno sport di contatto come calcio e basket fino al prossimo 6 aprile. Secondo il parere del Comitato tecnico-scientifico potranno riaprire soltanto quando arriveremo a un rapporto di 50 contagiati ogni 100 mila abitanti.
E i cinema e teatri?
In linea di massima dal 27 marzo, nelle zone gialle, tornano svago e cultura con ingressi prenotati e pre assegnati e distanziati. Il Dpcm specifica che le attività potranno svolgersi a condizione siano approvati nuovi protocolli e linee guida.
"Ci viene chiesto purtroppo un nuovo sforzo - spiega il presidente del Piemonte, Alberto Cirio - e so che è un sacrificio grande. Al nuovo Governo abbiamo sollecitato che i ristori per le attività costrette a fermarsi siano immediati. È fondamentale".