Venti miliardi erogati in cinque mesi, con un aumento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2020. Si può riassumere così l'operatività della nuova Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. Una struttura voluta per riorganizzare il grande gruppo bancario in 12 direzioni regionali, una nuova direzione dedicata all’agribusiness accanto alla direzione Impact e a quelle dedicate ai clienti retail e alle PMI. Non per nulla, dei 20 miliardi totali, 11 sono stati erogati a pmi e imprese piccolissime.
A presentare i primi risultati è Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori, che ha fatto il punto anche su quanto successo alla luce dell’integrazione di Ubi Banca, evento saliente della scorsa estate per il mondo finanziario (e non solo). In particolare, proprio per quanto riguarda il Piemonte, sono ora operative due direzioni: una guidata da Teresio Testa (Piemonte Nord, Valle d'Aosta e Sardegna) e una da Andrea Perusin, che guardando al Piemonte Sud e alla Liguria ha di fatto giurisdizione su alcuni dei territori maggiormente legati a Ubi.
Le cifre con Ubi e della Banca dei territori
In particolare, proprio l'integrazione e la migrazione delle strutture di Ubi in Intesa Sanpaolo hanno riguardato 2,4 milioni di clienti, circa 1.000 filiali e 15mila dipendenti. "Con il completamento dell'integrazione di Ubi, la migrazione della sua clientela e l'ingresso dei nuovi colleghi siamo ancora più vicini a famiglie e imprese - ha voluto sottolineare Barrese -. Vogliamo compiere insieme il percorso di ripresa post Covid partecipando alla realizzazione del Pnrr".
La nuova Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo oggi conta su un organico di circa 50mila dipendenti, dei quali oltre la metà donne, una rete di 3.700 filiali e 13,5 milioni di clienti, una raccolta complessiva di oltre 550 miliardi di euro e impieghi per circa 250 miliardi di euro.
Previsioni di crescita? Soprattutto con auto, elettronica e costruzioni
Ma il punto sulla Banca dei territori è stata anche l'occasione per fare il punto sull'andamento economico complessivo. "La crescita globale sarà guidata da Stati Uniti e dall'Asia per l'Europa crescita meno intensa ma con la novità del Next Generation Eu. La ripresa è guidata dal commercio internazionale con un +12%", ha detto Gregorio De Felice, responsabile Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Proprio Intesa Sanpaolo rivede al rialzo le stime di crescita del Pil al 4,6% nel 2021e proseguirà ad un ritmo pari al 4% nel 2022. E tra i settori che, a livello italiano, dovranno fare da locomotiva, c'è molto di piemontese. "Il traino arriverà dal manifatturiero - ha aggiunto De Felice, sottolineando come sono - già cinque i settori che raggiungono i livelli pre-covid del 2019. La proiezione del 2025 vede l'elettronica, elettrotecnica, auto e le costruzioni tra i primi cinque settori per crescita".
E se territori e filiere sono la forza dell'economia, la ricetta per il futuro passa sempre da green, digitale e ricerca e sviluppo.