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Attualità | 24 gennaio 2022, 18:05

Carceri, Grimaldi (LUV): "Senza svuotamenti, pene e percorsi alternativi non risolveremo il problema alla radice"

"I garanti hanno esposto la gravità della situazione sanitaria". Ad Asti oggi ci sarebbero solo più 2 positivi

Carceri, Grimaldi (LUV): "Senza svuotamenti, pene e percorsi alternativi non risolveremo il problema alla radice"

I garanti ci riportano dati allarmanti sull’emergenza Covid nelle carceri piemontesi: dall’inizio della pandemia ci sono stati circa mille casi, su una capienza delle strutture di più di 3000 unità e una presenza stabile che va oltre le 4000. Ma il tema della salute è molto più ampio: la dottoressa Gallo ha affermato che il 65% dei colloqui che i detenuti hanno con i garanti riguarda problemi sanitari, dalla logistica e dagli errori frequenti legati a esami e visite, alle attese di anni per una protesi dentaria, alle diagnosi effettuate da infermieri non preparati in modo specifico a valutare lo stato di persone detenute e malate, all’assenza di un servizio per chi presenta doppia diagnosi di uso di stupefacenti e disturbo comportamentale”, dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, a seguito della Commissione permanente per la promozione della cultura della legalità durante la quale la Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, Monica Gallo, e il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive, Bruno Mellano, sono stati auditi in merito relazione alla drammatica situazione sanitaria nelle carceri in Piemonte anche in riferimento all’emergenza dovuta al Covid.

I numeri astigiani

Su 3700 posti e una presenza reale di oltre 4000 persone, sono stati più di 1000 i positivi da Covid nelle carceri piemontesi. Oggi sono 188 a Torino in lieve calo, 44 a Vercelli, 2 ad Asti con una forte discesa, 13 ad Alessandria, 20 a Biella, 33 a Ivrea. Per lo più asintomatici o paucisintomatici. 

L’ormai notissima vicenda del Sesante al Lorusso e Cutugno ha mostrato un problema nel problema” – prosegue Grimaldi: non saranno ristrutturazioni delle sezioni a risolvere il costante rischio di sottoporre le persone private della libertà a trattamenti disumani e degradanti. Spesso risulta molto problematico garantire un effettivo diritto alla salute all’interno delle carceri. Vale per la gestione del Covid, ma vale per tutte le patologie e in particolare per le tante forme di disagio psichiatrico. Senza svuotamenti, pene e percorsi alternativi non risolveremo il problema alla radice. Senza interventi che tengano conto dell’immensa popolazione del carcere di Torino – come per esempio una farmacia interna – continueranno disagi e disservizi".

"Per non dire – conclude Grimaldi – del CPR, dove manca un presidio sanitario pubblico interno e urge un nuovo protocollo d’intesa fra Regione e Ministero per definire la presa in carico sanitaria dei trattenuti. Posto che si tratta ormai di un luogo in cui nessuno entra e da cui nessuno viene rimpatriato – come confermato dalla garante Gallo. A che pro dunque?”.

Comunicato stampa

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