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Attualità | 26 maggio 2022, 13:19

Si è insediato l'Osservatorio provinciale per la prevenzione della criminalità organizzata

"Non vogliamo sostituirci alle forze dell'ordine - hanno specificato i membri del Comitato Scientifico - ma fornire il nostro apporto"

Un'immagine della seduta di insediamento dell'Osservatorio

Un'immagine della seduta di insediamento dell'Osservatorio

Lunedì - nel giorno in cui l’Italia si è fermata per ricordare le vittime dell’attentato mafioso di Capaci, avvenuto il 23 maggio 1992, che costò la vita al magistrato Giovanni Falcone, la moglie e magistrato Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro – nel Salone del Consiglio della Provincia di Asti, si è tenuta la seduta d'insediamento dell'Osservatorio per la promozione della cultura della legalità e della prevenzione della criminalità organizzata e di stampo mafioso.


UN OSSERVATORIO VOLUTO DALLA PROVINCIA DI ASTI

L'Osservatorio, istituito dal Consiglio Provinciale di Asti, svolgerà attività di natura formativa e informativa per la promozione della cultura della legalità nel territorio, oltre a formulare proposte per rafforzare la prevenzione e conoscenza dei fenomeni criminali e mafiosi.

L'organismo avrà quindi il compito di fornire un supporto di natura culturale e sociale all'insostituibile attività investigativa e repressiva delle Forze dell'Ordine e Magistratura nonché all’attività amministrativa della Prefettura di Asti che, pur non facendo parte dell'Osservatorio, saranno puntualmente aggiornate sulle iniziative intraprese.

L'Osservatorio ha un suo organo di indirizzo e appoggio, il Comitato Scientifico, chiamato a supportare e coadiuvare, con funzioni consultive, conoscitive e propositive. Tale organo è costituito da esperti nel campo della legalità e della prevenzione della criminalità organizzata e mafiosa:

  • generale Antonio Borgia, ufficiale in pensione della Guardia di Finanza, già Comandante Provinciale del Corpo di Asti;

  • dottor Alberto Perduca, magistrato in pensione, già Procuratore Capo della Repubblica di Asti;

  • professor Gianluca Ruggiero, docente associato di Diritto Penale presso l’Università del Piemonte Orientale;

  • professor Rocco Sciarrone, docente ordinario di Sociologia dei processi economici e del lavoro presso l’Università di Torino;

  • dottor Luciano Tarditi, magistrato in pensione, già Sostituto Procuratore di Asti;

  • dottor Alfonso Terribile, già Prefetto di Asti


SERVE UNA SVOLTA CULTURALE PER AFFRONTARE IL PROBLEMA DELLE MAFIE

Nelle parole del presidente della Provincia di Asti Paolo Lanfranco, che presiede l'Osservatorio, e in quelle di tutti gli intervenuti davanti a una platea gremita di sindaci e vari rappresentanti delle associazioni del territorio, sono emersi i punti chiave che fungeranno da ispirazione per i progetti in fase di definizione.

Chiara è la necessità di lavorare sull'aspetto culturale del problema, ossia, valorizzando il rispetto della legalità e la conoscenza: “Il senso civico dovrebbe essere diffuso, così non ci sarebbe la necessità di un Osservatorio. Dobbiamo far emergere e prevenire i fenomeni mafiosi, superando le ritrosie a presentare denuncia”, ha puntualizzato Lanfranco.

Traguardi da raggiungere facendo squadra e orientando la conoscenza”, come affermato da Claudio Bruno, direttore Confcommercio Asti, e poi ripreso da Alfonso Terribile. Serve quindi spiegare, innanzitutto, con incontri di educazione civica rivolti a cittadini, scuole e imprenditori cosa sono le associazioni mafiose come la ‘ndrangheta, già operante nel territorio astigiano come dimostrato dai procedimenti giudiziari recentemente conclusi con numerose condanne per associazione di stampo mafioso.

Non ci vogliamo sostituire alle forze dell'ordine - ha tenuto a precisare il generale Antonio Borgia - vogliamo essere di aiuto”, concetto condiviso e ripreso anche da Andrea Amalberto (presidente dell’Unione Industriali di Asti) e Luciano Tarditi.

Un plauso speciale all'iniziativa e la disponibilità a un supporto sono giunti dall'associazione Libera Asti, presente in sala con un suo rappresentante. “La seduta d'insediamento non è punto di arrivo. Dobbiamo fare piccoli passi ma costanti, come se fossimo in montagna, individuare il perimetro entro cui operare per migliorare la nostra efficacia, indicare le priorità e dare concretezza alle nostre azioni”, ha chiosato Lanfranco.

Redazione

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