Simone Mastrolia è candidato consigliere per le prossime elezioni, con il Movimento 5 Stelle, all’interno della coalizione che sostiene la candidatura a sindaco di Paolo Crivelli.
Ha 38 anni, nato ad Asti, è operaio edile da oltre 20 anni. È sposato con Barbara e a settembre diventerà papà per la prima volta. Tra le sue passioni, il Palio: fa parte del Comitato San Lazzaro da anni.
Come mai ha deciso di entrare in politica?
Ho sempre seguito la politica a 360 gradi, ma spesso mi lamentavo di quello che vedevo. Oggi ho raggiunto l’età matura per provare a smettere di lamentarmi e di fare qualcosa per la mia città.
E lo fa al fianco del Movimento 5 Stelle
Esatto, credo sia l'unica forza politica in cui rivedo i miei ideali, anche dal punto di vista nazionale. Ho stimato molto l’ex premier Giuseppe Conte nella gestione della pandemia. I poteri più forti lo hanno messo da parte per via di un gioco politico che ormai si conosce fin troppo bene, ma tutti i finanziamenti arrivati sono merito di Conte. Chi è arrivato dopo di lui si è trovato la tavola imbandita. Anche a livello provinciale, il M5S rappresenta un bel gruppo di lavoro, con Massimo Cerruti e Giorgio Spata, che hanno trascorso questi ultimi cinque anni in minoranza e hanno fatto un ottimo lavoro.
Quali sono i suoi progetti per Asti?
I miei progetti coincidono pienamente con la coalizione di Crivelli e le liste che lo sostengono. Asti ha dimostrato (i numeri hanno dimostrato) di essere scesa di diverse posizioni dal punto di vista di sicurezza e qualità della vita, ma anche decoro urbano. Non mi piace attaccare gli avversari, ma credo che i cittadini vedano con i loro occhi cosa è stato fatto e cosa no. Negli ultimi tre mesi questa Amministrazione sta facendo tutto quello che non è mai stato fatto prima: pulizia, controlli, iniziative. Penso sia ridicolo: la cittadinanza va ascoltata sempre, non solo in campagna elettorale.
Ci sono nuove idee per i giovani?
Assolutamente sì, questa è una campagna elettorale che vede anche molti giovani candidati. Vogliamo dare più spazio ai giovani, più posti in cui stare, più luoghi di aggregazione. Soprattutto, dobbiamo dare loro fiducia, perché anche sbagliando si impara, ma dobbiamo lasciarglielo fare. Ai giovani, va accostata la cura delle persone anziane. Sono molto preoccupato per il futuro della nostra Casa di riposo: la situazione è preoccupante e sembra che non interessi a nessuno.
Che fare, invece, per il turismo?
Indipendentemente dalla pandemia, come mai alcune città hanno guadagnato posizioni e Asti è scesa? Dipende dalla gestione dell'Amministrazione. La pandemia non deve essere un alibi: l'ha avuta tutto il mondo e non possiamo piangerci addosso. E’ difficile gestire una città, certo, ma ci sono punti che andrebbero rivisti per riportare Asti al posto giusto. A cominciare dalle nostre manifestazioni di punta.
Come vede, a questo proposito, la gestione del Palio?
Il Palio dal mio punto di vista si poteva correre lo scorso anno, si poteva studiare una soluzione perchè i vaccini anti Covid erano già disponibili. Credo, in generale, che Asti non abbia mai sfruttato a pieno le potenzialità offerte da questa manifestazione, cosa che invece è riuscita a fare una città come Siena. A Siena lavorano tutti, anche il baretto più sperduto e questo è ossigeno per le casse del Comune e della città. Ad Asti sono state fatte troppe modifiche, stiamo snaturando una manifestazione storica. Il lavoro è tanto, ma bisogna avere il coraggio di farlo.
Quali sono i progetti per i contenitori vuoti della città?
Ad esempio alcuni di questi potrebbero essere dati in gestione ai Comitati Palio che ad oggi non hanno una sede (e sono ancora tanti). I membri del Comitato potrebbero tenere l’edificio pulito e ordinato. E’ vergognoso vedere topi che scorrazzano qua e là nell’ex Maternità. Con la coalizione, pensavamo di rivalutare gli spazi vuoti e analizzare il quadro per ristrutturare e creare ciò che possa essere utile per la città. Ristrutturare significa dare lavoro alla città. È una catena: il lavoro chiama lavoro. Servono risorse, certo, ma attivandosi si possono trovare.
Cosa significa per lei fare “buona politica”?
Corso alfieri dopo il Cocchi è di serie B e sembra un'altra città. I negozianti vanno avanti, ma molti chiudono. Un lavoratore in proprio se si vede aumentare il costo dell’affitto chiude. I cittadini sono da ascoltare, non solo ogni cinque anni ma sempre: fare politica è stare in mezzo alla gente. La buona politica è questa. Dobbiamo collaborare, al di là dei colori politici, per il bene della città. Senza dimenticare le frazioni: contenitori di tante famiglie, sono risorse fondamentali che non vanno dimenticate. Vanno ascoltate sempre, non solo quando è ora di andare a votare.
Dal punto di vista della salute pubblica?
Un esempio su tutti: gli incendi in via Guerra, producono diossina e nessuno sta facendo nulla. E' stato uno dei primi punti della campagna di Rasero ma nessuno ha fatto nulla. Questo è un problema che va affrontato perchè peggiora ogni giorno di più.
Cosa significa per lei integrazione?
E’ una parola fondamentale per una città ben amministrata. E’ giusto inserire stranieri in società, sono parte integrante della città. E’ ora di dire basta alle disuguaglianze. Trovo assurdi anche i gravi episodi omofobi, così come la querelle sul Pride: manifestare è un diritto di tutti, siamo in democrazia. Le persone non si devono nascondere. La storia non ci ha insegnato nulla? Dobbiamo riflettere. Siamo tutti uguali e il Pride credo vada fatto, certo, senza offendere la sensibilità di nessuno.
Un volto nuovo per una nuova politica ad Asti?
Sono nuovo, sì, ma ho voglia di mettermi in gioco. Lavoro con tutto me stesso, sono caparbio e ho trovato persone che sono nell'ambiente da tempo che mi hanno accolto benissimo. E' sbagliato avere pregiudizi nei confronti dei volti nuovi: è ora di cambiare, almeno a livello locale. Magari le persone nuove hanno potenzialità e idee innovative. È giusto dare fiducia. Anche per questo ho deciso di appoggiare Crivelli, perchè ho conosciuto una persona umile, eccezionale, da sempre in prima linea e anche lui, come me, un po’ fuori dal giro: non è il classico politico, ha tante idee e un team eccezionale. Il concetto fondamentale è il noi, non più l’io. Non si amministra da soli, la città va amministrata con chi la vive.
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Politica | 01 giugno 2022, 18:00
Elezioni, Mastrolia (M5S): “La buona politica è ascoltare il cittadino, non solo in campagna elettorale” (INTERVISTA)
A tu per tu con il candidato Simone Mastrolia, nella coalizione per Paolo Crivelli
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