La triste situazione della Casa di Riposo Città di Asti è stata il tema, questa sera, di un Consiglio Comunale aperto al Teatro Alfieri.
Diversi gi interventi di istituzioni, Asl e sindacati e probabile notizia che la 'cordata Amalberto' non sia più interessata all'acquisizione, come emerso qualche mese fa.
Attualmente le persone in convenzione con la Asl At sono 69, 63 anziani 2 del dipartimento salute mentale e 4 disabili, come rimarcato da Elena Tamietti direttore distretto Asl At: "Il ruolo del Città di Asti è fondamentale anche per i Comuni vicini, un ruolo di ammortizzamento sociale. A parte le persone in convenzione abbiamo attivo il percorso di continuità assistenziale".
La situazione non è più gestibile
L'assessore alle Politiche Sociali e integrazione socio sanitaria Maurizio Marrone: "Siamo consapevoli dell'importanza di questo ente e del suo peso anche in termini occupazionali, confermo l'attenzione costante e partecipata della Regione. È emerso il forte debito dell'ente e la possibilità di affidare anticipatamente la gestione al privato per evitare altre posizioni debitorie. Il commissario ha svolto un ruolo serio ma la situazione non è più gestibile. Dobbiamo ammettere che qualora non si riesca a dare continuità, l'unica possibilità è la liquidazione. La Regione la vuole scongiurare".
L'intervento del segretario generale Cgil Luca Quagliotti che ha parlato anche per Cisl e Uil si è focalizzato sulla notizia che la cordata Malabaila e Amalberto avrebbe fatto un passo indietro. "È vero? - ha chiesto - La cooperativa Anteo ha un'ipotesi di acquisizione? Abbiamo cercato le soluzioni e le cose cambiavano settimanalmente. Chi compra non deve essere per forza un privato".
E ricorda che Asp, nel 2003 aveva detto che avrebbe ristrutturato la Casa di Riposo creando mini alloggi che avrebbero garantito entrate.
"Alcune cose si possono ancora fare. Per salvare la Casa di riposo Città di Asti occorrerebbe che l'Asl autorizzasse i posti letto dell'accordo del 2006 che è sempre valido. Dal 2019 abbiamo messo sul piatto diverse proposte. Il debito poi si è accumulato enormemente. E non mancano i convitati di pietra; la Fondazione Ream per esempio, la Cassa di Risparmio di Asti, la politica. Il riparto dei posti in convenzione sono appetibili. La casa di riposo di Asti rischia di essere l'ennesimo contenitore vuoto. Fossi nei creditori cercherei soluzioni per tenerla aperta. La Regione potrebbe fare da garante per i debiti. Cgil Cisl e Uil saranno a qualsiasi tavolo. Che fine faranno i lavoratori che non hanno ammortizzatori sociali? E gli ospiti che hanno la struttura come unico riferimento, rischiano di morire di dolore".
Il Piemonte è la seconda regione più anziana d'Italia
Monica Canalis, consigliera regionale Pd: "Seguiamo con apprensione la situazione del Piemonte, la seconda popolazione più anziana in Italia. Ci sono 600 Rsa in Piemonte, un tessuto caratterizzato da attività non profit, che va tutelato per questa caratteristica di storicità. Il sistema, aggravato dalla pandemia è in crisi. Si devono aumentare i posti letto in convenzione. Ad Asti c'è uno squilibrio, in altri posti le famiglie sono facilitate. La Regione non deve arretrare nelle politiche sanitarie per gli anziani. Serve un riequilibrio per Asl di Asti.
Per il consigliere regionale Daniele Valle, vicepresidente Consiglio regionale: "Occorre condividere una proposta, non si può aggravare la situazione. Venga salvaguardata la struttura che può avere diverse vocazioni, serve continuità e velocità.
Alessandro Delfino segretario generale Cisl Fp: "Serve un massiccio intervento del pubblico e ragionare sull'utilizzo della Casa di riposo come un polo, un social housing. Le ripercussioni della possibile chiusura sono gravi. Ho sempre trovato incapacità nella gestione della tutela della mission pubblica della struttura e di conseguenza non saper spendere i soldi. Non c'è più tempo e i 120 dipendenti devono rimanere nel pubblico".
E' la città a dover dare un segnale forte
Francesco Di Martino, segretario generale Uiltucs Asti: "E' la città di Asti che deve dare un segnale forte per mantenere la casa di riposo, e serve l'intervento di imprenditori astigiani. Il segnale per ora è più quello di una chiusura. C'è stata un'incapacità gestionale e dobbiamo fare un percorso di tutela. Siamo con i lavoratori e cercheremo di spingere attraverso le vertenze. Qualche personaggio forte vuole farla chiudere?
Dopo gli interventi di Tiziana Valente (Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato), la testimonianza di Simonetta Ferrero e di Carlo Ventura, è stato chiamato il commissario della Casa di Riposo Mario Pasino.
Il commissario Pasino
"Ho tanta esperienza ma se trovate qualcuno di meglio me ne vado, non piango. Al mio arrivo i conti erano drammatici. Otto milioni. Di fronte a una situazione pregressa di 3 milioni annui. Qualsiasi società chiuderebbe immediatamente. Il mandato doveva tornare alla Regione ma mi dispiaceva per i dipendenti e gli ospiti. Malabaila e Amalberto hanno lasciato ma Hacker (immobiliare di Cuneo) vorrebbe andare avanti. Io non voglio trascinare nessuno in un burrone. La struttura è pubblica ma se pensiamo di mantenerla pubblica possiamo trovare un altro al mio posto. La struttura ha fatto tanto per gli ospiti ma ora è stata letteralmente distrutta. Abbiamo una caldaia che in qualunque momento si può rompere. Le bollette del gas da 30mila euro al mese sono arrivate a 139mila euro. Il Covid ha ridotto gli ospiti. Ho detto ad Hacker che non vado oltre il 5 ottobre.