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Cultura e tempo libero | 25 novembre 2022, 07:30

Continua la Stagione del Teatro Alfieri con il divertente 'Inferno'

Lo spettacolo, per la rassegna We Speak Dance, sarà in scena sabato 3 dicembre alle 21

Continua la Stagione del Teatro Alfieri con il divertente 'Inferno'

Dopo l’applauditissima serata con Gene Gnocchi, protagonista di “Se non ci pensa Dio ci penso io”, la Stagione 2022/2023 del Teatro Alfieri, realizzata dal Comune di Asti in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, continua sabato 3 dicembre alle 21 con “Inferno”, spettacolo in abbonamento della sezione “Altri percorsi” e parte della rassegna diffusa di danza contemporanea “We speak dance”.

Coreografia, regia, progetto video Roberto Castello in collaborazione con Alessandra Moretti, con i danzatori Martina Auddino, Erica Bravini, Jacopo Buccino, Riccardo De Simone, Alessandra Moretti, Giselda Ranieri, Ilenia Romano; musica Marco Zanotti in collaborazione con Andrea Taravelli, fender rhodes Paolo Pee Wee Durante. Una coproduzione ALDES, CCN – Centre Chorégraphique National de Nantes, Romaeuropa Festival, Théâtre des 13 vents CDN – Centre Dramatique National Montpellier, Palcoscenico Danza – Fondazione TPE, e con il sostegno della Rassegna RESISTERE E CREARE di Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, ARTEFICI. ResidenzeCreativeFvg, ArtistiAssociati, con il sostegno di MIC / Direzione Generale Spettacolo, REGIONE TOSCANA / Sistema Regionale dello Spettacolo.

Un lavoro solare, divertente, giocoso, ma che si chiama Inferno. E che non vede la sua genesi legata alle celebrazioni per il 700esimo anniversario della morte di Dante”. Roberto Castello, coreografo e danzatore, personalità di primo piano, per impegno e creatività, nel panorama della danza contemporanea italiana ed europea, presenta così la sua nuova creazione per la compagnia ALDES, da lui fondata e diretta.

L’inferno come luogo dell’immaginario ha offerto, come pochi altri, un’infinita varietà di spunti di ispirazione a poeti, narratori, illustratori, pittori, scultori, musicisti, registi. Regno dell’espiazione, nel quale i malvagi vengono puniti e il bene trionfa sul male ma anche luogo del sovvertimento e del caos, nella cui rappresentazione tutto può coesistere. L’Inferno di Castello, almeno nell’aspetto, assomiglia molto, invece, al Paradiso. È ciò che spinge tutti a fare ogni sforzo per apparire, in ogni momento e a ogni costo, più bravi, più giusti, più belli, più forti, più attraenti, o anche più responsabili, più umili, più intelligenti. È una condanna infernale ciò che spinge a competere, per ottenere sempre nuove gratificazioni morali, sociali, economiche, affettive. È da qui che nasce l’idea di Inferno, una tragedia in forma di ‘commedia ballata’ seducente, piacevole, coinvolgente, brillante sull’invadenza dell’ego.

“Più un balletto che danza contemporanea – spiega il coreografo, tre volte Premio Ubu, che ha collaborato con artisti come Peter Greenaway e Eugène Durif – o forse, parafrasando Achille Bonito Oliva, un trans-balletto, un’opera che utilizza stilemi differenti proprio per il loro valore simbolico e prova a costruire un percorso onirico che affronta diversi aspetti dell’hybris, collocandoli senza giudizio morale in un luogo che è contemporaneamente paradiso e inferno”.

L’inferno è la condanna a dover essere sempre in qualcosa migliori degli altri. Vuoi per la capacità di suscitare empatia o per il cinismo e il sarcasmo, per la fierezza e l’orgoglio di appartenere a qualcosa di esclusivo, per la conversazione brillante, per la capacità di difendere il territorio, per l’appartenenza a un’élite, per la purezza dello spirito e l’altezza della nostra estasi, per la gioiosa sensualità, per l’energia e la destrezza, per il sex appeal, per la capacità di stupire e divertire.

“Tanto vale quindi giocare, il che sotto il profilo creativo significa combinare elementi incongrui che generino divertimento – prosegue Castello – Per questo Inferno non è soltanto uno spettacolo di danza ma una commedia, con interpreti che recitano ballando e in cui musiche, costumi e fondali animati da immagini in 3D hanno un ruolo assolutamente paritetico. Non è un’opera concettuale, astratta, ma uno spettacolo teatrale che usa i linguaggi di prosa, danza, musica e arti della visione per creare un metaforico universo immaginario che risponde a regole proprie”.

Lo spettacolo, in tournée in Piemonte, toccando Vercelli, Ovada (Al) e Asti per la rassegna We Speak Dance ideata da Piemonte dal Vivo, è una coproduzione internazionale tra Romaeuropa Festival, Centre Dramatique National di Montpellier, il Centre Choréographique National de Nantes e Fondazione TPE - Palcoscenico Danza.

We Speak Dance è la rassegna di danza ideata da Piemonte dal Vivo nelle piazze del circuito, in sinergia con la programmazione delle stagioni 2022/2023: da novembre 2022 a maggio 2023, 25 appuntamenti con il meglio della danza italiana e internazionale, per una rassegna diffusa in tutte le province del Piemonte. Una scelta specifica con grandi nomi della scena nazionale e internazionale, per valorizzare il linguaggio universale della danza e per portare nei teatri il meglio dell’arte coreutica. Maggiori dettagli su www.piemontedalvivo.it/we-speak-dance 

Biglietti: 23 euro platea, barcacce, palchi (ridotto 13 euro per allieve e allievi di scuole di danza e scuole secondarie di secondo grado), 18 euro loggione. 

Prevendite alla cassa del Teatro Alfieri, aperta dal martedì al venerdì con orario 10-17, e online su www.bigliettoveloce.it e www.allive.it . Per informazioni e prenotazioni 0141.399057/399040. Schede spettacoli disponibili su www.teatroalfieriasti.it 

La Stagione è resa possibile grazie alla collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, oltre che al contributo di Regione Piemonte, MIC, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Banca di Asti.

Comunicato stampa

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