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Palio | 04 aprile 2023, 19:24

"Affermare che il Palio serve ad Asti perché crea indotto non è un buon argomento". L'analisi di un cittadino

Un professore astigiano ha fatto un'analisi dei dati forniti dall'Amministrazione. "Una perdita di 200mila euro dovrebbe essere per manifestazioni più trasversali"

MerfePhoto

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 Un insegnante,  Fabio Sandrecchi, dichiaratamente contrario al Palio di Asti - ("non ho mai nascosto la mia condanna nei confronti della corsa del Palio -scrive -. La trovo uno spettacolo violento, brutale e barbaro, nonché completamente lontano dalla sensibilità etica di chi ha a cuore gli interessi degli animali non umani,) ha scritto all'Amministrazione comunale per effettuare un fact - checking (verifica delle fonti) su quello che sarebbe l'indotto del Palio.

 

La richiesta al Comune

Il 4 settembre scorso quindi ha inviato una richiesta al Comune richiedendo dati e informazioni che potessero dimostrare l’entità dell’indotto generato. Il dirigente Angelo De Marchis ha risposto alle richieste a febbraio 2023, in cui si evincono dati ben noti agli astigiani.

Nel solo mese di settembre, su tutto il territorio astigiano, secondo i dati forniti dal dirigente, si sono registrati, tra strutture alberghiere ed extralberghiere, 23.011 arrivi, di cui 5.923 nella sola città di Asti e 52.425 presenze, di cui 11.138 nella sola città di Asti. Da un’analisi effettuata con gli addetti della biglietteria del Palio è risultato che il pubblico estero provenisse prevalentemente da Francia, Germania, Svizzera, Cile, Spagna, Inghilterra, Stati Uniti, Austria, Cina, Danimarca e Francia e quello nazionale extra regionale da Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Sicilia, Campania e Sardegna.

"Anche se non si è in possesso di dati ufficiali e definitivi circa la ristorazione nel suo complesso, chiarisce De Marchis, essa è risultata comunque estremamente gettonata dai turisti che hanno affollato la città, avendo riscontrato che la maggior parte dei locali in città hanno approntato, dalle 12 alle 14 del giorno del Palio, ma anche nei giorni precedenti, tre giri di tavolo, nel senso che per ogni tavolo si sono succeduti tre turni diversi di commensali".

 

Ventimila persone lungo il corteo

Relativamente ai dati sul pubblico presente, lungo il percorso del corteo e nelle piazze il numero degli spettatori sia stato di circa 20mila persone. Il dato è stato calcolato tenendo conto della lunghezza del corteo, del numero delle file e dell’ampiezza delle piazze, non essendo possibile utilizzare un sistema di misurazione puntuale in un’area estesa ed indifferenziata priva di accessi controllati.

All’interno del catino si sono registrati 3.298 ingressi di parterre (quest’anno a pagamento in modo da gestire meglio i flussi, in linea con le norme sulla sicurezza) e 5.289 ingressi sulle tribune, che hanno portato praticamente al tutto esaurito.

Il numero dei visitatori presso il Museo del Palio, si è attestato quest’anno intorno a 1.785 unità. Relativamente al bilancio economico, le spese di allestimento, organizzazione e promozione, quest’anno più elevate rispetto agli anni precedenti a causa dell’aumento generale dei costi, sono state di 604.582,44, euro a fronte di entrate per 416.523,15 euro

 

Una perdita di circa 200mila euro

Evidentemente non soddisfatto Sandrecchi rimarca gli effettivi 200mila euro di perdite, sottolineando che, a suo parere, il tipo di afflusso turistico non avrebbe particolari ricadute e scrive: "Non è stata isolata la settimana della corsa e non si è potuto, quindi determinare la sua attrattività rispetto alle altre offerte del territorio, incluso il Festival delle Sagre. Inoltre, non sono state, a quanto pare, condotte interviste o sottoposti questionari capillari ai visitatori sulle ragioni della loro presenza. Anche i dati sul flusso di turisti stranieri è molto parziale: le varie provenienze sono semplicemente citate, senza chiarire la loro reale numerosità. Simile il trattamento del Museo del Palio di Asti: in quanti lo hanno visitato durante la settimana della corsa? Quanti sono turisti e quanti, invece, cittadini, magari coinvolti in attività organizzate (e spesso, vorrei aggiungere, poco consapevoli), quali le visite didattiche?".

Una risposta è arrivata dall'Archivio Storico che riporta come le visite private nel 2022 siano state 908, mentre i restanti 877 visitatori sono il risultato di visite didattiche da parte di alunni e studenti.

"Colgo inoltre l’occasione - scrive il professore - per segnalare che, non essendo presente un bilancio del Museo del Palio sul sito del Comune, non è possibile valutarne facilmente il rapporto costi/benefici. Le visite risultano, in ogni caso, gratuite, non generando di conseguenza entrate dirette".

 

 

Le sponsorizzazioni per circa 63mila euro

"Non è assolutamente chiaro - continua - se eventuali sponsorizzazioni abbiano coperto, anche solamente in parte, la perdita, né il peso di altre sponsorizzazioni di privati nell’organizzazione del Palio. In breve: sono spese che ricadono direttamente su noi cittadini? Risorse che - in tempi di difficoltà e di stalli blu - sarebbe stato possibile investire in modo più proficuo per la comunità intera, e non solamente a favore dei pochi cittadini interessati alla corsa del Palio? ".

Secondo quanto emerso in un secondo riscontro dall'Ufficio manifestazioni, le sponsorizzazioni sarebbero state di circa 63.100 euro.

Conclude Sandrecchi: "La cultura ha indubbiamente un enorme valore e potrebbe anche essere accettabile l’investimento di 200mila euro al fine di sovvenzionarla. Somme di tale entità dovrebbero però, allora, essere a disposizione per manifestazioni che possano raccogliere una maggiore e trasversale partecipazione da parte della cittadinanza intera e, soprattutto, che siano eticamente meno controverse. D’altronde, sono risorse che appartengono a tutti, non solo ai paliofili. Affermare che il Palio serve ad Asti perché crea indotto non è un buon argomento, anzi, non è un argomento, semplicemente perché non ci sono dati che realmente supportino questa tesi. . Non mi aspetto che la corsa del Palio venga presto sostituita da altre competizioni maggiormente allineate a un’etica che prende sul serio il benessere animale. Credo, però, che gli astigiani siano almeno attenti alle loro tasche e che pretendano un'Amministrazione che sia sempre più trasparente e data-oriented, caratteristiche che fino a oggi non ha dimostrato. Se il Palio genera un indotto rilevante, al Comune, al Sindaco e agli Assessori l’onere della prova. Altrimenti, un rispettoso silenzio dell’intelligenza dei cittadini sarebbe più dignitoso: non prendiamoci in giro".

Betty Martinelli

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