Una nuova libreria che apre è un successo per una città che dimostra di avere a cuore la cultura e il desiderio di informare e apprendere dei cittadini.
Non è da meno Asti che ha una discreta offerta di librerie alle quali si sono aggiunte, recentemente, Il Libraccio e Giunti al Punto.
Ed è proprio in quest'ultima che, a una nostra lettrice, è capitato un episodio increscioso. Non vogliamo, sia chiaro, puntare il dito su eventuali mancanze dell'esercizio, delle quali nulla possono i commessi, ma accendere una luce sulle barriere architettoniche che oggi, nel 2023, non possono impedire gli accessi a un disabile.
Magari c'è un'entrata secondaria che alla commessa, alla quale Manuela ha chiesto lumi, è sfuggita. Questo allo stato attuale delle cose non è noto.
Scrive Manuela: "Volevo fare un giro nella nuova libreria, cioè un giro lo avrei fatto se non ci fosse stato un gradino alto 30 centimetri".
Manuela per un problema di salute, è costretta su una sedia a rotelle da tempo e in alcuni negozi non può accedere, nonostante il decreto 236/89 stabilisca che le attività aperte al pubblico, come i negozi, devono rispettare il requisito della visitabilità.
Gli spazi di relazione devono dunque essere accessibili anche a chi ha difficoltà motorie o sensoriali e, se la superficie netta del locale è pari o superiore a 250 metri quadrati, almeno un bagno deve essere accessibile ai disabili. Se le caratteristiche previste dal decreto non sono rispettate, il negozio non è considerato agibile. La norma si applica agli edifici di nuova costruzione (edificati dopo l’entrata in vigore del decreto) e a quelli precedenti, poi ristrutturati.
"Ora, rimarca Manuela, in una libreria appena aperta tutta ristrutturata io mi aspetto di poter entrare senza problemi, ma il punto è culturale: manca completamente il desiderio di includere. In quasi tutti i negozi, persino quelli molto grandi, con la carrozzina girare è difficilissimo. Corsie strette, roba ammassata, ostacoli in mezzo".
E racconta un altro episodio che le è capitato: "Una volta la pedana da portare fuori era di metallo e le due commesse non sono riuscite a sollevarla e portarla fuori per farmi accedere".
La commessa della libreria dove Manuela ha tentato di entrare non aveva, come detto, risposte in merito e la direzione di Asti, da noi contattata via mail, al momento non ha ancora risposto, ma saremo lieti di dare spazio in qualunque momento alle loro valutazioni.
"Il Comune - continua un'agguerrita Manuela - dovrebbe non far pagare la tassa se i negozi mettono le pedane. E in caso di ristrutturazione l'entrata deve già prevedere lo scivolo, senza obbligare i disabili a chiamare, far prendere pedana, ecc".
Una segnalazione che deve fare aprire gli occhi un po' a tutti e i commenti sulla pagina Facebook di Manuela, che ha postato una foto, raccontano un'indignazione che deve far riflettere su un problema diffusissimo. "Lo stato ha finanziato un bonus del 70% per l’abbattimento delle barriere architettoniche", ricorda Enrico, mentre un avvocato scrive "Parliamone..."