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Cultura e tempo libero | 14 aprile 2024, 17:37

Un "Napoleone in bicicletta" per il noto oncologo Franco Testore

Il medico: "Ho incontrato molte vite che sembrano comuni ma, in realtà, sono straordinarie e fanno da contrappeso al mondo”

Un "Napoleone in bicicletta" per il noto oncologo Franco Testore

Un gradito ritorno di Franco Testore ad Antignano

Venerdì 12, nell’associazione Insieme, ha presentato il suo ultimo romanzo “Napoleone in bicicletta”, dialogando con Silvana Alessandria e con i presenti. 

La semplicità comunicativa e l’immediatezza della relazione che ha saputo instaurare con il pubblico ha creato un’ empatia palpabile. La storia contenuta nelle pagine del romanzo è una storia vera, come ci ha rivelato l’autore, ma così avventurosa che potrebbe sembrare inventata. Un bracciante veneto fugge dalla propria terra per motivi politici e personali e si dirige verso ovest, verso il Piemonte, la terra promessa, meta di un migrante, obiettivo nebuloso di un futuro possibilmente migliore ma assai incerto.

 Tra colpi di fortuna, fatiche, cambi di residenza, ricongiungimenti famigliari, guerre e dolori , si compie un’epica contadina che si snoda in cinquanta anni di storia. Destino di molti braccianti, uomini dalla faccia qualunque, custodi di una storia personale spesso sconosciuta ma ricca, direi eroica, di un eroismo silenzioso. Il nome altisonante di Napoleone contenuto nel titolo ha una stretta relazione con l’imperatore col quale i braccianti veneti, schiavi delle terre a cui erano assegnati, hanno un vecchio debito di gratitudine poiché era stato riconosciuto loro un nuovo status, non più schiavi della nobiltà di Venezia ma, appunto, braccianti. 

Alessandria ha posto l’accento sulla bellezza delle descrizioni, sul linguaggio aderente alla realtà socio-culturale dei protagonisti, sul tema del viaggio, metafora della vita. La stessa copertina esalta la migrazione lampo di Napoleone; in bicicletta oltre 360 chilometri tutti d’un fiato, quasi un volo e sotto l’acqua, la terra, la campagna. 

Alla domanda “Perché scrivere?” Testore ha risposto così: "Prima ascoltare e di storie nel mio lavoro ne ho ascoltate tante, poi parlare e dare voce a chi voce non ha. Ho incontrato molte vite che sembrano comuni ma, in realtà, sono straordinarie e fanno da contrappeso al mondo”. 

Per la prima volta ha firmato col proprio nome l’opera dopo tre romanzi in cui si era celato dietro uno pseudonimo, pur conservando le iniziali anagrafiche. E’ un salto a viso scoperto, un approccio nuovo, un dialogo diretto col lettore.

Redazione

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