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Attualità | 03 maggio 2024, 07:28

L'Unione associazioni Italia Israele denuncia albergatore bergamasco per affermazioni contro gli ebrei. L'uomo avrebbe anche bloccato delle prenotazioni

L'unione è rappresentata dall'avvocato astigiano Luigi Florio, anche presidente dell'Associazione Italia Israele. Il reato potrebbe configurarsi per propaganda e istigazione a delinquere

Luigi Florio con l'ambasciatore di Israele (archivio)

Luigi Florio con l'ambasciatore di Israele (archivio)

L'Associazione Italia-Israele di Asti rende noto che l’Unione Associazioni Italia Israele (UAII) – in persona della sua presidente nazionale Celeste Vichi - ha depositato il 30 aprile  denuncia-querela presso la Procura del Tribunale di Bergamo contro l’imprenditore bergamasco proprietario di un albergo per le inaccettabili affermazioni dallo stesso espresse online contro Israele e contro gli ebrei, secondo il quale: “Israele non dovrebbe esistere” e ancora “Gesù gli ebrei l’hanno ucciso!” e “il mondo è in pericolo da sempre per colpa degli ebrei” e infine “ho un albergo e ho bandito gli ebrei dal venire bloccandogli le prenotazioni”.

Secondo l'Unione, le parole sono le stesse utilizzate in passato dalla propaganda nazifascista e oggi da Daesh, da Hamas e da altre organizzazioni indicate come terroristiche dall’Unione Europea.

"Il messaggio dell’imprenditore con tutta evidenza aveva la finalità di indurre a condividere l’odio razziale antisemita - rimarca -. Quanto da egli scritto conferma come l’odio viscerale verso gli ebrei e gli israeliani sia cresciuto dal 7 ottobre. Le campagne di odio pregiudiziale contro lo Stato Ebraico, fondate su menzogne e calunnie, alimentano sia le forme più classiche e retrive di antisemitismo, sia le più moderne come l’antisionismo".

L’UAII è  rappresentata in giudizio dall’avvocato Luigi Florio del Foro di Asti, nonché presidente dell’Associazione Italia Israele di Asti – impegnata da anni nella lotta all’antisemitismo, antisionismo e per la diffusione della definizione operativa di antisemitismo dell’IHRA, si costituirà, pertanto, parte civile nel procedimento penale contro l’imprenditore bergamasco, affinché risponda per tutti i capi di imputazione ipotizzati, tra cui il reato previsto dall’art. 604 bis c.p. per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.

Redazione

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