Nuova esposizione per il medico pittore astigiano Paolo Viola, sarà a Villa Giulia a Verbania, inaugurazione mercoledì 22 maggio, in una prestigiosa mostra di arte contemporanea dal titolo "Le Stanze delle Meraviglie".
"Porterò le suggestioni degli orti astigiani, un argomento a cui tengo moltissimo" spiega l'artista.
Paolo Viola nasce a Napoli il 27 gennaio del 1957. Nel 1974 inizia a frequentare lo studio di Nicola Tota, pittore salernitano, dove apprende
i concetti fondamentali della tecnica pittorica imparando ad usare il colore in modo espressivo e, nel 1976, effettua la sua prima Personale a Salerno dove riscuote un grande successo di pubblico Laureatosi in Medicina e chirurgia si trasferisce ad Asti nel 1987 dove inizia a prestare servizio presso l’Azienda Sanitaria Locale mantenendo tuttavia sempre un rapporto intenso e costante con la pittura, sua grande passione.
Il genere artistico di Paolo Viola è il Figurativo declinato in modo espressivo con un uso tonale del colore. I suoi ultimi lavori, frutto di una meditata progettazione, sono caratterizzati da supporti di forma e numero diversi, funzionali alla scomposizione del consueto schema pittorico e finalizzati ad un'articolazione delle volumetrie più ampia e complessa. L’opera risultante non ha mai caratteristiche statiche ma di una vera e propria suggestione scenografica.
La tecnica compositiva consiste nella costruzione di una superficie di lavoro molto particolare, dove la tela originaria è modificata attraverso l'accostamento di più tele o mediante l’uso e la sovrapposizione di pannelli intagliati. La forma che ne scaturisce è sempre funzionale all’immagine dipinta, ne esalta la presenza e il rilievo degli elementi caratterizzanti e li evidenzia ponendoli su piani diversi. A queste strutture inoltre si aggiungono nello spazio esterno sagome raffiguranti personaggi, perlopiù bambini, che si muovono in un ambiente tridimensionale, creando con gli sguardi dialoghi e racconti tra le varie figure presenti.
La finalità è quella di aprire un canale comunicativo tra l'opera e il fruitore. L'osservatore è invitato ad entrare in questo spazio, a venirne inglobato e a perdervisi, al di là dell'immaginazione.