In occasione del trentunesimo anniversario del suo brutale omicidio per mano mafiosa, la politica astigiana torna a gran voce a chiedere conto all'Amministrazione comunale della mancata discussione della proposta di intitolare a don Giuseppe "Pino" Puglisi, ucciso a Palermo il 15 settembre 1993 e successivamente proclamato Beato da Papa Benedetto II, una palestra scolastica.
Maria Ferlisi: "Don Puglisi esempio di legalità, inclusione e responsabilità di cui oggi c'è più che mai bisogno"
A poco meno di un anno dalla proposta formale di intitolare la nuova palestra in via Rosa a padre Pino Puglisi, l’amministrazione comunale di Asti non ha ancora convocato la Commissione Toponomastica per discuterne, lasciando un silenzio che genera delusione e amarezza. Presentata nel novembre 2023 e sostenuta da cittadini, associazioni locali e le più alte cariche istituzionali, religiose e governative della città, la petizione chiedeva di ricordare la figura di Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, come simbolo di lotta alla criminalità e guida per i giovani.
Il sacrificio di Puglisi, che dedicò la sua vita all’impegno sociale per sottrarre i ragazzi del difficile quartiere Brancaccio di Palermo alla malavita, rappresenta un esempio di coraggio e giustizia. Intitolare a lui un luogo frequentato principalmente da giovani e studenti avrebbe un valore straordinario per la città di Asti, trasmettendo alle nuove generazioni quei principi di legalità, inclusione e responsabilità civica di cui c’è oggi più che mai bisogno.
Nonostante il supporto trasversale alla proposta, firmata anche dal prefetto di Asti, dal questore, dal procuratore della Repubblica, dal vescovo e da numerose associazioni come Libera, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Rasero, non ha mostrato alcun segnale di voler procedere. Non solo: il sindaco, presidente della Commissione Toponomastica, ha apertamente dichiarato che non convocherà la commissione per discutere dell’intitolazione. Al contrario, ha espresso l’intenzione di proporre il cambio di intitolazione di un Palazzo del Comune dedicato a Nelson Mandela, motivando tale scelta con la necessità di dare visibilità a personaggi astigiani, ritenendo che figure di rilievo internazionale come Mandela non siano conosciute abbastanza dalla popolazione.
Questa decisione, oltre a sminuire il valore universale di un simbolo di pace come Mandela, dimostra una visione limitata del ruolo educativo che figure come Puglisi e Mandela possono giocare per la formazione morale delle nuove generazioni. Mandela, come padre Pino Puglisi, ha combattuto per la giustizia e la dignità umana in contesti di oppressione, diventando faro di speranza e ispirazione per milioni di persone nel mondo.
Ho difeso l’intitolazione a Mandela come simbolo di pace e ribadito, ancora una volta, l’importanza della figura di don Puglisi, che ha combattuto e pagato con la vita il suo impegno contro la mafia. Sapere oggi, 15 settembre, anniversario del suo assassinio, che nulla è stato fatto per discutere della proposta d’intitolazione, lascia amareggiati e delusi.
L’inazione dell’amministrazione comunale su questa proposta è un segnale preoccupante, che rischia di privare la città di un’opportunità unica per onorare due grandi simboli di giustizia sociale, il cui esempio potrebbe essere fondamentale per la crescita etica e civile delle future generazioni astigiane.
Maria Ferlisi (Consigliera comunale del Partito Democratico e componente commissione Toponomastica comune Asti)
Mario Malandrone: "Perché questa indifferenza verso un'intitolazione voluta da tanti?"
A 31 anni dalla morte, nessuna apertura del Comune ad un'intitolazione voluta da tutti. Finalmente nell'astigiano l'intitolazione a don Pino Puglisi?
Un anno fa proprio in concomitanza della morte del sacerdote paladino dei valori dell'antimafia, nacque un'alleanza, una rete per dare un'intitolazione a don Pino Puglisi.
Eppure a distanza di un anno tutto è fermo.
Pare chiaro che non sarà dedicata a padre Pino Puglisi, il sacerdote ucciso per mano della mafia, l’area della nuova palestra, nonostante l'adesione alla proposta di autorità civili e religiose. Nel trentennale della morte, la figura di don Puglisi è stata ricordata dal Papa e dal presidente Mattarella per il suo impegno antimafia nei confronti dei giovani. Per le stesse motivazioni la giunta comunale di Aramengo ha scelto il suo nome per dedicare una zona del paese.
Ad Asti, la palestra della zona nord che stanno costruendo, che servirà alle scuole della zona, sarà intitolata a Don Pino Puglisi? Pare proprio di no.
Indifferenza alla proposta promossa da Riccardo Santagati e sostenuta dal prefetto di Asti Claudio Ventrice, dal questore Marina Di Donato, dal procuratore della Repubblica Biagio Mazzeo, dal vescovo Marco Prastaro, dalla Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale Asti-Alessandria Laura Bergonzi, dal Centro Servizi Volontariato Asti e Alessandria tramite il presidente Rosanna Viotto e il vice Francesco Manzo, dal direttore della Caritas Beppe Amico, dal Comitato Scientifico dell’Osservatorio provinciale antimafia e per la promozione della legalità, dall’Associazione Libera, dalla Rete Welcoming Asti, dal Dono del Volo e da altre associazioni.
Proposta su cui avevano chiesto di fare in fretta a dare una risposta recentemente i Consiglieri di Minoranza.
Perché il Comune di Asti non ha risposto positivamente alla proposta di buona parte della società civile e delle istituzioni? Da un lato l'idea che Puglisi non sia astigiano, ma allora perché via Dalla Chiesa e Via Mattarella? Il tema delle mafie, l'emergenza educativa è altrove non qui?
Eppure tutti sappiamo che il tema educativo è uno dei temi che comunque è al centro delle problematiche in città , eppure la mafia, le infiltrazioni non sono certo lontane dal nostro territorio. Purtroppo una scelta infelice quella dell'amministrazione di non aderire alla proposta, lontana da quell'educazione civica che dovrebbe essere centro di politica e dell'educazione alle future generazioni.
Mario Malandrone (Consigliera comunale del gruppo Ambiente Asti)