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Sanità | 21 ottobre 2024, 19:51

Gli ospedali piemontesi sono sovraffollati all' 85% in area medica, sottoutilizzati per quella chirurgica

Oggi è stato presentato uno studio clinico gestionale di AGM Project Consulting e Ires Piemonte relativo al dimensionamento della rete ospedaliera e territoriale del Piemonte, nonché della rete di emergenza-urgenza

Gli ospedali piemontesi sono sovraffollati all' 85% in area medica, sottoutilizzati per quella chirurgica

In Commissione Sanità del Consiglio regionale, oggi, è stato presentato uno studio clinico gestionale di AGM Project Consulting e Ires Piemonte relativo al dimensionamento della rete ospedaliera e territoriale del Piemonte, nonché della rete di emergenza-urgenza, che, secondo il Presidente della Commissione Icardi, dovrebbe rappresentare la base del nuovo piano socio-sanitario.

L’attività degli ospedali piemontesi è caratterizzata in modo trasversale da un sovraffollamento dell’area medica – superiore all’85% – e da un sottoutilizzo dell’area chirurgica. Inoltre aumenta sempre più l’attività di urgenza con ricadute negative sui tempi di attesa per i ricoveri programmati. Sono alcuni dati resi noti dal direttore tecnico di Agm Project Consulting Luca Agostino in commissione Sanità, presidente Luigi Icardi, audito questa mattina con la responsabile dell'area Salute e sviluppo del Sistema sanitario di Ires Piemonte Giovanna Perino.

"Gli studi – ha sottolineato Icardi – sono il capitolato esigenziale per la costruzione dei nuovi ospedali del sistema sanitario regionale, che rileva e analizza il fabbisogno sanitario e sociosanitario piemontese con la metodologia tecnico-scientifica più attuale nell’ambito della valutazione e del governo delle performance in sanità. Uno studio tecnico così ampio e dettagliato, interamente offerto dalle fondazioni bancarie territoriali, costituisce già il 70% del piano sanitario e sociosanitario regionale, ora in fase di integrazione e revisione da parte dell'Assessorato alla Sanità. Migliorare l'efficienza della rete ospedaliera e territoriale regionale vuole dire sia attuare una programmazione orientata da valutazioni di costo-efficacia, sia promuovere concretamente i principi di universalità, equità e solidarietà sui quali si fonda il sistema sanitario nazionale”.

Algostino ha evidenziato la necessità di “rendere il più possibile scientifiche le scelte che devono essere operate, soppesando i bisogni e valutando attentamente ciò che c’è e ciò che manca”, paragonando i processi sanitari “ai processi industriali, che devono cooperare ed essere strettamente interconnessi per facilitare il percorso del paziente”.

Va tenuto conto – ha aggiunto – che i bisogni di salute e la demografia della popolazione sono in continua evoluzione, così come la disponibilità di tecnologie e di servizi offerti dal sistema sanitario: fattori che vanno correttamente valutati per garantire la sostenibilità del sistema. È fondamentale avere ben presente quali siano le necessità e i bisogni anche se i dati non sono sempre univoci e facili da interpretare”.

Tra i punti da approfondire per individuare possibili soluzioni Algostino ha elencato il sovraffollamento dei posti letto medici, il rispetto dei tempi d’attesa, la mobilità passiva entra ed extra regionale e alcuni problemi legati alla rete emergenza-urgenza, “a proposito della quale proprio la settimana scorsa abbiamo consegnato uno studio ad Azienda zero”.

Perino ha illustrato – in particolare – il contributo fornito da Ires in materia di impatto delle tecnologie sui bisogni di salute e sui problemi assistenziali, sullo studio di modelli per riorganizzare i servizi di ingegneria clinica, sull’analisi della qualità strutturale, del dimensionamento edilizio-funzionale e della valorizzazione dei presidi della rete ospedaliera, sulla logistica e sull’economia sanitaria

“Si tratta di un interessante strumento di conoscenza e di progettazione, utile a imbastire la discussione sul nuovo piano sociosanitario su basi scientifiche e oggettive. Sarà interessante, quindi, approfondire come questo modello ha valutato i nuovi ospedali e, soprattutto, i servizi dei vari ambiti territoriali e dei presidi già presenti, caso per caso. Certo la responsabilità delle scelte alla fine ricade sulla politica: prendo ad esempio la vicenda del Martini, condannato alla chiusura dal piano di rientro, salvato da Saitta e, nel corso dell’ultima consiliatura, interessato da imponenti lavori fino a diventare l’ospedale più moderno della città” dichiara il Vicepresidente della Commissione Sanità Daniele Valle (Pd).

L’analisi tiene conto dell’esistente, ma rispetto alle possibili evoluzioni la politica deve dire in che direzione intende andare. Ad esempio i quasi seimila parti annui del Sant’Anna sono un numero abnorme, che va redistribuito sul territorio, con particolare attenzione alla zona nord. E, ancora, se si pensa ad un polo materno infantile, dove si colloca la ginecologia non legata al parto? Si intende tenere la salute delle donne fuori dal polo di eccellenza e di ricerca del Parco della Salute? Queste sono domande a cui non può rispondere un’indagine tecnica, ma dipendono dalla programmazione e dalle scelte dei decisori politici” spiega la Consigliera regionale Pd Nadia Conticelli.

Quello che è stato reso evidente oggi è che non esiste alcuna strategia nella gestione della nostra sanità da parte della Giunta Cirio – conclude la Presidente del Gruppo Pd Gianna Pentenero - E ancora una volta appare assurda l’idea di scorporare Regina Margherita e Sant'Anna dalla Città della Salute. Vorremmo, poi, a fronte anche di studi così importanti, avere finalmente una pianificazione dettagliata delle risorse destinate all’edilizia sanitaria. Tanti interrogativi restano aperti e credo che siamo veramente lontani dalla creazione di un piano sociosanitario, mentre ci si limita a procedere con decisioni a spot e molto confuse".

Alessandro Franco

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